Motta live al Piazzale degli Alpini: «Come sarà il concerto? Meglio aver voglia di stupirsi»
Questa sera (sabato 29 giugno) il cantautore pisano e volto storico della musica italiana indipendente porta a Bergamo il suo tour estivo
di Matteo Rizzi
Stasera (sabato 29 giugno), al Nxt in Piazzale degli Alpini, arriva Motta, cantautore pisano e volto storico della musica italiana indipendente, che raggiunge Bergamo in una delle sue tappe del tour estivo di presentazione dell’album La musica è finita, uscito nel 2023. Con lui sul palco ci saranno Giorgio Maria Condemi (chitarre) e Francesco Chimenti (basso e cello), da sempre al fianco dell’artista, a cui si sono uniti nei live invernali Davide Savarese (batteria) e Whitemary (synth e elettronica), oltre che la new entry Roberta Sammarelli, bergamasca e bassista dei Verdena. Prima di Motta ci saranno gli Spread, storica formazione bergamasca.
I biglietti sono in vendita sui circuiti Ticket One e Ticket Sms, ma la serata gode anche della formula h18: chiunque prenoti un tavolo per vedere la partita dell’Italia agli ottavi degli Europei in programma proprio alle 18 e si presenti al Piazzale entro quell’orario, avrà l’ingresso alla serata offerto direttamente da Nxt. In ogni caso, abbiamo contattato il cantautore e compositore pisano, che ha risposto alle nostre curiosità.
Innanzitutto, essendoci Bergamo di mezzo, vorremmo chiederti di parlarci di Roberta Sammarelli, storica bassista dei Verdena che per la prima volta ti accompagna in un tour.
«Che Roberta sia una delle musiciste più incredibili in Italia non te lo devo sicuramente dire io, lo si sa già. La cosa bella di quello che sta succedendo è che sta nascendo una bellissima amicizia che secondo me si vede anche sul palco. Credo che abbia accettato di fare questa cosa insieme perché ci credeva: abbiamo fatto un paio di canzoni insieme a Milano perché lei ha suonato su alcuni pezzi del mio disco, e quando ci siamo trovati sul palco ci siamo accorti che non c’era assolutamente nulla di strano e che sembrava che lo avessimo sempre fatto insieme, quindi le ho proposto subito di unirsi alla band. Lei ha accettato ed è sempre la prima ad arrivare in sala prove, segno anche di una professionalità necessaria per essere una musicista del suo livello».
Negli ultimi anni si sono viste un po’ tutte le tue sfaccettature di musicista: ti abbiamo visto come produttore, ad esempio per Emma Nolde; ti abbiamo visto come cantautore con il tuo disco; e infine ti abbiamo visto anche come compositore di colonne sonore con La terra dei figli e The Cage. Come dialogano tutti questi aspetti tra loro?
«Secondo me tutte queste cose sono arrivate negli ultimi anni perché ho messo molto più a fuoco quello che voglio fare nella vita, cioè il musicista. Non ho la smania di tutta la parte del mio lavoro che ha a che fare con foto, interviste e immagine pubblica: è una parte collaterale del lavoro di cantante, ma quello che mi piace fare è fare la musica. Tutte queste cose alimentano la mia voglia di suonare e si aiutano a vicenda».
Cosa dobbiamo aspettarci da questo concerto?
«Non è mai il caso di arrivare preparati quando vai a un concerto, più uno ha voglia di stupirsi meglio è. Innanzitutto sono felicissimo che prima di noi suonino gli Spread, che è un gruppo storico bergamasco, e quindi c’è molta voglia di festeggiare. La bellezza di quello che portiamo in giro comunque credo che sia il fatto che quello che vedrà il pubblico sarà una band, e non un cantante accompagnato da musicisti. Questa è una fortuna che ho sempre avuto perché da sempre vengo accompagnato da musicisti che io ritengo i migliori in Italia».
In molti si ricorderanno di te per la tua partecipazione a Sanremo 2019 con Dov’è l’Italia. Cosa è cambiato in te da allora?
«Diciamo che rispetto ad allora mi sono reso conto ancora di più che il lato estetico e televisivo è qualcosa che non so fare particolarmente bene e che non mi fa star bene, nel senso che non lo trovo interessante e penso che a volte mi ha fatto perdere il fuoco sulla cosa più importante, che per me sono le canzoni».
Cosa ascolti quando non stai lavorando?
«Perlopiù colonne sonore, l’idea di vedere un film e avere un ricordo non solo sonoro ma anche visivo ed emotivo fa sì che la musica che ascolto mi rimanga più attaccato addosso. Spesso quando ascolto i dischi è noioso stare ad ascoltarmi, perché quando ascolto una canzone penso alle frequenze del rullante, agli arrangiamenti, tutte cose che odio e che non sono importanti, mentre quando ascolto colonne riesco ad andare oltre al sabotaggio delle motivazioni per cui vent’anni fa ho iniziato a fare questo mestiere»