Verrà abolita o no?

Ma com’è finita con l’ora legale?

Ma com’è finita con l’ora legale?
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Noi italiani non ce ne siamo neanche accorti, ma tra luglio e agosto la Commissione Europea ha svolto un sondaggio pubblico sul tema dell’ora legale: in Italia i cittadini che hanno dato una risposta in merito sono stati solo lo 0,4 per cento. In altri Paesi è andata assai diversamente, con 4,6 milioni di risposte (la più alta percentuale per una consultazione europea) ed è emerso un orientamento chiaro: gran parte degli europei vogliono un’abolizione dell’ora legale, cioè dell’orario adottato in tutto il continente nei mesi estivi. Così il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che inizierà un iter legislativo per metter in atto quella che è la volontà dell’84 per cento dei partecipanti al sondaggio. In sostanza La Commissione europea, dunque, ha deciso di proporre al Parlamento europeo e al Consiglio europeo di abolire la direttiva 2000/84/CE che obbliga gli Stati membri a cambiare l’ora due volte all’anno, lasciando quindi a ogni Stato la libertà di decidere per sé.

 

 

Ma come nasce l’idea di spostare avanti le lancette nelle stagioni più gratificate dalla luce del sole? Il suo progenitore è un presidente americano, Benjamin Frankiln, che nel 1784 non propose tanto di spostare gli orologi, bensì di obbligare, esercitando varie forme di pressione (tassazione delle persiane, razionamento candele, divieto di circolazione notturna, ed una sveglia rumorosa all'alba), a forzare la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri. Alla base dell’idea c’era un risparmio energetico. Ed è la stessa ragione che sta dietro alla decisione di adottare l’ora legale il cui scopo è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. L'ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini di orario. Ad esempio per il periodo compreso tra il 2004 e il 2012 l’ora legale ha permesso in Italia un risparmio di oltre sei miliardi di kilowattora con una minore spesa pari a novecento milioni di euro.

 

 

Per ragioni geografiche, gli Stati del Sud Europa, come l’Italia, ottengono benefici superiori agli altri dall’ora legale. Dato che si trovano a circa metà strada fra Polo Nord ed Equatore, la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno. Ai Paesi del nord la cosa interessa molto meno con risparmi energetici irrilevanti. E in compenso si sospetta che l’avanzamento dell’orologio porti stress, disturbi del sonno e quindi problemi di salute. Non a caso sono stati proprio i voti di questi paesi a determinare il successo del no all’ora legale nella consultazione.

E ora cosa accadrà? Il Parlamento deve affrontare il tema e decidere e poi passare la decisione al vaglio del Consiglio europeo che dovrà decidere a maggioranza qualificata (55 per cento dei Paesi membri, rappresentativi di almeno il 65 per cento della popolazione). Ma sul tappeto c’è anche un’altra questione, quella di tenere l’unità di orario per tutti i Paesi del continente. Quindi si dovrà arrivare ad una soluzione che sia vincolante per tutti. E con ogni probabilità con l’ora legale avremo a che fare ancora per un bel po’ di anni...

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