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La disfida sindaco Gori vs Crepet (il secondo pro gioco d'azzardo)

La disfida sindaco Gori vs Crepet (il secondo pro gioco d'azzardo)
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Paolo Crepet è un volto televisivo ben noto. Torinese, 65 anni, si definisce «psichiatra, scrittore, sociologo», cioè abilitato a parlare di quasi tutto. L’ultima notizia che lo ha portato alla ribalta delle cronache però lo vede non in qualità di commentatore, ma come parte in causa: infatti ha accettato di essere “esperto” arruolato da Lottomatica, cioè da uno dei colossi del gioco legale d’azzardo in Italia, nella “guerra delle slot”. In sostanza, molti comuni italiani sono scesi in campo per cercare di arginare un fenomeno che sta impoverendo i territori e creando patologie con connessi costi sociali; così Lottomatica ha trovato in Paolo Crepet l’esperto chiamato a smontare quelle accuse.

 

 

In particolare, Crepet è stato arruolato per stilare una perizia contro il Comune di Bergamo, reo, grazie alle iniziative del sindaco Giorgio Gori, d’aver varato un regolamento e un’ordinanza per fissare dei paletti che arginassero la piaga, che vede ormai i bergamaschi giocarsi 2.536 euro l’anno a testa. Come riporta Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, secondo Crepet non sarebbe possibile «stabilire un serio e probativo rapporto di causa/effetto tra il gioco (quale? per quanto tempo?) e gli effetti psicopatologici (quali?)». Ma c’è un’altra la parte della perizia che ha destato lo sconcerto di chi conosce bene il fenomeno. Scrive infatti Crepet: «Non si tengono in considerazione alcuni effetti potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria tristezza: non credo che tocchi allo Stato disciplinare anche i sogni e le speranze...». Insomma le macchinette sarebbero dei generatori di sogni. Ma a quale prezzo? «Ippocrate si starà rivoltando nella tomba», ha replicato Giorgio Gori, «I sogni? Abbiamo problemi enormi di persone che hanno perso tutto e Crepet parla del diritto ai sogni?».

 

 

La perizia di Crepet non è di oggi ma del novembre scorso, quando era uscita la notizia del ricorso al tar dei tabaccai contro il regolamento del Comune di Bergamo. E non è nuovo l’arruolamento di Crepet alla causa delle grandi società del gioco. A giugno 2016 era stato a parlare ad un convegno organizzato da Lottomatica a Padova. E in quell’occasione si era lasciato andare a considerazioni di questo tipo: «Vittorio De Sica ha speso una fortuna al tavolo verde, ma nessuno discute per questo che sia stato un artista eccezionale oltre che una persona di grandissimo livello. Se qualcuno vuole giocarsi i suoi soldi, anche tanti soldi, ma per quale ragione non dovrebbe poterlo fare? E se il fenomeno del gioco è connaturato con la storia dell’uomo, che senso avrebbe tentare di reprimerlo e proibirlo quando lo si può controllare e, nel frattempo, utilizzare i proventi per opere di pubblico interesse?».

«La dipendenza si alimenta di meccanismi scientificamente costruiti», ha replicato Giorgio Gori su Vita.it. «L’obiettivo è quello di creare l’immersione della persona in un flusso continuo e in un’istantaneità che non permettono alcuna libera scelta, ma creano un meccanismo coattivo, che finisce per isolare il giocatore in una nicchia». Altro che sogno, caro Crepet.

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