Dall'appalto 2015 a oggi

La questione delle medie di Seriate (chiuse il primo giorno di scuola)

La questione delle medie di Seriate (chiuse il primo giorno di scuola)
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Alla Scuola Media Moro di Seriate oggi non ha trillato la campanella del primo giorno. La messa in sicurezza di alcune aule, che avrebbe dovuto terminare entro la scorsa settimana, terminerà il prossimo weekend. E così, il Comune ha dovuto chiudere l’edificio e ripensare orari e destinazione degli studenti, che andranno a scuola il pomeriggio: le lezioni sono state infatti trasferite alle elementari Cerioli dalle 13.30 alle 17.30, da lunedì 12 a sabato 17 settembre. Ma come mai l’amministrazione non è intervenuta per tempo? E cos’è successo esattamente?

Sovvenzioni e appalti di fine 2015. La fine del 2015 aveva visto l’assegnazione al Comune di Seriate di una somma di 45.600 euro come contributo statale, da destinarsi alla sicurezza scolastica. Parte del denaro doveva servire per le indagini diagnostiche relative ad elementi strutturali e non di solai e controsoffitti, nonché per le analisi di vulnerabilità sismica di otto edifici scolastici pubblici del comprensivo Aldo Moro, ossia la scuola dell’infanzia Primavera, la materna ed elementare Buonarroti, le elementari Cerioli, la media Moro, e del comprensivo Battisti, ovvero la scuola materna Lorenzini, le elementari Battisti, Donizetti, Rodari. Il 27 gennaio l’incarico per le indagini era stato affidato a uno studio di ingegneri di Grassobbio, la C-Spin, sulla base della migliore offerta, con uno sconto del 43 percento rispetto al prezzo base d’appalto. L’impegno specifico era l’indagine dei plafoni nell’eventualità del rischio dello sfondellamento e del distacco dell’intonaco, il controllo di tenuta e stabilità dei controsoffitti, la verifica di sicurezza statica e l’analisi della vulnerabilità sismica.

 

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Le prime indagini sugli edifici. Era stata premura specificare nella delibera d’affidamento dei lavori l’impegno «a eseguire i sopralluoghi presso le strutture scolastiche, previo accordo con i Dirigenti Scolastici», con una piccola postilla «non si esclude la possibilità che le indagini debbano essere eseguite durante le interruzioni delle attività scolastiche». La dirigente scolastica della scuola Aldo Moro, la professoressa Lucia Perri, conferma infatti che, in accordo con la ditta, già a marzo erano iniziati i primi rilievi, svolti principalmente nel pomeriggio, in quanto era fondamentale che le aule fossero sgombre per procedere in sicurezza alle indagini su campo. Anche nelle altre scuole i lavori di rilievo erano proseguiti per tutta l’estate.

Il ritardo. Quello che ha spiazzato dirigenti e genitori è stata l’ordinanza del Comune, datata 9 settembre, sulla base della quale era necessaria la chiusura temporanea delle aule della scuola Aldo Moro, per poter procedere all’esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria dei solai «sino a domenica 18 settembre, o comunque fino al termine dei lavori». Le indagini, a contratto, dovevano essere consegnate tassativamente e inderogabilmente entro il 2 settembre 2016, tra l’altro con una penale del 2,5 percento sul compenso della C-Spin per ogni giorno di ritardo della consegna dell’indagine. «Per assurdo - nota l’opposizione - proprio quei giorni di ritardo sembrano essere quelli mancanti all’assolvimento delle indagini per tempo allo scopo di poter gestire la comunicazione e la pianificazione degli interventi».

 

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Colpe e polemiche. Tutta colpa del Comune dunque non è, ma ci si domanda se non fosse stato possibile fissare una data di consegna che considerasse un lasso di tempo più ampio tra i risultati delle indagini e l’inizio della scuola, così da permettere un intervento che non creasse disagi di fruizione dei locali e non intaccasse il buon funzionamento dell’organizzazione oraria. «Sarebbe bastato il 2 agosto per evitare questi disagi», conclude l’opposizione.

Resta ancora in dubbio se l’emergenza dell’ultimo momento sia stata solo di origine tecnica o ponga le sue cause in un’originaria mancata responsabilità di interlocuzione tra la ditta interpellata, il dirigente Rinaldi, l’assessore ai lavori pubblici Achille Milesi e l’assessore all’Istruzione Pedrini.

Le decisioni della scuola e del Comune. A fronte del breve tempo a disposizione, la Dirigenza Scolastica si è premurata immediatamente di avvisare le famiglie, indicendo una riunione con Umberto Pozzi, presidente del Comitato Genitori, il presidente del Consiglio d’Istituto e i relativi membri, per informarli della chiusura delle aule e dell’incontro datato 10 settembre in Comune, con il Sindaco e i tecnici.

Grazie alla collaborazione tra i dirigenti delle scuole, si è stabilito il trasferimento delle lezioni alla scuola primaria Cerioli: oggi le classi prime hanno iniziato alle 13.30, mentre le seconde e le terze alle 14.30, mentre, per i giorni successivi, non sono previsti sconti orari e le lezioni prevedono per tutti inizio alle 13.30 e chiusura alle 17.30 da martedì 13 a sabato 17 settembre, e, nonostante gli orari, il Comune garantirà il trasporto pubblico.

 

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L’indignazione delle famiglie. In risposta agli avvenimenti, il tumulto dei genitori in primis nasce per i problemi di carattere organizzativo che ogni nucleo famigliare si trova ad affrontare a causa di un cambio d’orario così netto. «Si tratta di una sola settimana» afferma Umberto Pozzi «quindi far fronte al disagio è per ora solo questione di organizzazione, ma la situazione ci ha lasciati perplessi, soprattutto in un momento così delicato com’è l’inizio della scuola».

L’indignazione delle famiglie cresce ulteriormente per l’essere stati informati dei lavori ben prima dai giornali che dal Comune stesso, visto che la relazione della C-Spin era stata consegnata il 6 settembre: la notizia è stata infatti pubblicata su L’Eco di Bergamo la mattina di venerdì 9 settembre, e ciò significa che la comunicazione ai giornali è avvenuta sicuramente almeno la sera prima. «Ho ricevuto una telefonata il venerdì pomeriggio» conferma Pozzi, che, così come tutti i genitori, è stato informato sin dal mattino dalla stampa: il problema è più che altro l’errore di tipo comunicativo intercorso tra il Comune, la Scuola e le famiglie degli alunni interessati, con il risultato di nutrire una maggiore percezione del disagio – già sufficientemente concreto – cui è inutile sopperire soltanto con le richieste di pazienza e comprensione, azzardate dall’amministrazione comunale.

 

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Una sorpresa sgradevole. Il nodo della questione è che, fino al 9 settembre, la situazione non era stata mai dichiarata allarmante: non era un segreto a nessuno il fatto che ci fosse bisogno di interventi di risanamento a intonaco e solai, ma un’ordinanza a decorrenza così immediata e un intervento tanto repentino per «soffitti a rischio crollo» hanno fatto ascendere le proteste delle famiglie. L’opposizione preoccupata si chiede «a che rischio sono stati esposti gli studenti fino ad ora» e se non ci sia dunque stata qualche pecca nella «tutela della sicurezza dei ragazzi».

Dal comunicato sembra infatti che quello che dovrebbe essere un semplice intervento di anti-sfondellamento, cioè il rifacimento del controsoffitto, possa implicare una mancata sicurezza già esistente da tempo a livello di pericolo sismico, dato che l’emergenza dell’azione è stata segnalata a nome del “professionista incaricato delle indagini di vulnerabilità sismica”. «Chiederemo conto rispetto all’esito e ci preme ci sia comunicato» assicura Pozzi «per avere la certezza che i nostri figli possano stare in edifici in totale sicurezza strutturale e sismica».

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