Il nome significa onesto

Sarahah, l’app del momento (messaggi anonimi e "fuggitivi")

Sarahah, l’app del momento (messaggi anonimi e "fuggitivi")
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In arabo il nome significa onesto. E nel nome è racchiusa l’idea semplice che sta facendo di Sarahah l’app del momento. Non è stata ideata per una volta dai soliti maghi della west coast ma da uno sviluppatore saudita di 29 anni, Zain al-Abidin Tawfik. Imperversa sui social, nel senso come lo scorso anno Snapchat, Sarahah intercetta un bisogno diffuso negli utenti: quello di un web anonimo e “fuggitivo”. Tawfik aveva immaginato questa sua app per un ambito circoscritto e particolare: le grandi aziende. Gli era stato richiesto un social interno dove i dipendenti potessero fare le osservazioni sull'ambiente di lavoro e sulle relazioni con i colleghi liberamente, senza essere identificati. Per le aziende era un modo pratico ed efficiente di intercettare i problemi. I messaggi dei dipendenti venivano letti solo dai capi, garantendo l’anonimato del mittente. Come aveva spiegato l’ideatore, era un modo per garantire scambi di comunicazioni che nelle aziende sono sempre frenati da timori o da desiderio di riservatezza.

Il boom di Sarahah però si è avuto nel momento in cui l’app è stata rilasciata per gli smartphone. In pochi mesi milioni di utenti si sono iscritti al nuovo social che permette di mandare ad un altro utente iscritto un messaggio che resta però anonimo e al quale non si può nemmeno rispondere (perché sarebbe un modo per mettersi sulle tracce del mittente). Ovviamente al decollo di Sarahah hanno contribuito alla grande gli altri social, da Facebook a Instagram che in queste ultime settimane si sono riempiti di avvisi che gli utenti del nuovo social mettono in rete, annunciando di essere entrati nel nuovo social e quindi chiedendo di ricevere messaggi.

 

 

L’ascesa è stata vertiginosa. Messa online prima in lingua araba, in poco tempo ha trovato tre milioni di utenti solo in Egitto. Il 13 giugno è stata rilasciata la versione inglese. Il 5 luglio è arrivata negli store online, scalando in poche settimane dal millesettecentesimo posto al primo raggiunto alla vigilia di Ferragosto, quindi superando anche tutte le app che ne hanno determinato il successo. È stato in particolare Snapchat a tirare la volata a Sarahah, quando ha permesso di inserire dei link nei messaggi “temporanei” mandati dagli utenti. Gran parte dei link rimandavano appunto alla nuova app che stava conoscendo un successo dilagante proprio dagli affezionati di Snapchat.

Un punto interrogativo questo successo naturalmente lo solleva, perché sembra un assist pericolosissimo al cyberbullismo che già inquina pesantemente la rete (basti vedere le denunce fatte dalla presidente della Camera Laura Boldrini per le centinaia di messaggi ricevuti a sfondo sessuale). Tawfik dal canto suo assicura di avere messo delle barriere automatiche che bloccano le parole offensive. Ma certo l’ipotesi di poter mandare messaggi cattivi senza neanche metterci la faccia è una tentazione forte per molti. Ovviamente chi scarica la app accetta il rischio, anzi lo cerca. Deve infatti rendere noto sui social di avere aperto un profilo Sarahah invitando così tutti a mandare messaggi in cui si dicono cose che non si sarebbero mai dette a viso aperto. Tutto sommato un gioco. Ed è prevedibile (e anche augurabile) che la nuvoletta verde che consegna i messaggi, dopo i furori dell’estate sarà destinata a dissolversi.

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