E la situazione di Lega, FdI, M5S e LeU

Sorprese: Sorte a Roma, Sanga no Le ultime novità verso le elezioni

Sorprese: Sorte a Roma, Sanga no Le ultime novità verso le elezioni
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«Devastante». Così il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, ha definito il tour de force che, nel weekend, ha portato il partito dem alla stesura delle liste di candidati per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. Un'esperienza «devastante» che ha portato sorprese, polemiche e dibattiti anche nella Bergamasca. Parallelamente, anche Forza Italia e le altre forze politiche stanno per definire i nomi in corsa sul territorio orobico per Camera e Senato: la bandiera a scacchi è prevista per stasera, lunedì 29 gennaio, alle 20, ma i giochi sono praticamente fatti.

 

Giovanni Sanga

 

Caos Pd, i nomi in gioco. Nel Partito Democratico, la nuova legge elettorale che prevede i collegi uninominali ha drasticamente ridotto i posti a disposizione per i dem in Bergamasca. Nelle sfide uno-contro-uno alle urne, infatti, il centrodestra parte nettamente favorito, soprattutto grazie alla Lega, pronta a vincere un bel po' di sfide se le cose andranno come previsto. Per questo gli esponenti di punta del Pd erano alla ricerca di un posto più o meno sicuro nelle liste del proporzionale. Un obiettivo non facile da raggiungere visto che, sondaggi alla mano, il centrosinistra dovrebbe riuscire a conquistare, a Bergamo e provincia, tre posti, due alla Camera e uno al Senato. I nomi in ballo, ovviamente, erano molti di più: già soltanto i parlamentare uscenti erano di più, ovvero Elena Carnevali, Giovanni Sanga, Beppe Guerini e Antonio Misiani. A questi si aggiungevano poi i nomi nuovi, ovvero Leyla Ciagà (assessore all'Ambiente a Bergamo), Gabriele Riva (segretario provinciale del partito) e, soprattutto, il ministro dell'Agricoltura e vicesegretario nazionale Maurizio Martina. Quest'ultimo, però, avrebbe dovuto correre anche in un collegio uninominale quasi certo per il centrosinistra, a Milano città, liberando così una casella nel proporzionale orobico. Ed è qui che sta la grande novità delle ultime ore: dopo tante discussioni, Martina è stato tolto dall'uninominale meneghino per lasciare spazio alla deputata uscente Lia Quartapelle, che era stata esclusa dalla "sua" Milano e messa invece in una lista incerta come quella di Ferrara, scatenando le ire della base dem milanese. Il cambio di rotta ha cambiato tutto anche a Bergamo: con Martina in corsa solo nel proporzionale in terra orobica, rischia seriamente di restare fuori dai giochi Sanga.

 

Maurizio Martina

 

La sorpresa: Sanga rischia di non andare a Roma. Al momento, infatti, gli esponenti bergamaschi del Pd quasi certi di un posto sono Maurizio Martina (Camera), Antonio Misiani (Senato) ed Elena Carnevali (Camera), quest'ultima favorita anche dall'essere una donna per la questione quote rosa. Sanga, schierato in terza posizione, sperava nell'elezione di Martina a Milano, che avrebbe liberato la casella bergamasca. E invece così non sarà e, per trovare posto a Roma nella prossima legislatura, deve sperare che il Pd raccolga una percentuale di voti che, al momento, pare irraggiungibile. Un vero e proprio colpo di scena che ha spiazzato molti e che riflette il caos vissuto dal Pd nelle ultime ore. Intervistato a caldo da L'Eco di Bergamo, Sanga ha commentato: «Nei mesi scorsi avevo manifestato ai dirigenti nazionali del partito la mia disponibilità a farmi da parte, ma mi era stato detto di no. Avrei certamente preferito una posizione diversa nel proporzionale, ma ero pronto anche alla battaglia nell'uninominale. In ogni caso, io sono in campagna elettorale da settimane per far valere il lavoro straordinario che abbiamo fatto in questi anni». Parole equilibrate, in pieno stile Sanga, che non nascondono però un po' di amarezza. La stessa che, nei giorni scorsi, aveva mostrato anche Beppe Guerini, a cui non è stato dato alcun paracadute nel proporzionale e che si giocherà una difficilissima ricandidatura nell'uninominale del suo territorio, a Romano di Lombardia. Su Facebook, Guerini ha scritto: «Caro Matteo (Renzi, ndr), anche io avevo un pensiero che mi ronzava in testa da giorni. In questi 5 anni ho partecipato a tutte le sedute dell’Assemblea e sono risultato il secondo parlamentare più presente in assoluto tra Camera e Senato. Ho cercato di svolgere il mio impegno al massimo delle mie possibilità e sarei ipocrita se ti dicessi che non mi avrebbe fatto piacere il riconoscimento di questo impegno nel partito con l’inserimento in una lista proporzionale. È il fascino indiscreto del paracadute. E allora ti ringrazio per avermi voluto concedere il privilegio di non utilizzarlo. [...] Grazie per avermi lasciato libero (almeno io!) di giocarmela senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie. Io e la mia città, io ed il territorio dove vivo da 40 anni, io ed il mio amore per la mia città e per la politica. Lo so: a guardare i risultati delle precedenti elezioni non ho molte chances. Il collegio di Romano di Lombardia è di quelli persi. Ma io ci credo».

 

Alessandro Sorte

 

La novità Sorte, candidato a Roma. Se per il Pd l'obiettivo è cercare di raccogliere il possibile da un esito delle urne che si pronostica come assai magro, nel centrodestra le cose vanno diversamente. Dopo che per settimane la Lega pareva essere padrona del territorio orobico, nelle ultime ore Forza Italia ha rialzato la testa e pare in grado di portare a casa candidature quasi certe. Come sottolinea il Corriere della Sera Bergamo, l’uscita di scena di Roberto Maroni dalla corsa alla guida della Regione e la tensione iniziale sulla candidatura di Attilio Fontana potrebbero aver avuto un prezzo, costringendo il Carroccio a cedere qualcosa agli alleati. E così gli azzurri sono riusciti a ottenere i posti dell’uninominale per il Senato di città e valli, e per la Camera quelli in città e a Romano. La grande sorpresa arriva proprio in quest'ultimo collegio uninominale, dove Forza Italia, alla fine, ha deciso di schierare un nome pesante: Alessandro Sorte, assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti uscente. Sorte pareva certo di una conferma in Regione (e lui stesso ne sarebbe stato contentissimo), ma qualcosa è cambiato. Forse la sua vicinanza a Maroni non lo ha aiutato, e così gli azzurri hanno deciso di sfruttare la sua forza sul territorio con l'obiettivo di portarlo a Roma, sponda Camera. In città, i consiglieri comunali Alessandra Gallone (già senatrice dal 2008 al 2013) e Stefano Benigni (segretario cittadino di Forza Italia) correranno nei collegi uninominali, rispettivamente, per Senato e Camera. L'unico che non è mai stato in dubbio, invece, è Gregorio Fontana, che si prende un posto tranquillo nel collegio plurinominale alla Camera come capolista. Resta fuori dai giochi, per ora, il coordinatore provinciale Paolo Franco, di cui circa 350 amministratori locali hanno chiesto a gran voce un posto in Parlamento. Con il cambio di rotta di Sorte, però, per lui si potrebbero aprire le porte della Regione.

Lega, giochi ancora aperti. Ancora tanta incertezza nella Lega. Data per scontata la posizione da capolista nella lista per il Senato di Roberto Calderoli, gli altri nomi devono ancora attendere per essere confermati. Pare certa la candidatura di Alberto Ribolla e Cristian Invernizzi per la Camera, anche se non si sa ancora in quale collegio, e lo stesso discorso vale per il segretario provinciale Daniele Belotti, per Simona Pergreffi (sindaco di Azzano), per Claudia Terzi (assessore regionale uscente) e per Daisy Pirovano (sindaco di Misano Gera d'Adda), che dovrebbero essere candidati in buone posizioni ma non si sa ancora né dove né per quale ala del Parlamento. Toni Iwobi, che pareva certo di un posto in Bergamasca, ora potrebbe invece essere "schierato" da altre parti, e il parlamentare uscente Giacomo Stucchi non avrà di sicuro posto a Bergamo e dintorni e vede così allontanarsi una conferma a Roma (attenzione però, perché per Stucchi si potrebbe trovare un posto in Regione...). Nel proporzionale, il Carroccio dovrebbe ottenere in Bergamasca tre posti.

 

Giorgia Meloni, a sinistra, e Lara Magoni

 

Fratelli d'Italia, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali. Infine, una carrellata sulle altre realtà politiche. Fratelli d'Italia è il partito che avrà meno da dire, come ammette Daniele Zucchinali, coordinatore del partito in Lombardia insieme a Giuliano Verdi. Difficilmente i due troveranno un posto a Roma. Così come Lara Magoni, comunque inserita nella lista per la Camera nel collegio di Merate. Per l'ex sciatrice, però, c'è anche la candidatura al Consiglio regionale, sempre con Fratelli d'Italia, che le potrebbe regalare la conferma al Pirellone. Altrettanto complicata la strada del Movimento 5 Stelle in Bergamasca, dove l'unica certa di un posto a Roma pare essere Guia Termini, attivista di Treviglio schierata come capolista per la Camera. Negli uninominali, invece, i pentastellati puntano sull'architetto Attilio Pizzigoni per il Senato in città, su Vitamaria Macchitella nel collegio di Romano per la Camera e su Monica Ferraris per le valli. Infine Liberi e Uguali, che a Bergamo potrebbe ottenere giusto un posto alla Camera. E infatti il capolista di LeU nel proporzionale sarà Pippo Civati, uno dei leader nazionali. Al Senato, invece, il capolista sarà Francesco Laforgia, milanese. Gli esponenti bergamaschi sono stati posizionati sui collegi uninominali, dove sono oggettivamente bassissime le possibilità di vittoria: il consigliere comunale Emilia Magni correrà per il Senato su città e valli, Matteo De Capitani nella Bassa; Nicola Cremaschi, presidente di Legambiente Bergamo, si gioca il posto alla Camera in città, sfidando Elena Carnevali del Pd, mentre a Treviglio è stato schierato Marco Caglioni, del coordinamento provinciale.

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