indetto un presidio di protesta

Uno tsunami al Don Orione cacciata la coop Monterosso

Uno tsunami al Don Orione cacciata la coop Monterosso
Pubblicato:
Aggiornato:

AGGIORNAMENTO: la sera di giovedì 10 gennaio, mentre BergamoPost andava in stampa, si è tenuta la riunione della Cooperativa Monterosso. C'eravamo anche noi. Ecco cos'è successo.

Atmosfera accesissima e totale sostegno dei dipendenti alla Cooperativa Monterosso e al suo presidente, Esam Abd El Monim. E oggi, o al massimo domani inizieranno i presìdi di protesta fuori dal Don Orione (dipende solo dai tempi burocratici della Questura, che dovrà prima concedere i permessi). È quanto emerge dalla riunione straordinaria della cooperativa sociale Monterosso convocata ieri sera alla sede dei Monfortani. Perché la cooperativa, che da decenni gestiva i servizi e i dipendenti del Don Orione, è stata messa alla porta senza un valido motivo. «Abbiamo tempo fino al 10 febbraio – spiega – e non abbiamo molte alternative, se non far parlare di questo caso assurdo. L'impressione è che ci abbiano mandati via per questioni di antipatie. Le prime contestazioni al nostro operato sono arrivate soltanto dopo che abbiamo fatto presente a chi ci ha messo alla porta che prima di questo “colpo di scena” non avevamo mai ricevuto lamentele relative alla nostra gestione». E i dipendenti non ci stanno e temono che questa situazione sia il preludio a tagli del personale: «Sappiamo che adesso non si può fare, ma non ci fidiamo delle rassicurazioni di Don Alessio. Come potremmo fidarci di una persona che ha contribuito a mettere alla porta Esam senza nessun preavviso?». E quando Locatelli, il vice presidente Stefano Preda ed Esam Abd El Monim chiedono chi sarebbe disponibile a organizzare un presidio, una selva di mani si alza nella platea: la CSM è più compatta che mai. Ma cosa è successo di preciso?

WhatsApp Image 2019-01-10 at 23.18.10
Foto 1 di 4
WhatsApp Image 2019-01-10 at 23.18.11
Foto 2 di 4
WhatsApp Image 2019-01-10 at 23.18.12
Foto 3 di 4
WhatsApp Image 2019-01-10 at 23.18.13
Foto 4 di 4

L'articolo su BergamoPost in edicola: cosa è successo?Trentun anni che cosa volete che siano: un colpetto di spugna e non ci sono più. Così devono essersi sentiti i soci lavoratori della Cooperativa Sociale Monterosso onlus che all’inizio di dicembre si sono visti recapitare via mail (posta certificata, ovviamente) la disdetta del contratto di collaborazione con il Centro Don Orione, fiore all’occhiello dell’assistenza a Bergamo. Un divorzio improvviso e senza motivazioni, come nelle migliori famiglie. E così, da qui alla fine di gennaio, i duecento operatori di assistenza di base, delle pulizie e della cucina finiranno in un limbo, in attesa della nuova società che li assorbirà, la cooperativa Quadrifoglio di Pinerolo che proprio ieri, giovedì 10, ha firmato la convenzione. Cambia solo il padrone, che cosa volete che sia?

 

 

La notizia al Don Orione ha avuto l’effetto di uno tsunami. Sguardi che si incrociano, frasi a mezza voce, volti frastornati. Cos’è successo? E come mai? Cos’è successo è chiaro: quando nessuno se lo aspettava, alla storica cooperativa, nata e cresciuta insieme al Centro, è arrivata una lettera di recesso da tutti i servizi. Come mai, invece, non è dato sapere. La lettera di disdetta è firmata dal neo eletto rappresentante legale del Don Orione, don Alessandro D’Acunto. Al quale – secondo le indiscrezioni – si sarebbero rivolti a Milano i responsabili della cooperativa Monterosso per ottenere una spiegazione. Don D’Acunto avrebbe risposto che la richiesta di disdetta era arrivata direttamente da Bergamo. Alla vigilia di Natale, la stessa domanda è stata dunque posta a don Alessio Cappelli, da un anno direttore del Don Orione di Bergamo, ma a quanto pare l’unica motivazione addotta dal sacerdote-direttore sarebbe stata questa: «Per contratto lo si può fare». Un po’ poco dopo oltre tre decenni di onorato servizio.

 

 

E soprattutto dopo che nell’estate 2018, direttore e presidente della cooperativa si erano accordati su un nuovo capitolato, firmato in settembre. Una stretta di mano, un giro insieme nei reparti incontrando il personale e avanti come sempre. Per la verità, non era la prima volta che alla Monterosso, il cui contratto era previsto fino al 2023, arrivava una disdetta: faceva parte del gioco per ottenere qualche servizio in più o qualche costo in meno, ma nelle altre occasioni si era poi sempre trovato il punto di incontro. Così deve aver pensato il presidente della cooperativa, Esam Abd El Monim, anche questa volta. Senonché, più...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 17 gennaio. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali