«Adorazione eucaristica»

Veglia di preghiera ai Cappuccini in riparazione del Gay Pride in città

Veglia di preghiera ai Cappuccini in riparazione del Gay Pride in città
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L'invito è per lunedì 21 maggio alle 20.45, alla chiesa del convento dei frati cappuccini, in città: lì si svolgerà un’adorazione eucaristica «in riparazione del Gay Pride». Che in realtà si chiama Bergamo Pride. A due giorni esatti dall’appuntamento a sostegno dei diritti Lgbt, il primo nella nostra città, un gruppo di associazioni cristiane ha deciso di organizzare un momento di preghiera. «In riparazione», appunto. Promotore dell’iniziativa è il circolo Partito della famiglia di Seriate (movimento che fa capo a livello nazionale a Mario Adinolfi, che aveva chiesto al sindaco Giorgio Gori nei giorni scorsi di negare il patrocinio all’iniziativa), aderiscono il Coordinamento Pdf Provincia di Bergamo, il Movimento per la vita Val Cavallina, Intercomunione Bergamo-Brescia, i Circoli “La Croce” Bergamo e il momento “Preghiera delle mamme”.

 

 

La risposta del Bergamo Pride. Il Bergamo Pride 2018, sottolineano gli organizzatori, «ha l’obiettivo di creare un percorso su tutto il territorio bergamasco per combattere per i diritti civili e permettere a tutti di essere se stessi e avere piena visibilità senza subire attacchi e azioni d’odio. Manifesto politico evidentemente mai letto da costoro, puntualmente in prima fila nell’alimentare intolleranza e discriminazione».

L’assessore Angeloni. L’assessore del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni ha scritto in merito una lettera a Bergamonews. «Da amministratore e politico ritengo che non ci sia nulla da “riparare” dopo il Gay Pride, importante manifestazione che sta riscontrando un successo di adesioni in città e che vuole porre al centro dell’attenzione il tema delle discriminazioni, di cui l’Italia ha ancora un enorme bisogno – scrive Angeloni -. Da cattolico praticante penso alle periferie esistenziali di cui Papa Francesco parla quotidianamente. Le sue frasi di accoglienza, così evangeliche, stridono enormemente con quel volantino che allude ad una implicita condanna a chi frequenterà il Pride, usando in modo meschino ed erroneo quanto per noi cristiani è rappresentato dall’eucaristia, il cui senso profondo include e non discrimina. L’uscita del volantino, inoltre, rovina un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la pellegrinatio del Papa Buono. Ho la triste sensazione, o forse la speranza, che i Frati Cappuccini, che tanto si spendono nei servizi caritativi, non abbiano compreso l’intento strumentalmente denigratorio sotteso a questa iniziativa, promossa da associazioni, private ed indipendenti, senza un vero riconoscimento ecclesiale».

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