Quattro torri

Gli orti di Oz, nati in quel di Zingonia dove c'era un parcheggio. E degrado

Gli orti di Oz, nati in quel di Zingonia dove c'era un parcheggio. E degrado
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«L’orto è socialità, è scambio di informazioni, è voglia di mettersi in gioco lavorando la terra, godendo dei suoi frutti e condividendoli per creare nuove relazioni con gli altri» racconta Donatella Bertola, segretaria dell’Associazione Gli orti di Oz, che ha seguito il progetto degli "Orti delle quattro torri". I trentacinque appezzamenti di 30 metri quadrati realizzati sul suolo di Zingonia, dove prima c’era un parchetto degradato e luogo di spaccio, sono stati affidati a circa 25 persone nella scorsa primavera e sabato 21 settembre i neofiti ortaioli li hanno inaugurati.

 

 

I rapporti fra le amministrazioni di Osio Sotto e Verdellino sono iniziati già nello scorso autunno, ma solo da questa primavera sono stati assegnati i terreni. Lucio Caccia, membro del direttivo dell’Associazione Gli Orti di Oz che ha seguito tutto l’iter spiega: «Inizialmente abbiamo raccolto le iscrizioni degli interessati, mettendone alcuni in lista di attesa. Tuttavia, nel corso della primavera abbiamo scremato i partecipanti, escludendo chi non si è impegnato a seguire gli incontri e le lezioni dell’agronomo, offerte perché tutti potessero avere l’opportunità di formarsi: nessuno può improvvisarsi ortaiolo da un giorno all’altro. La partecipazione agli incontri ha permesso di capire chi fosse davvero pronto ad affrontare con costanza questa avventura. Attualmente, alcuni orti sono già stati piantumati, altri invece sono in allestimento».

 

 

«Io ho già piantato cavoli, zucchine, peperoncini e anche le melanzane», ha raccontato con entusiasmo Kacem El Fahouss prima dell'inaugurazione, e senza arrestarsi aggiunge: «Mia moglie ha spinto tanto per ottenere questo orto e anche a me l’idea è piaciuta subito. L’obiettivo non è solo coltivare, ma anche creare relazioni. Infatti, tra i progetti nell’aria, c’è anche quello di ricavare uno spazio per le merende e le chiacchierate. Siamo persone di diversa nazionalità, ma tutte concentrate e unite nella realizzazione di un progetto comune, che favorirà il dialogo, il confronto e l’integrazione delle nostre famiglie, dai più grandi ai più piccoli». È proprio pensando ai suoi due gemelli di soli quattro anni che Michela Brandi, residente a Osio Sotto, ha deciso di prendere parte all’iniziativa. «Credo che i bambini abbiano bisogno di toccare, di sperimentare e di venire a contatto con la materialità per imparare. Inoltre, l’idea dell’orto è sempre piaciuta moltissimo anche a me. Il mio sogno irrealizzabile sarebbe di poter vivere in campagna. Gli Orti delle Quattro Torri, a cinque minuti in bici da casa mia, rappresentano in piccolo il concretizzarsi di questo mio desiderio. Inoltre, siamo una famiglia alla quale piace da sempre la chiacchierata e la mangiata in compagnia e credo che con gli altri ortaioli si possa creare un bel gruppo».

Motivi diversi, nazionalità diverse ed esperienze diverse stanno alle spalle dei venticinque ortaioli delle quattro torri, ma tutti sono accomunati dalla voglia di piegare la schiena sulla propria terra e alzare lo sguardo per cercare il contatto e le relazioni con l’altro. «Il percorso è appena iniziato, ma il gruppo è buono e l’inaugurazione è stata solo uno dei primi passi di un percorso ben avviato e che potrà dare ottimi frutti sia materialmente, sia dal punto di vista sociale» conclude Donatella.

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