Vi presentiamo la famiglia Masiello
«Il nostro rito è l’abbraccio a cinque: mamma Alessandra, papà Andrea e le piccole Matilde, Aurora ed Eleonora. Ce lo scambiamo il sabato, prima del ritiro, ed è il momento più bello». La cartolina più bella arriva sul finire dell’intervista, dopo circa un’ora seduti al tavolo con Alessandra Lombardi e Andrea Masiello, impegnati nella chiacchierata e nella marcatura a “uomo” della piccola Eleonora. Cosa in cui il numero 5, sul campo da gioco, è espertissimo. Per conoscerlo meglio fuori dal terreno di gioco, però, abbiamo chiesto aiuto a chi gli è accanto da una vita.
Alessandra, ci sono bigliettini colorati un po’ ovunque. Una scelta delle bimbe?
«In realtà la cosa è nata da me. Spesso quando ci sono partite importanti lascio bigliettini per Andrea nel portafoglio. È un modo per trasmettergli la mia vicinanza. Lo faccio anche con le bambine e ora hanno iniziato a farlo loro, con disegnini e letterine per il papà. Ne piazzano ovunque».
È vero che tu e Andrea siete insieme da sempre?
«Praticamente sì. Lui aveva 19 anni e io 17 e mezzo. Ci siamo conosciuti tramite Luigi, mio compagno di classe e suo amico d’infanzia. L’ho seguito ovunque e oggi sono mamma a tempo pieno delle nostre tre bambine. Quando eravamo a Siena, tanti anni fa, lavoravo come commessa in un negozio di Piazza del Campo, ma con tutti gli spostamenti di Andrea diventava complicato continuare a lavorare, anche se sono diplomata in Ragioneria».
Sai che per molti tuo marito è praticamente il capitano dell’Atalanta?
«Credo che sia la sua indole carismatica. Lui ci crede tantissimo, ci mette tutto quello che può. Per dire: quando si è fatto male Tumminello, mi ha chiamata verso le 22 dicendo che sarebbe venuto a cena anche Marco. “Come?”, ho risposto. Ma alla fine nessun problema, si apre il frigo e quello che c’è si cucina. Siamo persone semplici».
Come ti trovi a Bergamo?
«Benissimo, veramente. Di casa mi mancano il mare e i familiari più stretti, ma a Bergamo abbiamo riscoperto la montagna. Le bimbe si stanno appassionando e vogliono imparare a sciare bene».
Com’è Andrea a casa? Si dice che sia un pessimo cuoco...
«Direi che ai fornelli proprio non ci sa fare (ride, ndr). Però in casa mi aiuta molto, anzi a volte pure troppo. È un po’ brontolone. Quando io sto cucinando e le bimbe sono in salotto a giocare mettono tutto sotto sopra: io lascio fare, mentre lui vorrebbe subito mettere in ordine. È un bel massaio, non posso lamentarmi».
Quindi i pannolini li ha sempre cambiati?
«Da quando hanno compiuto un anno, sempre. Prima era un po’ timoroso, le teneva in braccio ed era super presente, ma per i pannolini è servito del tempo. La notte ogni tanto devo svegliarlo perché la più piccola, Eleonora, piange, ma è bravo». («Dormo più in ritiro, scrivilo pure», interviene Masiello ridendo, ndr).
In salotto è appesa la maglietta che Andrea indossava in Atalanta-Everton. Realizzò un gol storico...
«Ogni volta che scende in campo, per me è un’emozione immensa. Ma quando ha segnato quel...