Per la vera lotta all’evasione fiscale l’Italia impari da Bergamo e Lovere
Solo altre tre province in tutta Italia hanno fatto meglio di noi bergamaschi. Un risultato importante, soprattutto perché legato a un tema che, nel nostro Paese, rappresenta sempre una racola di non poco conto per lo Stato: l’evasione fiscale. Sono ben 831 mila gli euro che i Comuni della Bergamasca hanno recuperato nel 2018; 309 mila la sola Bergamo, settima città a livello nazionale. Merito di un lavoro certosino compiuto dal personale dell’Ufficio Tributi, che analizza numeri, incrocia dati, sfoglia faldoni e poi trasferisce i risultati delle loro indagini all’Agenzia delle Entrate e alla Finanza, le quali passano dalla teoria alla pratica. E le intere somme recuperate, come prevede un accordo siglato tra gli enti nel 2009, restano tutte nelle casse comunali.
Non è un caso che Palazzo Frizzoni e molte altre amministrazioni bergamasche abbiano deciso di investire (soldi e soprattutto energie) nella lotta all’evasione: di questi tempi, nei quali da Roma i finanziamenti arrivano (quando arrivano) col contagocce, avere un “tesoretto” di questo tipo da reinvestire sul territorio è grasso che cola. E che, soprattutto, permette ai Comuni di non alzare le tasse ai cittadini, come dimostra l’esperienza proprio di Bergamo: come ha reso noto il vicesindaco e assessore al Bilancio Sergio Gandi, nei precedenti cinque anni il lavoro svolto ha permesso alla Giunta di tagliare la tassazione media di oltre 250 euro l’anno a cittadino.
Questo sistema sta funzionando alla grande, come dimostrano gli ottimi risultati ottenuti negli anni (nel 2015 Bergamo riuscì a recuperare addirittura 1,2 milioni di euro di evasione circa e la cifra è drasticamente calata soltanto perché i soggetti già “beccati” diventano noti al fisco e monitorati direttamente dall’Agenzia delle Entrate). Eppure il sistema rischia di...