Housing sociale

Il palazzo tra via Bono e via Fantoni di chi regala tempo ai vicini di casa

Il palazzo tra via Bono e via Fantoni di chi regala tempo ai vicini di casa
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Sarà inaugurato giovedì 9 maggio Matchbox, un progetto di abitare sociale (housing) collocato in un palazzo all’angolo tra via Bono e via Fantoni di proprietà del Comune di Bergamo. L’assegnazione degli appartamenti è stata affidata all’associazione Casa Amica. L’edificio faceva parte del recupero della ex Cisalpinia; l’accordo prevedeva la cessione al Comune da parte dell’impresa. Palafrizzoni ha ritenuto di avviare un progetto di abitare sociale destinato ai giovani. Spiega l’assessore Francesco Valesini: «Crediamo molto in questa iniziativa, che è per molti aspetti innovativa e non si limita ad affittare abitazioni a prezzo calmierato, ma cerca di mettere in relazione l’abitare con attività sociali in un discorso comunitario rivolto a tutto il quartiere».

 

 

Abiteranno nella nuova struttura sette nuclei familiari e due organizzazioni (l’associazione sportiva T-Reds Italia e la cooperativa Linkmakers). Nel caso dei sette nuclei, ogni assegnatario si impegnerà a mettere a disposizione del progetto otto ore di volontariato al mese, finalizzate ad aprire al quartiere gli spazi comuni del palazzo, tramite iniziative e progetti che sperimentino un “abitare collaborativo”, insieme alle organizzazioni - T-Reds Italia ha come obiettivo l’utilizzo dello sport e di attività legate a quel mondo come veicolo per finalità educative, aggregative e sociali, mentre Linkmakers propone attività culturali, formative e ludiche per promuovere l’artigianato e riportarlo in città. L’abitare collaborativo è una tendenza europea, che in Lombardia ha tra i suoi maggiori esempi il progetto milanese “Cenni di Cambiamento”, promosso da Fondazione Housing Sociale e gestito dalla Cooperativa Dar, con cui Casa Amica collabora da tempo sia sul fronte progettuale che di riflessione sul tema dell’abitare.

Ne parla Francesca Santaniello, gestore sociale di Casa Amica, che accompagnerà l’avvio del progetto. È lei che ha curato in prima persona la gestione delle domande che sono arrivate per l’ottenimento dell’alloggio e incontrato personalmente i candidati. Spiega: «Il nostro progetto ha l’obiettivo di rendere il condominio un piccolo laboratorio a cielo aperto dell’abitare contemporaneo. Non ci sono vincoli: con gli assegnatari concordiamo le declinazioni delle ore che metteranno a disposizione della comunità». In concreto, spiega Francesca, si tratterà di un...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 9 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 9 maggio. In versione digitale, qui.

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