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10 cose da sapere sulla Tour Eiffel (tipo che de Maupassant la odiava)

10 cose da sapere sulla Tour Eiffel (tipo che de Maupassant la odiava)
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Il 31 marzo del 1889 veniva ufficialmente completata la costruzione di uno dei monumenti più iconici e rappresentativi di sempre: la Tour Eiffel. Era un martedì e dopo 2 anni, 2 mesi e 5 giorni di lavori, quella maestosa torre in ferro battuto era pronta ad accogliere i visitatori che sarebbero giunti a Parigi in occasione dell’Esposizione Universale del 1889. Sì, perché il monumento diventato oggi l’emblema della Francia del mondo fu scelto come biglietto da visita per l’Expo, un simbolo teso a commemorare i 100 anni della Rivoluzione francese. Chissà se anche a Milano, dopo l’esposizione universale che prenderà il via tra meno di un mese, rimarrà in eredità un monumento così importante e iconico…

Intanto, per festeggiare il compleanno di uno dei più straordinari esempi di arte in architettura al mondo (è anche stata proposta per entrare a far parte delle sette meraviglie del mondo moderno), ecco una serie di fatti e curiosità poco note ai più, ma fondamentali per comprendere appieno la storia della Tour Eiffel.

 

1 – I numeri

Partiamo dalle fondamenta, ovvero dai numeri di questo straordinario monumento. Alta 324 metri, per realizzarla ci vollero 300 operai, 18.038 parti in ferro battuto e 2,5 milioni di rivetti, il tutto per un peso complessivo di 10mila tonnellate. Il 31 marzo 1889, giorno dell’inaugurazione, divenne ufficialmente l’edificio più alto del mondo. E lo rimase fino al 1930, quando la costruzione del Chrystler Building di New York tolse alla Tour Eiffel il primato.

 

2 – Non fu opera di Gustave Eiffel

Il nome le venne dato in onore dell’ingegnere e architetto Gustave Eiffel, che nella coscienza popolare è l’indiscusso autore di questa meraviglia. In realtà, però, gli ingegneri che idearono i primi progetti furono i dimenticati Maurice Koechlin e Emile Nouguier. A Eiffel era stata proposta la collaborazione, ma non si era detto interessato. Era decisamente più famoso dei due colleghi e l’ultimo suo desiderio era collaborare con loro. Nonostante ciò intuì la portata del progetto e decise di inviare Stephen Sauvestre, ingegnere capo del dipartimento di architettura della sua società, a collaborare con Koechlin e Nouguier. L’apporto tecnico di Sauvestre fu fondamentale nel modificare gli errori di fondo del progetto iniziale ed Eiffel riuscì a dire la sua sul progetto finale. Per questo motivo ottenne la possibilità di registrare il brevetto a suo nome, passando alla storia come l’ingegnere che ha dato vita alla Tour Eiffel.

 

3 - «Icona di un secolo»

Nonostante alle spalle della realizzazione dell’opera ci fossero le mani di molte persone, fu sempre Eiffel a prendersene il merito. Il progetto iniziale prevedeva che la Tour diventasse un emblema della scienza moderna, della forza dell’architettura unita all’arte e alla industrialità. Per Eiffel, però, la sua portata era ancora maggiore: «Non è solo la rappresentazione dell’arte tecnica di oggi – affermò pochi giorni dopo la sua inaugurazione –, ma anche l’icona di un secolo rivoluzionario, il secolo della scienza e dell’industria. Quello che stiamo vivendo». Non a caso, negli anni della sua costruzione un’altra grande invenzione aveva preso piede tra la gente: la fotografia. Sono tantissimi gli scatti, giunti fino a noi, che ritraggono i passaggi che hanno contraddistinto la costruzione della Tour Eiffel.

 

4 – Salirci, che fatica!

I lavori di costruzione, come detto, furono conclusi il 31 marzo 1889, ma solamente il 6 maggio la Tour Eiffel fu aperta al pubblico. I 30mila visitatori dei primi giorni, però, per poter godere del meraviglioso panorama che si ha dalla sommità dell’edificio, si dovettero fare tutti i 1.710 gradini poiché gli ascensori che erano stati montati non erano ancora funzionanti. Solamente il 26 maggio entrarono in servizio.

 

5 – Un asparago di ferro

Già durante la sua costruzione, furono moltissime le critiche rivolte al monumento dai parigini. I quotidiani della capitale francese ricevevano ogni giorno centinaia e centinaia di lettere di cittadini imbufaliti con l’amministrazione comunale che aveva dato il via libera alla costruzione di quell’«asparago di ferro», come veniva chiamata e viene tutt’oggi chiamata dai parigini più vecchio stampo. Le principali critiche erano legate alla sua modernità, che la rendeva estranea all’atmosfera di una città storica e romantica come Parigi. Il giorno della sua apertura al pubblico (6 maggio), Edmond de Goncourt, sul Journal, scrisse: «La Torre Eiffel sembra un faro abbandonato sulla terra da una generazione scomparsa, da una generazione di giganti».

Leggenda narra che uno dei più strenui oppositori della Tour Eiffel fosse lo scrittore Guy de Maupassant, il quale non perdeva occasione per rimarcare il suo odio verso quell’asparago di ferro nel cuore della sua città. Nonostante ciò, ogni giorno, si recava a pranzare nel ristorante ai piedi dell’edificio. Quando qualcuno gli chiese il motivo di quel comportamento incoerente, rispose che non c’era nessuna incoerenza: «Semplicemente questo è l’unico posto della città da cui posso non vederla».

 

6 – Ha rischiato di essere abbattuta

Inizialmente era stato previsto che la Tour Eiffel rimasse in città per appena 20 anni. La concessione del terreno su cui venne eretta, infatti, scadde nel 1909. Sin da un anno prima, un comitato composto da diversi artisti parigini iniziò a chiederne la totale distruzione, come simbolo della cancellazione di un macroscopico errore. I militari francesi e il governo, però, avevano iniziato a sfruttare l’altezza dell’edificio per le prime telecomunicazioni e comunicazioni radio e così, quando arrivò il fatidico 1909, il Comune di Parigi decise di lasciare la torre lì dov’era.

 

7 – Ha superato indenne due guerre (e non solo)

È ancora lì, nel cuore di Parigi, quindi è evidente che abbia superato indenne due guerre mondiali. Ma la cosa ha dell’incredibile visto per cosa veniva usata durante i conflitti, ovvero come un nevralgico centro di comunicazione militare. Durante la Seconda Guerra Mondiale i cavi degli ascensori vennero tagliati in modo che gli occupanti nazisti non potessero raggiungere con facilità gli uffici ai piani più alti, dando tutto il tempo ai militari per smantellare le apparecchiature radio lì presenti. Questa mossa fu assolutamente fondamentale per salvare il monumento. Ma non solo: ha anche sopravvissuto a un incendio e all’assalto di oltre 250 milioni di visitatori dalla sua inaugurazione. Chapeau.

 

8 – Non solo turismo

Seppur sia diventata sin da subito una meta amatissima dai molti turisti che ogni anno affollano Parigi, in realtà la Tour Eiffel non è stata solo un’attrazione turistica. Sui vari livelli, negli anni, hanno trovato spazio la redazione di un giornale, un ufficio postale, dei laboratori scientifici, un teatro e una pista di pattinaggio, che ancora oggi viene realizzata ogni anno al “primo piano” dell’edificio. C'è poi il famoso ristorante dalla vista mozzafiato. A inaugurare un suo uso non solo turistico fu proprio Gustave Eiffel, che al terzo livello aveva creato un appartamento in cui riceveva gli ospiti più illustri. Oggi, in quelle stanze, si trova la statua di Eiffel con Thomas Edison e la figlia Claire.

 

9 – La Francia nel mondo

Criticata dai cittadini durante la sua costruzione, attaccata dagli intellettuali, sbeffeggiata dai parigini, ma alla fine cartolina della Francia nel mondo. Nonostante tutte le critiche ricevute, la Tour Eiffel ha resistito, diventando uno dei monumenti più famosi e iconici al mondo. Oggi è il monumento a pagamento più visitato, con una media di 6,5 milioni di visitatori l’anno, di cui il 75% stranieri. Il record si è toccato nel 2011, con 6 milioni e 983mila persone che hanno visitato la Tour Eiffel.

 

10 – Piccole curiosità

Abbiamo detto che la torre è alta 324 metri, ma in realtà cambia altezza ogni anno. Essendo realizzata totalmente in ferro battuto, infatti, al caldo del sole estivo si espande, aumentando l’altezza di circa 6,75 pollici. Un’altra curiosità è che la Tour Eiffel non ha un colore uniforme: per assecondare la prospettiva, la vernice è più scura alla sommità e pian piano che si scende diventa invece più chiara e leggera. Mantenere questi colori, però, non è semplice, tanto che ogni sette anni vengono applicate tra le 50 e le 60 tonnellate di vernice. Queste aggiunte di strati sono fondamentali per contrastare il naturale formarsi della ruggine.

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