Due donne aiutano «i malati gravi a vivere». Romina e Mariavittoria sfidano la paura
«Quando sente parlare di queste cure, la gente si fa silenziosa, fa finta di niente, qualche volta prova fastidio. Questa è superstizione, ignoranza. Io penso che le cure palliative, la terapia del dolore, siano un fatto di speranza. Ancora oggi si fa fatica a capire. Io ho una paziente, una signora che è gravemente ammalata e che ogni giorno esce di casa e magari mangia anche fuori e non si arrende. Questo grazie alle medicine che prende contro il dolore. Se non ci fosse questa terapia, la sofferenza sarebbe enorme e la signora sarebbe confinata in un letto e non uscirebbe più dalla sua casa».
[Romina Zanotti]
Le cure palliative, la terapia del dolore. Romina è un angelo senza ali. E non per gli occhi celesti e nemmeno per il sorriso. Romina è un’infermiera e ogni giorno sale le scale di tante abitazioni, entra nelle sale, nelle cucine, nelle camere da letto, porta le medicine che consentono di respirare, di tenere lontana la tenaglia del dolore. Tanti pazienti sono malati di tumore, ma non soltanto. Romina Zanotti fa parte della società Itineris, insieme a lei c’è un medico anestesista, Mariavittoria Lagrotta, anche lei occhi chiari e sorriso che dà luce. Secondo angelo. Dicono: «Le cure palliative sono un messaggio di speranza, un messaggio di cura, della possibilità di vivere abbastanza bene, in maniera decente anche se si sta male, anche se la malattia è avanzata. Ci sono nostri pazienti che continuano regolarmente a lavorare».
[Mariavittoria Lagrotta]
Le persone che sono colpite da malattie gravi, spiegano Romina e Mariavittoria, spesso hanno una volontà di ferro: la patologia le rende ancora più forti, in maniera paradossale. Dicono le due donne: «Queste sono persone che non si fermano davanti a niente. Magari sanno che non vivranno ancora per molto, ma questo le motiva a vivere in maniera ancora più forte, più profonda, assaporando ogni minuto della...