Come casa tua può diventare un vero e proprio ristorante
Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più. Anzi, un cliente in più, ma non chiamiamolo così visto che il ristorante, in questo caso, è casa vostra. Ebbene sì, perché in tempi di crisi gli italiani hanno trovato un nuovo modo di arrotondare il magro stipendio: trasformare le proprie case in accoglienti e intimi ristoranti familiari. Dobbiamo però dirla tutta: questo fenomeno, che ha preso il nome di “home restaurant”, in realtà nasce all’estero, in particolare Oltreoceano. A Cuba e New York è diffuso già da tempo (seppur su livelli un po’ diversi come lasciano intuire le location). In Italia forse c’è voluto un po’ di più prima che qualcuno si abituasse all’idea di accogliere nella propria casa dei perfetti sconosciuti per una cena in compagnia. Ma le iniziali reticenze del nostro popolo sembrano essere oramai superate, con home restaurant che stanno nascendo un po’ in tutta Italia.
Cosa sono? Di cosa stiamo parlando di preciso? Gli home restaurant non sono altro che veri e propri ristoranti aperti in abitazioni private. Non ci sono insegne, non ci sono tutte le “strutture” dei classici ristoranti, ma semplicemente delle persone che aprono le proprie porte di casa a degli sconosciuti, pronti a offrire un pranzo o una cena in cambio di un corrispettivo in denaro. Tra i primi a lanciarsi in questa novità ci sono Michele e Daniela, una coppia romana con due figli che ha sempre amato organizzare grandi cene con amici. Dato che la loro abitazione ha un ampio terrazzo, una bella veranda e un salone accogliente, hanno pensato che non sarebbe stato male aprire le porte di casa loro non solo a conoscenti, ma anche a persone vogliose di rivivere in un pasto tutta l’essenza della famiglia italiana. Il prezzo medio per un pasto completo è di 25 euro e a provare e apprezzare la loro cucina, fino a oggi, sono stati soprattutto turisti stranieri, curiosi di vedere come viene elaborata la storica tradizione culinaria nostrana dentro le mura familiari. Lo stesso hanno poi fatto in tanti, come Luca ed Elle a Como o Melissa e Lele a Milano.
È legale? Leggendo queste righe il dubbio sorge spontaneo: è legale tutto questo? Assolutamente sì. Naturalmente tutta l’attività deve svolgersi entro le mura domestiche e non ci devono essere insegne o altri strumenti fisici atti a individuare quell’abitazione come un locale commerciale. Anche burocraticamente non si prevedono particolari oneri o spese. Diciamo che, al momento, si è innanzi a una lacune normativa, per una volta positiva però. L’attività di home restaurant, infatti, può essere identificata come una normale contrattazione tra privati, quella che sta alla base, ad esempio, di siti di aste online quali eBay. Non serve neppure ottenere alcuna autorizzazione sanitaria specifica, visto che non è un locale commerciale, ma casa nostra. L’home restaurant, infatti, difficilmente sarà un’attività lavorativa principale, ma può invece essere un buon modo, creativo e simpatico, per arrotondare il proprio stipendio e racimolare qualche euro cucinando per degli ospiti e mangiando in compagnia.
Dal punto di vista fiscale, è possibile svolgere un’attività lavorativa occasionale, senza partita Iva, fino ad un massimo lordo di 5mila euro annui, che è la soglia di esenzione dall’obbligo contributivo. E non c’è la necessità neppure di fare una dichiarazione (stando all’articolo 1 della legge che regola il lavoro domestico). Sul reddito generato, non superiore ai 30mila euro annui, è previsto inoltre il regime agevolato dei minimi. Ciò che concretamente serve, quindi, è solo spazio, passione e ospitalità.
Dove trovarli? Non tutti probabilmente, ma siamo certi che qualcuno di voi si è incuriosito e vorrebbe magari provare un home restaurant per poi valutare se aprirne uno. Chi lo sa, magari proprio a Bergamo. Trovarli non è semplice visto che, come detto, non sono delle vere e proprie attività commerciali. Ma negli ultimi mesi sono nate diverse piattaforme online e comunità che raccolgono indirizzi, informazioni e contatti di molti home reastaurant italiani. Su tutti c’è Gnammo, piattaforma che propone più di 450 eventi “social” in 119 diverse città e perfetto punto di contatto tra cucina amatoriale e curiosità dei turisti: si propongono eventi, cene particolari e anche home restaurant. Ceneromane è invece la costola capitolina di Gnammo, un portale interamente dedicato al fenomeno delle cene in abitazioni private. Home Food – Le Cesarine è il portale giusto se cercate piatti tipici, ingredienti genuini e ospitalità autentica, potendo scegliere tra i percorsi gastronomici in calendario o richiedendo la disponibilità in una data specifica. Newgusto, infine, è una piattaforma digitale destinata in particolare ai turisti e tesa a favorire scambi culturali attraverso il cibo.
Facendo un giro su questi siti, si nota come Bergamo e la sua provincia, nonostante la lunga e apprezzata tradizione culinaria, manchino di attività di questo tipo. Chissà mai che, a breve, qualcuno non possa aprire un home restaurant in salsa orobica. In vista dell’Expo potrebbe essere la scelta vincente.