Sarà molto difficile per la Global Sumud Flotilla raggiungere l’obiettivo di consegnare aiuti di prima necessità a Gaza, riaprendo corridoi umanitari interrotti dal governo di Israele. È comunque rilevante la rottura materiale e simbolica di un assedio alla popolazione con un’azione di solidarietà così tanto partecipata.
Di questa azione fa parte anche Dario Crippa, 25 anni, studente di Neuroscienze e Filosofia ad Amsterdam, unico bergamasco dell’impresa. È a bordo della “Ghea”, piccola barca a vela italiana della Flotilla, composta da 70 imbarcazioni con 800 volontari.
Non è nuovo alle avventure, coma raccontato da Bergamonews e Corriere Bergamo: ha pedalato da Bergamo alla Cina, è passato per Iran e Iraq, e racconta tutto ai 13 mila follower su YouTube. Ora documenta anche questa missione, un diario di bordo in presa diretta.
«Seguo la causa palestinese da anni», spiega. «Nel 2023 sono stato alla Marcia per Gaza, fermata al Cairo. Ora ci proviamo dal mare: “Sumud” significa resilienza, come quella del popolo palestinese. La flottiglia vuole scuotere coscienze e governi: dimostrare che la compassione può superare le divisioni».
Israele ha annunciato che tratterà i partecipanti “come terroristi”. Lui mantiene i nervi saldi: «La paura c’è, ma più forte è il desiderio di aiutare chi soffre». La rotta resterà sempre legale, senza entrare nelle acque israeliane.
Da Bergamo, ogni sera un presidio segue i movimenti delle barche. Tra i più attenti c’è la madre di Dario, l’assessora Marzia Marchesi, che lo accompagna con messaggi poetici: «Intreccerò il mio fato nel telaio dei pensieri».
Dario sorride: «Quello che faccio nasce dai valori che mi hanno trasmesso i miei genitori. Il loro sostegno mi dà forza, sempre».