Applausi ai tifosi avversari

Entusiasmo da scala Mercalli

Entusiasmo da scala Mercalli
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Sono arrivati con un po' di tensione, perché certe partite l’Atalanta deve sudarle fino alla fine per strappare un risultato positivo; se ne sono andati con un sorriso grande così e la consapevolezza che questa squadra non ci azzecca nulla con la zona retrocessione. Perché gioca bene e, probabilmente, è pure più forte di quella che l’anno scorso ha stupito l’Italia e l’Europa. Non c’è che dire, i tifosi dell’Atalanta vivono un periodo assolutamente incredibile e tutti gli sguardi che incroci allo stadio raccontano la stessa emozione.

 

 

Il primo fresco non scoraggia il pubblico. Il mercoledì sera dei bergamaschi è quello classico del mese di settembre inoltrato. L’aria è frizzante, il brulicare di auto in zona certifica come anche stavolta allo stadio saranno in molti e anche se il colpo d’occhio si completa solo intorno alle 20.30 si capisce in fretta che i tifosi atalantini saranno al loro posto. Atalanta-Crotone non è una gara di cartello né i calabresi attirano folle oceaniche per lo spettacolo che offrono, e quindi tutti gli sportivi sugli spalti hanno un solo obiettivo: veder vincere la Dea. Intorno alle 20, un paio di prove audio con i tamburi che rullano in Curva richiamano tutti all’ordine; la Pisani è bella piena e fin dall’ingresso in campo delle squadre per il riscaldamento il sostegno è massimo. In Tribuna, qualcuno sorseggia un buon Prosecco mentre nei Distinti i più temerari affrontano la gara in pantaloncini e maglietta. Con l’umidità che ti assale, nemmeno una grande prestazione della squadra di Gasperini cancella il rischio del colpo di freddo.

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Pronti, via: bum-bum-bum Atalanta. Con puntualità svizzera, le squadre entrano in campo poco prima delle 20.45 ma c’è un dettaglio che non sfugge agli osservatori più attenti: mentre Gomez con il figlio Bautista e i compagni segue gli arbitri a ruota, il capitano del Crotone Cordaz resta indietro di qualche metro. Le maglie bianche dei calabresi si attardano e quell’istantanea sembra un presagio di quanto poi accadrà sul campo. Nonostante il Crotone la metta subito sul piano fisico (“sacolada” di Cabrera alle caviglie di Ilicic dopo nemmeno tre minuti), lo sloveno al quinto mette dentro per Petagna il più facile degli assist e la gara è già in discesa. Sarà per il vantaggio, forse per il clima di esaltazione collettiva oppure semplicemente per lo spettacolo offerto dai nerazzurri in campo, ma per tutto il primo tempo la Dea e il suo pubblico si abbracciano virtualmente in una sinfonia sonora, cromatica e calcistica da far accapponare la pelle. Dopo il raddoppio di Caldara, la perla che Ilicic regala al pubblico merita di essere vista e rivista per trovare una risposta alla domanda delle domande: se lo mettiamo in cima al Monte Pora, il numero 72 riesce a scendere anche sulla neve con lo stesso slalom?

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Il Papu e Orsolini, gemelli diversi. All’intervallo, come contro l’Everton, il risultato di 3-0 mette in ghiaccio i tre punti. Viste alcune scarpate di marca calabrese incredibilmente non punite dal direttore di gara, tutti quanti pensano sia meglio togliere subito Gomez per evitare guai grossi, ma il tecnico Gasperini decide di insistere e il Papu non perdona. Grazie all’assist di Ilicic e ad un calcio di rigore, il numero 10 infila la doppietta e arriva a quota quattro gol ufficiali prima di lasciare il posto a Orsolini. Ancora una volta, le scelte sono quelle giuste. Nel finale di gara, il numero 7 atalantino si prodiga per trovare la via del gol e al minuto 87’ è Ilicic a servirlo con un assist da urlo. Orsolini temporeggia, lascia che Cordaz si sieda e poi piazza il destro nell’angolino ma quando la gioia sua e dello stadio è ormai passata da almeno un minuto ecco il VAR che cancella tutto. Il ragazzo sorride e mima con la mano il segno della lacrima sul viso, qualcuno in tribuna sostiene che in realtà il gol è stato annullato perché sul tabellone non c’è più spazio ma nessuno si disperi: continuando così, la prima rete in Serie A è solo rimandata.

 

 

La gioia degli orobici e i supplementari dei calabresi. Negli ultimi venti minuti lo spettacolo si sposta sugli spalti e dopo il 5-1 succede per la prima volta una cosa che andrà considerata anche in vista della ristrutturazione dello stadio. Il coro «Siam bergamaschi e non conosciam confine» prevede che, al ritornello, tutti saltino a tempo: visto il coinvolgimento dell’intero stadio, è bene che l’architetto nerazzurro dia una ripassata pure ai criteri antisismici. Con la squadra che vola, la frequenza di certe manifestazioni d’affetto rischia di aumentare considerevolmente. L’ultima battuta spetta di diritto ai tifosi del Crotone: arrivati in circa cento unità dalla Calabria, i sostenitori degli squali hanno cercato di dare una mano con tamburi e applausi e anche se non c’è stata partita, dopo il fischio finale è arrivato un coro da spellarsi le mani: «I supplementari, vogliamo i supplementari». Non ce ne sono di storie, la passione per la squadra del cuore è qualcosa che hai dentro e non c’è risultato che possa davvero smorzarla.

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