Era giusto o no coprire le statue? (la cortesia non fa mai male)
Era giusto o non coprire le statue dei musei Capitolini come gesto di rispetto nei confronti del presidente iraniano Hassan Rohani? A leggere le reazioni sui giornali e sui siti la domanda sembra del tutto retorica. Secondo il punto di vista di tutti è stata una cosa inopportuna che ha coperto l’Italia di ridicolo. Anche il ministro della Cultura Dario Franceschini ha preso severamente le distanze dai responsabili dell’iniziativa, facendo notare che il suo ministero, che era quello in teoria competente, non era stato interpellato. Anche Renzi tra le righe sembra essersi infuriato per questa caduta d’immagine a livello internazionale. Insomma, a guardare le reazioni sembra che le domanda non si pone. Coprire quelle statue è stata una scelta ingiustificata e anche sciagurata.
Le cose si fanno meno semplici se si prende però in considerazione il punto di vista del diretto interessato, cioè il presidente Hassan Rohani. Il quale è esponente di un Iran moderno, molto lontano da quello oscurantista di Mahmoud Ahmadinejad, ha riallacciato relazioni con l’Occidente, ha siglato un accordo sul nucleare che è stato una delle più importanti e positive notizie del 2015. Ebbene Rohani, dimostrando grande dimestichezza nel rapportarsi con i media occidentali, in conferenza stampa non si è sottratto alla domanda che non poteva mancare: e senza entrare nel merito si è limitato a sottolineare, con eleganza, che «l’Italia è un Paese molto ospitale, che mette gli ospiti a proprio agio». Il che tra le righe vuol dire che le statue coperte erano state notate e che pur non essendo stato richiesto è stato letto come gesto d’attenzione verso l’ospite.
Essere giudicati un paese ospitale non è evidentemente fatto di cui vergognarsi, ma piuttosto è presupposto per costruire un’amicizia non formale che preveda anche un dialogo tra culture e civiltà diverse. E non solo rapporti di affari.
'Le Figaro' sulla vicenda delle statue dei Musei Capitolini nascoste dietro alcuni pannelli bianchi in occasione della conferenza stampa congiunta del presidente iraniano Hassan Rohani con il premier Matteo Renzi all'ombra del monumento equestre a Marc'Aurelio, 26 gennaio 2016. ANSA / WEB
'El mundo' sulla vicenda delle statue dei Musei Capitolini nascoste dietro alcuni pannelli bianchi in occasione della conferenza stampa congiunta del presidente iraniano Hassan Rohani con il premier Matteo Renzi all'ombra del monumento equestre a Marc'Aurelio, 26 gennaio 2016. ANSA / WEB
Il sito online di El Pais con un titolo sulla vicenda delle statue di nudi coperte per non urtare il presidente iraniano Hassan Rohani in visita a Roma, 27 gennaio 2016. ANSA/ WEB
Il sito online di Le Monde con un titolo sulla vicenda delle statue di nudi coperte per non urtare il presidente iraniano Hassan Rohani in visita a Roma, 27 gennaio 2016. ANSA/ WEB
Chiaro che, davanti ad un’offensiva mediatica come quella che si è scatenata, difendere una tesi come questa diventa impresa improba. L’eccesso di cortesia si è trasformato in un boomerang, che è tornato al mittente con una forza centuplicata... Sarebbe invece più interessante indagare su come i media di Teheran hanno raccontato la cosa. O cercare di capire perché nella grande cultura islamica il nudo costituisca tabù. Anche solo per conoscere meglio quella parte di mondo con cui volenti o nolenti ci dobbiamo rapportare, essendo un mondo di un miliardo di persone.
Esagerare i toni come hanno fatto tanti commentatori, a volte con un po’ di saccenza, in queste ore potrebbe essere visto in modo anche offensivo da quella grande parte di mondo. E potrebbe anche scaldare gli animi di tanti esagitati, che com’è ben noto costituiscono un non piccola fetta di quel mondo.
Dopo l’Italia Rohani farà tappa a Parigi. E le autorità francesi hanno già fatto sapere che nel pranzo di gala verrà regolarmente servito il vino (a chi lo vorrà, ovviamente), senza concessioni al fatto che per la cultura musulmana il vino è proibito. Nel menù della cena con le autorità italiane il vino invece non è stato portato in tavola. La sensazione che è Roma sia non solo più cortese ma anche più civile di Parigi.