Gianni Comotti ha riportato il mare nel centro di Nembro attraverso la sua vetrina
La "finestra" del locale in via Garibaldi trasformata in un fondale marino con conchiglie e persino una mandibola dentata
di Elena Conti
Da qualche giorno, i nembresi si sono imbattuti in una vetrina assai curiosa: una ricostruzione di un fondale marino in pieno centro storico, con tanto di stelle marine, conchiglie, uno scafandro e persino una mandibola dentata! Qualcuno si è chiesto cosa c’entrasse il mare con Nembro, ma la risposta è proprio lì, in vetrina.
«L’origine delle pietre coti - spiega Gianni Comotti, proprietario della vetrina e speleologo esperto - risale a 180 milioni di anni fa, quando il nostro territorio era un immenso fondale marino. Esse derivano da organismi antichi, dagli scheletri delle spugne che si sono distribuiti nel fango successivamente solidificato. Questi “spuntoni” hanno una funzione importante: affilano le lame metalliche, ma senza consumarle. Del resto, noi per lavarci usiamo le spugne naturali che non ci graffiano la pelle. Ecco perché ho intitolato la vetrina “Quando Nembro era fondale marino”».
L’idea di Gianni è arrivata in occasione della Notte Bianca di sabato 22 luglio: «Non soltanto una vetrina esteticamente bella per ravvivare il centro, ma anche a scopo divulgativo. Il mio negozio è sfitto da due anni e mezzo, ma ci sono progetti in corso per trasformarlo in un laboratorio per i ragazzi. Per realizzare la vetrina ho utilizzato reperti di diverse ere geologiche recuperati in ambiente marino, insieme a mio figlio, nelle grotte dopo le mareggiate, mentre qualche conchiglia e la mandibola mi sono state donate da Gianpietro Rota, un volontario di San Nicola. C’è anche un piccolo diorama, simile a quelli realizzati durante i laboratori al Mupic, che ho proposto come compito per le vacanze ai ragazzi. In futuro mi piacerebbe utilizzare ancora la vetrina per ricostruire altri ambienti».