I cinquant'anni dell'Aido: domenica al Monterosso atterrano i paracadutisti
Bergamo vanta una delle sezioni più attive e prestigiose: 77 mila iscritti. Il ricordo della "colonna" Patrizia Maggioni, recentemente scomparsa
Cinquant’anni e non sentirli. L’Aido celebra il mezzo secolo di vita e si prepara a vivere una delle stagioni più intense della sua attività. L’Associazione italiana donatori di organi e cellule negli ultimi mesi si è rinnovata. Ha persino aperto al digitale, con una app che permette di snellire le procedure di consenso alla donazione, attraverso un semplice clic. Un’iniziativa necessaria per adeguarsi ai tempi. E venire incontro alle persone che, ad oggi, sono in attesa di trapianto in Italia. Novemila, secondo i dati.
Le donazioni lo scorso anno sono scese dell’11 per cento, causa pandemia. Una riduzione inferiore a quella di altri Paesi europei, per carità. Ma occorre lavorare ancora molto, spiegano dall’associazione. Per esempio per lenire le differenze interne al nostro Paese. La maggior parte delle donazioni, infatti, avviene al Nord Italia. In un rapporto quasi triplice rispetto al Sud. Sono state 1235, durante il 2020. Con il nuovo approccio digitale, Aido conta di aumentarle.
Il nuovo sistema è stato presentato a settembre al Centro congressi di Bergamo. Scelta non casuale. L’associazione, infatti, è stata fondata nella nostra città, per poi allargarsi al resto d’Italia. Bergamo vanta anche una delle sezioni più prestigiose e attive del Paese. La presiede Monica Vescovi. Ha tanti, tantissimi iscritti. Settantasettemila nella sola provincia. E numerosissimi volontari. Come Patrizia Maggioni, scomparsa di recente per malattia. Aveva 68 anni e per quasi tre decenni è stata una colonna portante dell’associazione. «In Aido, era arrivata all’inizio degli Anni Settanta - racconta il consigliere provinciale Everardo Cividini -. Prima impiegata e poi segretaria nazionale dal 1973 al 2007 quando il quartier generale nazionale venne trasferito da Bergamo a Roma». «Cuore, passione, efficienza: Patrizia era per tutti un punto di riferimento» ha detto Leonida Pozzi, decano di Aido, nel commiato.
Fin dalle origini, Maggioni aveva lavorato al fianco di Giorgio Brumat e quella decina di “visionari” convinti che la nuova associazione potesse avere un futuro importante per le persone che soffrono. «Correva l’anno 1971 - racconta ancora Cividini -. A quel tempo l’associazione si chiamava Dob, ovvero Donatori organi Bergamo. L’aveva fondata Brumat. Era un informatore farmaceutico, colpito dai bambini che soffrivano per la dialisi in ospedale. Voleva fare qualcosa per loro. Insieme al parroco Giovanni Bonanomi e a un altro manipolo di persone della parrocchia e del centro trasfusionale Avis ha messo su l’associazione Dob. All’inizio li scambiavano per pazzi».
La sede era all’oratorio di Monterosso. Comincia da quelle sale una storia gloriosa che arriva fino ai giorni nostri. E che domenica 14 novembre 2021 verrà celebrata con una giornata speciale. Si comincia alle 8 con il ritrovo all’oratorio di Monterosso. Mezz’ora dopo la Santa Messa presieduta dal parroco Luigi Manenti. Quindi il corteo alla lapide che ricorda la nascita dell’associazione. Poi alle 10,30 tutti insieme al parco dove sfileranno i vari gruppi e atterreranno i paracadutisti dell’Associazione Paracadutisti Val Cavallina. A loro il compito far sventolare nel cielo di Bergamo la bandiera del cinquantesimo. Il lancio è previsto intorno alle 11.30. A garantire l’efficienza del ponte radio ci saranno gli specialisti del Unità operativa radioemergenze (Uor) di Bergamo. Mentre del servizio d’ordine si occuperanno la Protezione civile e i bersaglieri di Seriate.