Ibis e aironi "convivono" a Verdello: dissuasore sonoro per salvare i cedri monumentali
Le due specie di uccelli vivono in simbiosi nel parco di villa Giavazzi, ma resta il rischio per le piante secolari libanesi
È una convivenza particolare e unica, quella tra ibis sacro e airone cinerino, che si può osservare tra i rami dei cedri secolari libanesi nel parco di villa Giavazzi a Verdello. Prima gli aironi depongono le loro uova e poi, quando i piccoli lasciano i nidi, arrivano gli ibis che li riutilizzano per le loro, di covate. Un esempio di perfetta simbiosi divenuto ancora più eccezionale dopo che le due specie hanno deciso di "traslocare" insieme nel parco Don Guanella.
Negli ultimi anni la popolazione degli ibis è aumentata a dismisura. Questa specie di volatili che richiama fortemente l'antico Egitto, come riporta Corriere Bergamo, è diffusa ormai in tutta Europa. A Verdello sono arrivati tre anni fa, stabilendosi sui cedri monumentali: il timore era che la loro presenza non fosse salutare per le piante e che potessero verificarsi problemi con altri volatili. Se quest'ultimo scenario sembra ormai improbabile - vista l'ottima convivenza con gli aironi - il rischio resta per i cedri protetti.
Una campanella per impedire la nidificazione
La soluzione adottata dal Comune è stata suggerita dall'etologa Roberta Castiglioni, direttore della ricerca scientifica del Parco delle Cornelle: un dissuasore sonoro, ovvero una campanella che possa allontanare gli ibis impedendo la nidificazione nei due cedri liberi, mentre si continua a monitorare la garzaia del terzo albero - dove ibis e aironi condividono la rete di nidi. Ma da dove provengono questi ibis e perché hanno proliferato così tanto in Bergamasca e in bassa pianura?
Quelli di Verdello arriverebbero dalla colonia di Valbrembo, che dal 2012 fino a oggi ha iniziato a diffondersi sempre più passando da cinque a 150 esemplari. Diecimila gli esemplari stimati in tutta la Pianura Padana. Sulla loro provenienza, la questione è dibattuta: c'è chi ritiene che la popolazione italiana provenga dalla Francia e chi - invece - pensa a una fuga da zoo e allevatori privati italiani. In entrambi i casi, la specie si sarebbe adattata all'ambiente circostante, proliferando a dismisura.
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L'Europa, successivamente, ha etichettato l'ibis sacro come animale «esotico e invasivo», così anche l'Italia si è adeguata operando un piano di eradicazione. Nonostante ciò, l'etologa interpellata dal Comune ritiene che si tratti di decisioni «che non hanno ragione di essere» senza studi scientifici adeguati. E Verdello ne è un esempio: qui, l'ibis non attacca altre specie e - anzi - convive pacificamente e in sintonia con gli aironi.
Ancora molto poco si conosce di questo animale, che pare nutrirsi di larve di eristalis e di gamberi della Louisiana, una specie endemica ritenuta dannosa per la fauna locale arrivata una decina di anni fa. Questo aspetto è ancora tutto da scoprire: se davvero così fosse, gli ibis sarebbero un utilissimo alleato per contenere la diffusione di questa aggressiva specie di gamberi.
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