"Il labirinto della Rosa": in Fiera un'opera d'arte contro la violenza sulle donne
È stata dalla giovane writer Elisa Veronelli con una speciale vernice che trattiene le polveri sottili e restituisce aria pulita. Inquadrando un Qr code è possibile mettersi in contatto con l'associazione Aiuto Donna, che sostiene le vittime di abusi fisici e psichici
Un’opera viva e capace di comunicare. È questo il concept dell’installazione “Il labirinto della Rosa”, realizzata dalla giovane writer Elisa Veronelli e visibile alla Fiera di Bergamo, per sensibilizzare le persone riguardo al tema della violenza sulle donne.
Promossa da JTI Italia e Save The Planet, in collaborazione con le amministrazioni locali e PromoBerg, l’opera è stata dipinta con una speciale vernice anti-inquinamento che, grazie a una tecnologia tutta italiana, la rende capace di “respirare” come se fosse una pianta, trattenendo le polveri sottili e restituendo aria pulita. Inoltre, grazie alla presenza di un Qr code è possibile collegarsi a una pagina web da cui contattare Aiuto Donna, l’associazione anti-violenza attiva in Bergamasca per sostenere le vittime di abusi, fisici e psichici.
«La piaga della violenza sulle donne è una ferita sociale che la pandemia ha ulteriormente peggiorato – osserva Oliana Maccarini, presidente di Aiuto Donna –. Secondo i dati Istat almeno una donna su tre, nella propria vita, è stata vittima di abusi e negli ultimi due anni abbiamo visto il fenomeno crescere in modo esponenziale. Per molte donne è difficile chiedere aiuto per uscire dalla violenza. Ecco perché diciamo che quest’opera “parla”: il labirinto al cui interno è racchiusa la rosa ci rappresenta, ma soprattutto grazie al Qr code l’opera comunica con tutte le donne, mostra che una via d’uscita è possibile ed è a portata di click, in modo anonimo e immediato».
“Il labirinto della Rosa” è stato collocato all’ingresso della Fiera di Bergamo, così da accogliere tutti coloro che parteciperanno alle manifestazioni organizzate in via Lunga, richiamando la loro attenzione su due temi: la sostenibilità ambientale e il contrasto alla violenza sulle donne.
«L’opera ha il grande merito di rappresentare al meglio l’hi-tech made in Italy e di essere uno strumento innovativo che può aiutare le donne vittime di violenza – sottolinea il presidente di Promoberg Fabio Sannino -. Promoberg è da sempre impegnata contro la violenza di genere, con iniziative di sensibilizzazione, come ad esempio l’installazione di una panchina rossa - simbolo riconosciuto di denuncia e di lotta al femminicidio, inaugurata durante l’ultima edizione di Creattiva, manifestazione che tornerà in Fiera il prossimo 3 marzo».
A caratterizzare ulteriormente l’opera è il particolare materiale con cui è stata realizzata: il fotosan, una vernice totalmente naturale e prodotta in Italia, che attraverso la fotocatalisi ripulisce l’aria da numerose sostanze nocive. L’iniziativa si colloca quindi anche all’interno del più ampio progetto “sustainable cities”, lanciato da Save The Planet e JTI Italia per monitorare la sostenibilità delle città italiane.
«Per noi di JTI essere sostenibili significa lavorare ogni giorno per rendere il nostro mondo un posto migliore - commenta Lorenzo Fronteddu, corporate affairs & communication director di JTI Italia -. Siamo convinti che sia un concetto da declinare a 360 gradi, integrando in un’unica visione la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale. Abbiamo scelto Bergamo, la città simbolo della ripartenza del nostro paese e capitale della cultura nel 2023, perché crediamo che adesso sia il momento di ripartire insieme per costruire un futuro più sostenibile, su tutti fronti».
«Siamo veramente felici di aver portato a termine questa opera - ha affermato Elena Stoppioni, presidente di Save the Planet –. Avere la possibilità di lanciare un doppio messaggio su due argomenti di questo valore, come la violenza sulle donne e la salvaguardia del pianeta, è motivo di orgoglio per la nostra associazione».