La commozione dei fedeli

Il miracolo della Sacra Spina

Il miracolo della Sacra Spina
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Un’antica tradizione popolare narra che a San Giovanni Bianco, come in altre località italiane, sia conservata una delle spine della corona che venne posta sul capo di Gesù il Venerdì Santo di duemila anni fa. A donarla al paese brembano fu un valoroso soldato, tal Vistallo Zignoni, che nel 1495, durante la battaglia di Fornovo sul Taro, sottrasse la preziosa reliquia al segretario del re di Francia Carlo VIII. Zignoni era nato a San Giovanni Bianco e i suoi concittadini, in ricordo delle sue gesta e di quel dono, gli eressero un monumento nella piazza principale, proprio di fronte alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Evangelista, dove da allora la “Sacra Spina” è conservata in una teca posta in un altare laterale. Sulle pareti della chiesa, nei dipinti di Antonio Morali, c’è il racconto di quell’episodio.

Da allora la Sacra Spina è venerata da tutta la gente della Valbrembana che ogni anno partecipa in massa alla festa celebrata nella Domenica di Passione che precede di 15 giorni la Pasqua. Si racconta che ogni volta che il Venerdì Santo coincideva con il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, la reliquia produceva fiori miracolosi. Un prodigio inspiegabile. Le cronache riportano che l'ultima volta che tale fenomeno si era manifestato era stato 84 anni fa, nel 1932. Il tempo trascorso non ha tuttavia fatto venir meno la devozione popolare e, anno dopo anno, l'attesa del miracolo da parte dei fedeli è sempre stata grande. Quest'anno Venerdì Santo e Annunciazione coincidevano e domenica 27 marzo, giorno di Pasqua, le preghiere ininterrotte e le speranze di tante persone sono state esaudite: un germoglio ha colorato la reliquia e la presenza delle gemme sullo stelo ligneo hanno mostrato un visibile cambiamento.

 

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L’annuncio è stato dato in chiesa dal vicario generale monsignor Davide Pelucchi, presidente della commissione diocesana per la Sacra Spina. La chiesa era gremita e la gente è scattata in piedi dai banchi e ha cominciato ad applaudire commossa. Subito dopo le campane hanno suonato a festa. Un richiamo a tutto il paese e alla valle. Migliaia di persone sono accorse verso la parrocchiale. Il vescovo Francesco Beschi ha riconosciuto ufficialmente che «il segno si è manifestato»: «La prudenza, la serietà, le competenze di coloro a cui ho affidato il compito dell’osservazione della reliquia e l’evidenza del segno mi inducono a confermare che questi è avvenuto», ha scritto il vescovo, che domenica prossima, 3 aprile, salirà a San Giovanni Bianco per incontrare la comunità.

Questo l’annuncio del vescovo, Francesco Beschi.

Care sorelle e cari fratelli,
la venerazione della reliquia della Sacra Spina, custodita nella Chiesa e dalla Comunità parrocchiale di San Giovanni Bianco, si è storicamente alimentata ad un particolare segno, chiamato «fioritura», che si verificherebbe in occasione della coincidenza del 25 marzo, solennità dell’Annunciazione di Maria, con la celebrazione del Venerdì Santo. Con grande gioia posso annunciare che il segno si è manifestato. La prudenza, la serietà, le competenze di coloro a cui ho affidato il compito dell’osservazione della Reliquia e l’evidenza del segno mi inducono a confermare che questi è avvenuto.

La venerazione nei confronti della Sacra Reliquia da parte della comunità parrocchiale di S. Giovanni Bianco, delle comunità della Val Brembana, della Diocesi e oltre i confini della Diocesi, si rinnova alla luce di questo segno che ci riconduce alla Passione e Croce di Gesù e a ciò che rappresenta per la fede dei cristiani e per la salvezza dell’umanità.

Il fatto che il segno avvenga nella concomitanza delle celebrazioni dell’Annunciazione e della Passione e Morte di Gesù e della sua Risurrezione, ci interpella a considerare con la mente e con il cuore la manifestazione dell’amore di Dio che si è comunicato nella vicenda di Gesù di Nazareth, nel mistero dell’Incarnazione e della sua Passione e Morte. I cristiani testimoniano con la loro fede, con la vita comunitaria e con la loro esistenza che la solidarietà di Dio nei confronto degli uomini, diventa sorgente di una speranza più forte di ogni male e della stessa morte, perché credono che il Crocifisso è risorto: Egli è il Vivente, che dà la vita.

Care sorelle e cari fratelli, so come molti abbiano atteso con fede e preghiera questo segno: ora ci è stato donato non solo per essere venerato, ma perché i nostri occhi si aprano sulle tante spine che ancora trafiggono il capo del Signore, nei poveri, nei sofferenti, nei dimenticati, negli abbandonati, nei disprezzati e il nostro cuore si spalanchi perché si manifesti nei confronti di tutti i crocifissi nostri contemporanei la forza dell’amore che attinge al gesto supremo dell’amore di Cristo e che la Sacra Spina «fiorita» rappresenta in modo così coinvolgente. Mi unisco a tutti voi nel ringraziare il Signore di questo prezioso segno, consapevole con voi che custodirlo significa alimentare di giorno in giorno la nostra fede in Gesù Cristo, Salvatore del mondo e testimoniarla con la trasparenza evangelica delle nostre umili esistenze.

Con Benedizione.

+ Francesco Beschi
Vescovo di Bergamo

L'attesa del popolo. Le osservazioni della reliquia erano iniziate col Venerdì Santo, a intervalli di tre-quattro ore, da parte dei componenti della commissione vescovile, tra i quali il parroco don Diego Ongaro, il sindaco Marco Milesi e il responsabile del Gruppo Sacra Spina, Ercole Galizzi. Per tutta la notte precedente e per quella successiva decine di fedeli si erano alternati in chiesa in una preghiera continua. L'attesa del miracolo si era fatta più forte in seguito alle notizie giunte da Andria, in Puglia, dove la Sacra Spina era fiorita. Dopo la Messa vespertina di domenica, il parroco ha informato la gente che sarebbero state fatte le ultime due ricognizioni prima della chiusura della chiesa e della riposizione della reliquia nel suo tempietto. Proprio durante queste osservazioni il parroco, il sindaco e Galizzi hanno notato la fioritura di due piccole gemme sulla Spina. Sono perciò stati chiamati gli altri commissari e la reliquia è stata di nuovo osservata. Nel pomeriggio di lunedì, quando la chiesa è stata riaperta, la Sacra Spina, anzichè riposta nel tempietto era ancora ben visibile e illuminata sull'altare. E la gente ha capito.

 

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Un culto antico. Il culto della gente brembana per la “Sacra Spina” è antico. Le prime testimonianze relative a miracoli risalgono al 1660. Lo storico bergamasco Calvi racconta che, durante la visita pastorale del 1615 a San Giovanni Bianco, il vescovo Emo raccolse dalla Sacra Spina «alcuni fiorellini, portandoseli via in un guanto per sua devozione». Il 22 marzo del 1885, durante la processione con la reliquia, il vescovo Guindani notò l’affiorare su di essa di una piccola sporgenza a circa due centimetri dalla punta. Nel 1921, - anche allora il Venerdì Santo cadeva il 25 marzo - alcuni testimoni constatarono la comparsa sulla Sacra Spina di «numerosi fiorellini e di una grossa gemma visibile ad occhio nudo».

L’ultima volta che il fenomeno della fioritura miracolosa si era manifestato era stato nella notte del 27 marzo 1932. Quella data è rimasta impressa a fuoco nella storia di San Giovanni Bianco. Da mesi i fedeli si preparavano all'evento con veglie, preghiere, digiuni e penitenze e l'attesa era grandissima perché si sapeva che le Sacre Spine conservate in altre chiese Italiane davano luogo a manifestazioni prodigiose.

Il giorno di Pasqua la reliquia  venne esposta sull'altare e un fiume ininterrotto di folla le sfilò davanti. Verso le 23 il parroco Don Davide Brigenti notò nella Spina qualcosa di strano. Venne chiamato il medico del paese, membro della commissione tecnica, il quale rilevò sulla reliquia "una macchia rossa sanguigna, viva ed umida che tendeva a dilatarsi visibilmente in alto, visibile ad occhio nudo ad un metro di distanza". Il viceparroco ne diede notizia alla folla ancora numerosa. La voce del miracolo si diffuse in un attimo. Fu informato il vescovo e all'alba L'Eco di Bergamo uscì in edizione speciale. Si calcola che nelle due settimane seguenti alla fioritura siano arrivati a San Giovanni Bianco più di 200mila pellegrini, a una media di 15mila al giorno. L’arrossamento fu notato ancora per diversi mesi a seguire e i pellegrinaggi continuarono, provenienti da tutta Italia. Il 5 ottobre, a una festa in onore della Sacra Spina partecipò e tenne un discorso anche monsignor Angelo Roncalli, al tempo Nunzio Apostolico in Bulgaria, che sarebbe divenuto Papa Giovanni XXIII.

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