Il sapore di un whisky stellare E non lo diciamo così per dire...

Un nuovo aroma sta per conquistare gli appassionati degustatori di whisky del nostro pianeta. Nessuno prima d’ora ne ha ancora assaporato la consistenza. Da dove arriva? Dallo spazio. Ebbene sì, potrà risultare difficile crederlo, ma la Ardbeg, nota casa produttrice di uno dei migliori scotch whisky in circolazione, ha deciso di sperimentare una nuova frontiera dell’invecchiamento del pregiato distillato di malto. È ancora presto per conoscere i risultati dell’esperimento, ma dalle prime impressioni la bevanda «sembra buona». Non si può ancora parlare di una qualità di whisky "stellare” in vendita nei prossimi anni quindi, ma gli esperti scozzesi hanno analizzato il prodotto tornato dallo spazio e stanno valutando le nuove porte che potrebbero ora aprirsi per i produttori.
L’esperimento è tutt’altro che un passatempo, ed è stato realizzato grazie a un alto livello di scientificità. La stazione spaziale ISS è un grande laboratorio nell’orbita terrestre ed è una sorta di porto di mare, aperto a un costante via-vai di persone, prodotti ed esperimenti nello spazio. L’obiettivo degli esperti scozzesi è scoprire se l’assenza di gravità influisca in modo particolare sul malto, tanto da ricavarne effetti benefici utilizzabili anche sul suolo terrestre. In collaborazione con la NanoRacks LLC, una società che opera nel campo tecnologico, sono state mandate in orbita venti fiale del migliore single malt mischiato con legno di quercia. Le fiale hanno gravitato intorno alla terra per 3 anni, viaggiando a poco meno di 30mila chilometri orari a una distanza di 320mila chilometri dalla Terra. I risultati non saranno determinanti solo per la produzione delle bevande alcooliche, ma anche per comprendere meglio le reazioni dei materiali biologici e la funzionalità delle attrezzature utilizzate. I campioni sono atterrati lo scorso anno in Kazakistan e sono stati subito trasferiti in America per le analisi e la lavorazione. Il 9 settembre 2015 sono stati finalmente pubblicati i risultati.
«È un piccolo passo per l’uomo, ma un gigante balzo per il whisky» è stato il commento, tra l’ironico e il divertito, del dottor Bill Lumsden, numero uno della Ardbeg Distillery. «Il whisky spaziale — ha spiegato sul sito dell'azienda — ha un sapore del tutto particolare. Più affumicato, sapore che non ho mai provato qui sulla Terra». Naturalmente la Ardbeg sfrutta il momento per fare anche un po’ di pubblicità, ma le nuove possibilità introdotte dagli studi eseguiti sono molteplici, tanto che i rivali delle distillerie giapponesi hanno subito provveduto a replicare l’esperimento. L’ipotesi più probabile è che le molecole liberate durante la gravitazione spaziale conferiscano al whisky un gusto più morbido. Non è la prima volta che l’uomo spedisce a fermentare una bevanda nello spazio: la birra infatti ha già anticipato il whisky di qualche anno. L’impressione è che se l’aroma che si crea lassù risulterà essere davvero così speciale, tra qualche anno potremo veramente gustarci un whisky... stellare.