Lettera alle parrocchie

Il vescovo Beschi e l'accoglienza diffusa dei migranti: «Aprite il vostro cuore alla solidarietà»

Le considerazioni su società civile e politica, le iniziative della Caritas e l'appello alle comunità a offrire un aiuto

Il vescovo Beschi e l'accoglienza diffusa dei migranti: «Aprite il vostro cuore alla solidarietà»
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Un invito alle comunità a continuare il loro impegno nell'aiutare i migranti, ma anche all'accoglienza diffusa quello contenuto nella lettera che il vescovo Francesco Beschi ha inviato, la scorsa giornata (giovedì 21 dicembre), alle parrocchie della Bergamasca.

Le considerazioni su società civile e politica

Dopo aver ricordato che la Diocesi di Bergamo, da diversi anni, «non volta le spalle a coloro che arrivano da altri Paesi, col desiderio di una vita migliore o costretti da guerre, povertà e calamità naturali», ha anche fatto presente che alcuni di loro sono giunti in Italia attraverso le vie permesse dalle legge, altri «percorrendo le vie del rischio, dello sfruttamento e dell'umiliazione». Ha sottolineato la partecipazione nell'offrire un sostegno, della Chiesa ma anche della scuola, del mondo del lavoro e dei sindacati, così come del volontariato e dello sport.

Ha considerato poi come, nel tempo, le istituzioni di governo abbiano influenzato con le loro politiche le dinamiche dell'accoglienza, col limite di «considerare le migrazioni come un'emergenza, e non come un fenomeno strutturale della nostra epoca, affrontandolo come un problema più di ordine pubblico che sociale». Attraverso l'organizzazione e le relazioni, per il vescovo si è riusciti comunque a generare «dinamiche virtuose di riconoscimento e inserimento sociale, con un grande contributo dal mondo della scuola e del lavoro».

Le difficoltà dei nuovi arrivi

In seguito, si è voluto soffermare sulla prima accoglienza di chi arriva nella nostra nazione senza un permesso regolare: «Ricordo gli imponenti numeri a partire dal 2014, le emergenze siriana e dei paesi del Maghreb, quella afghana, così come quelle dell'Africa fino a quella Ucraina, con caratteristiche del tutto particolari. La Diocesi di Bergamo ha continuato a testimoniare la scelta di un'accoglienza convinta e condivisa e continuiamo ad esprimere il comandamento evangelico dell'ospitalità».

Arrivando poi alla considerazione per cui «con i nuovi arrivi permangono criteri e disposizioni del tutto inadeguati al fenomeno e provvedimenti che rendono sempre più difficile l'accoglienza, assumendo caratteristiche sempre più restrittive».

Le iniziative della Caritas e l'invito all'accoglienza

Poi, ha illustrato le nuove risposte elaborate dalla Caritas bergamasca, che «ha collegato istituzioni pubbliche e strutture, in gran parte di comunità religiose, che hanno ospitato i migranti, con gestione affidate alle cooperative scelte dai bandi della Prefettura. Ha inoltre predisposto un centro d'accoglienza, con alcune decine di posti, per accompagnare chi verrà distribuito in ogni provincia, gestito dalla Caritas con la Fondazione Diakonia, senza partecipare ai bandi statali».

Infine, ha evidenziato la promozione dell'accoglienza diffusa nelle varie comunità parrocchiali: «Sono consapevole di quanto fatto su questo fronte, così come delle fatiche e delusioni che possono portare a un sentimento di rinuncia. Ma sono anche confortato dalla loro generosità, che riscontro durante le mie visite. Proprio per questo, chiedo ancora una volta a sacerdoti e persone di aprire il loro cuore e manifestare solidarietà».

 

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