“Lo Spirito del Pianeta”, chiusura in grande stile per l’edizione 2022
Il direttore artistico Ivano Carcano, soddisfatto per la buona riuscita della manifestazione, ha voluto porre l’attenzione sulla deforestazione in Amazzonia e le difficoltà degli artigiani che lavorano negli eventi: «Siamo riusciti a creare un’energia positiva, la gente ha riscoperto il rapporto umano»
Lo scorso 26 giugno c’è stata la chiusura in grande stile dell’edizione 2022 de “Lo Spirito del Pianeta”, la manifestazione della cultura e dei popoli indigeni, che si è svolta alla Fiera di Bergamo ed è stata la più lunga finora: 19 giorni con la partecipazione di esponenti di 20 comunità diverse, provenienti da tutto il mondo. Del resto la volontà del direttore artistico Ivano Carcano e della moglie Simayiai Susan Muteleu era quella di ritornare, con maggior volontà di prima, con un evento che a causa della pandemia l’anno scorso era stato segnato da molte difficoltà. Oggi si può dire che quell’obiettivo di ritornare più forti sia stato raggiunto: «La struttura permette grandi numeri, molti di più rispetto a Chiuduno – ha spiegato Carcano -. Adesso verificheremo la possibilità di replicare quest’esperienza in futuro, tenendo anche conto dell’impegno e delle risorse che richiede un lavoro di questo tipo».
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per la partecipazione e l'entusiasmo delle persone: «C’è stata una presenza delle comunità e dei visitatori molto rilevante. Siamo riusciti a creare un’energia importante intorno a questa manifestazione». Tra gli aspetti più apprezzati l’ampliamento dell’offerta della ristorazione, con molti piatti esotici. Tuttavia, secondo chi lo ha organizzato, «centrale è stata la possibilità per le persone di socializzare: in questo senso noi abbiamo aiutato gli indigeni, ma a loro volta hanno ricambiato il favore. L’occasione di stabilire rapporti umani negli ultimi tempi è andata decisamente a mancare: dopo i gravi episodi di cronaca degli ultimi tempi, con improvvise esplosioni di collera, è chiaro il bisogno delle persone di tornare a incontrarsi e capirsi. Mi viene da pensare in particolare ai ragazzi, che sono stati in special modo toccati da questo punto di vista».
Con il ricavato dell’iniziativa, tra le altre opere benefiche, Carcano ci ha informato che è stato possibile pagare una borsa di studio per un giovane Inca che viveva sul lago Titicaca, che diventerà avvocato in Diritti Umani e difenderà le popolazioni locali. Settimana prossima saranno invece a Bruxelles, per presentare “Lo Spirito del Pianeta” nel contesto della discussione sui rapporti tra Unione Europea e Brasile, una nazione in cui le terre delle tribù dell’Amazzonia sono minacciate dall’esproprio e dalla deforestazione: «L’intento è portare l’attenzione anche su queste vite umane e la dignità che meritano da parte della comunità globale».
«L’aspetto più bello di quest’edizione – ha poi concluso il direttore artistico - sono state le relazioni umane creatasi tra i soggetti coinvolti, ovvero il pubblico, gli artisti e gli artigiani che lavorano in Fiera e in manifestazioni del settore. Negli ultimi due anni, il 35 per cento di questi professionisti ha chiuso e dovremmo anche cercare di comprendere la situazione in cui si sono ritrovati, dopo questo periodo difficile».