Dopo il live a Trezzo

La musica di Youssou N'Dour Un modello d'integrazione possibile

La musica di Youssou N'Dour Un modello d'integrazione possibile
Pubblicato:
Aggiornato:

Al di là degli avvicinamenti politici dei due "Matteo" nazionali sul modello d'integrazione dei migranti e la loro sostanziale distanza da quanto auspicato da Papa Francesco, può essere interessante vedere come la comunità senegalese si proponga, di fatto, quale efficace paradigma di convivenza e scambio culturale.

Chi è Youssou N'Dour. Sabato 8 luglio, al Live club di Trezzo d'Adda, tra i capannoni dello sprawl urbano, il concerto di Youssou N'Dour ha riunito, oltre a una buona parte della comunità senegalese lombarda, molti appassionati di musica. Per coloro che non conoscono uno dei più importanti e influenti musicisti africani contemporanei, va detto subito che non si tratta solo di cultura senegalese. Il suo sodalizio con Peter Gabriel, negli Anni Novanta, è stato determinante per la diffusione della world music. Con lo stesso Peter Gabriel, Bruce Springsteen e Tracy Chapman Youssou ha realizzato lo Human Rights Tour, una serie di concerti tenuti in nome di Amnesty International. Nel mondo globale Youssou N'Dour è un musicista autorevole ed affermato, in Senegal è un eroe nazionale. Non è stato solo uno degli artefici dell'evoluzione della musica popolare, è stato anche ministro della cultura e del turismo, è un musulmano modello, è un ambasciatore e imprenditore sociale: simbolo del riscatto di un continente, ha messo a disposizione il suo nome e parte del proprio patrimonio, per combattere Aids, lavoro minorile e debito dei Paesi poveri.

 

https://youtu.be/HdRu-DmUtSo

 

Incontrarsi nella musica. Il concerto è una festa. Tutti sono elegantissimi, hanno l'abito nuovo comprato per l'occasione. Sono orgogliosi di vivere in Italia e di poter condividere con noi il loro eroe nazionale. Nessun disagio, nessuna rissa. Solo musica di qualità, sia in scrittura che in esecuzione. Una comunità integrata ha bisogno anche di spazi culturali dove sentirsi rappresentata. Non spazi esclusivi e autoreferenziali, ma luoghi che tutti noi utilizziamo per rappresentare il nostro tempo. Spesso costruiamo modelli teorici di città e integrazione ma non spazi fisici dove questo possa avvenire. Quando la musica suona tutti ballano, ognuno a modo proprio, ma tutti nello stesso spazio condiviso. Io poi sono cresciuto con regatta de blanc, letteralmente la versione del reggae suonato dai bianchi (the Police): anche se la batteria di Stewart Copeland rimane inarrivabile, la potente sezione ritmica di Youssou N'Dour mi riporta in ambienti familiari. Anni fa vidi un suo concerto a Dakar; rivederlo nella provincia italiana fa sembrare il mondo più piccolo e in fondo un po' meno asimmetrico.

Seguici sui nostri canali