A Curno, una volta al mese

La serata speciale dell’Openspace La pista è per i ragazzi disabili

La serata speciale dell’Openspace La pista è per i ragazzi disabili
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L’Openspace è una discoteca a misura di disabile. Ogni ultimo venerdì del mese il locale ospita tavolate con gruppi di disabili, associazioni, genitori e accompagnatori. Dopo cena queste persone scendono in pista e si divertono come tutti gli altri, in mezzo agli altri, che li accolgono a braccia aperte. Una delle ultime occasioni è stata la pizzata organizzata dal Gruppo Volontari di Curno, che hanno potuto festeggiare e ballare insieme ad alcuni disabili. Racconta il titolare, Guido Santinelli: «L’iniziativa è partita ormai dieci anni fa, quando abbiamo iniziato a ospitare le feste dell’associazione “Oltre noi”. Man mano si sono aggiunte diverse realtà associative del territorio che hanno individuato nel nostro locale uno spazio amichevole dove festeggiare e stare bene insieme».

 

 

Tutto è cominciato con la richiesta di una giovane con un elevato grado di disabilità che desiderava entrare: «Inizialmente rimasi stupito dalla richiesta perché davo la cosa per scontato. Avevamo aperto da poco e magari la ragazza intendeva domandarmi se ci fossero barriere architettoniche. È potuta entrare tranquillamente perché non ci sono problemi di quel tipo all’Openspace. Ho compreso appieno cosa intendesse solamente dopo: si riferiva alla possibilità di usufruire dei servizi come tutte le altre persone». Il titolare Santinelli si è accorto che la sua apertura verso le persone disabili non era così scontata: «Solitamente le associazioni e i ragazzi disabili si stupiscono per la disponibilità del locale, ma per me serate come queste sono normali, siamo aperti a tutti».

Lo scorso 13 maggio c’erano i Volontari di Curno a far festa, insieme a un gruppo di giovani disabili: «Dopo cena sono scesi in pista con i loro deambulatori ed è stato bellissimo vedere che si divertivano e ballavano latino-americano. Un ragazzo ha perso il suo giubbino e lo zaino a tracolla. Tutti i clienti presenti si sono dati da fare per ritrovarli, ma niente da fare. A quel punto uno di loro si è tolto il gilet e l’ha offerto al ragazzo perché non prendesse freddo. Il giorno successivo abbiamo trovato tutto dietro un divanetto, compresi portafoglio e soldi».

 

 

C’è stata poi la volta della capoeira: «Quella sera abbiamo ospitato uno spettacolo con ballerini brasiliani e il gruppo di giovani disabili ha ballato alla grande. Alla fine un ragazzo mi ha detto che è stata la serata più bella della sua vita. Per me è stata una grandissima emozione: mi sono sentito molto piccolo e mi sono reso conto di come semplici attività quotidiane quali mangiare una pizza o delle patatine, possano rendere felice una persona meno fortunata di noi». Le istituzioni non sembrano tenere il passo: «In varie occasioni ho offerto la mia disponibilità a ospitare gratuitamente spettacoli, raccolte fondi, concerti che possano stimolare l’integrazione, ma non ho ricevuto alcuna risposta».

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