La speranza data dal cavallino che ha resistito alle fiamme
Sembrava un film dell’orrore. Un inferno di cristallo nel salotto buono della città, ieri sera alle 20, con la giostra dei bambini avvolta dalle fiamme. Si parla di un cortocircuito, ma saranno visionati i filmati delle telecamere e analizzati gli elementi sul campo per fare chiarezza sull’accaduto. Un rogo dalla forte valenza simbolica, che ha trasformato un po’ tutti in reporter e fotoreporter, facendo impazzire i social, tra commenti sdegnati sull’ipotetica trasformazione di Bergamo in un far west e derive poetiche non prive di fascino e talento. Una su tutte ci ha colpito: quanto scritto da Stefano Lavelli nel gruppo Sei di Bergamo se…
Mi sono avvicinato alla giostra alla ricerca di un dettaglio che distinguesse la mia foto da molte altre. Ho trovato questo particolare di cavallino, rimasto ancora abbastanza intatto bei suoi colori che spiccano sul resto delle lamiere, e altro, annerito. Mi ha dato l'impressione come se gridasse la sua resistenza alle fiamme. È uscito vincitore dall'inferno che ha colpito l'attrazione quindi la città, ieri sera. Pare un cavallino dotato di forza sua che sta urlando "bambini, ci sono ancora"!
C’erano tanti passanti, in zona. Anche bambini con gli occhi lucidi, ai piedi della Torre dei Caduti. Un brutto colpo per il proprietario Aldo Formaggia. Da un quarto d’ora il titolare aveva spento tutto, staccato la corrente, chiusa la casetta di legno che funge da biglietteria, costruita dallo stesso proprietario. Come gran parte della struttura era opera sua. La curava con amore, lucidando i cavallini come se fossero vivi. Da circa vent’anni la porta in centro a Bergamo, lui che è di Lecco. Era in macchina, ieri sera, con la moglie, quando dalle casette di legno di Piazza Dante lo hanno avvertito che la sua giostra stava andando a fuoco. «Non ci sono giostre così, solo un paio di esemplari in tutta Italia, questo tipo di giostra ha più di cent’anni», ha raccontato a L’Eco di Bergamo. Aldo è di una famiglia di giostrai: «dal 1892», come scritto sulla casetta di legno, risparmiata dalle fiamme. Il danno? 600-700 mila euro circa, ma la passione convogliata in quel manufatto non ha prezzo.
Prima delle fiamme, raccontano i testimoni, si è sentito un botto. In zona non c’era alcuna persona sospetta. Sul posto sono intervenute due volanti della questura, la polizia locale e due squadre dei vigili del fuoco che in 45 minuti hanno domato l’incendio. I complottisti non mancano mai, e magari no hanno tutti i torto. Forse rancori, invidia, malavita. Ma sono discussioni da bar. L’ipotesi del gesto doloso, dell’incendio frutto di un raid, non convince le forze dell’ordine e nemmeno i vigili del fuoco. L’ipotesi più probabile? Una scintilla che lentamente ha preso forza e ha mandato in fumo l’intera giostra.