Le migliori startup italiane secondo chi italiano non è
Business Insider, sito internet economico (e non solo), ha stilato una classifica di quelle che sono le migliori startup italiane. Più che un ranking, visto la passione tricolore per il pallone, diremmo un 11 titolare. Per startup intendiamo, convenzionalmente, quelle realtà di piccole dimensioni che, dando credito a un’idea, cercano di strutturare il progetto in forma concreta per renderlo possibilmente “generatore di profitto”. Come dice Steve Blank nel suo manuale di descrizione del fenomeno, «le startup non sono versioni in piccolo di grandi aziende. Una startup è un’organizzazione temporanea in cerca di un modello di business ripetibile, scalabile e profittevole». Il giornalista James Cook ha così selezionato quelle che sono le idee più riuscite del mondo delle giovani imprese nostrane. In realtà il criterio di “essere innovativo” vale fino ad un certo punto per la classifica stilata dal sito anglosassone, in quanto presenti anche realtà attive da più di 10 anni.
Iubenda
Nata nel 2011 e con sede a Milano, è una realtà che si occupa di privacy policy, ovvero di tutte le regolamentazioni dove ognuno deve dare l’ok “accettando le condizioni generali”. In base al Paese e al settore dell’applicazione, Iubenda fornisce il suo servizio in un tempo molto rapido (si stima intorno ai 3 minuti).
YOOX
Fondata in Italia nel 2000, oggi è una delle principali aziende a livello di e-commerce nel campo dell’abbigliamento. Pochi mesi fa ha acquisito Net-a-porter, creando così un colosso online del lusso, disponibile in oltre 100 Paesi, con un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro.
MusiXmatch
L’idea, venuta nel 2010 a Max Ciotola, ha ricevuto in cinque anni circa 10 milioni di finanziamenti, diventando il più grande database di musica a livello mondiale. Può vantare più di 30 milioni di utenti, con testi tradotti in 38 lingue. In più ha sviluppato per iPhone una clip che permette di fare video con sotto la musica della canzone preferita.
Arduino
Fondata nel 2005 ad Ivrea, il nome riprende il bar dove si trovavano gli iniziatori del progetto. L’azienda di Massimo Banzi lavora su software e hardware facilmente reperibili e fatti dal loro team di sviluppatori. Vende componenti essenziali dei pc e progetti più elaborati, permettendo di scaricare software in grado di potenziare le qualità dei vari computer.
Stereomood
Sito e app che permette di ascoltare musica in streaming, è nato nel 2008 a Milano, grazie a quattro ragazzi: Eleonora Viviani, Daniele Novaga, Giovanni Ferron e Maurizio Pratici. La particolarità dell’applicazione è che gli utenti possono selezionare lo stato di umore in cui si trovano e Stereomood propone immediatamente una playlist di canzoni adatte al momento.
Circle Garage
È una startup che produce hardware e, a seguito di una campagna di crowdfunding dov'era riuscita ad ottenere 80mila euro, ha creato Hiris. Quest’ultimo è un dispositivo da polso che permette di monitorare le attività del corpo del proprietario e può interagire con altri dispositivi multimediali dotati dello stesso sistema.
AppsBuilder
È stata fondata nel 2011 da Luigi Giglio e Daniele Pelleri con alla base l’idea di dare a tutti la possibilità di creare la propria app, riducendo i tempi e i costi di produzione. La creazione di un’applicazione al mese prevede l’esborso di 49 euro, ma è possibile provare l'applicazione per 2 settimane gratuitamente.
GiPStech
Startup calabrese fondata nel 2011, si occupa della geolocalizzazione dei dispositivi in ambienti indoor (al chiuso), sfruttando un sistema che si fonda sul geomagnetismo terrestre. La precisione delle misurazioni è molto alta, circa 1 metro, e permette di ottenere informazioni anche sul movimento e la direzioni dei corpi.
MoneyFarm
Nata nel 2011, è una startup che, sul sito di riferimento, permette di gestire e valutare gli investimenti. In base alle caratteristiche segnalate, cioè propensione al rischio, quantità di soldi da spendere e tempo, MoneyFarm consiglia come muoversi per trarre beneficio dal proprio investimento (consigli che possono essere seguiti o meno). Il vantaggio è che non viene sfruttata dagli speculatori che fanno gli interessi dell’una o dell’altra banca.
BeMyEye
Lanciata nel marzo 2013 da un’idea di Gian Luca Petrelli, BeMyEye è l’app che permette alle grandi aziende di tenere monitorati i vari punti vendita sparsi in giro per il territorio. Ciò è reso possibile grazie a gruppi di volontari, Eyes appunto, che verificano tutti i procedimenti della filiale, evitando i costi e le tempistiche più lunghe che comporterebbero la creazione di un gruppo di verifica dell’azienda.
Pathflow
È una startup fondata nel 2013 con il compito di studiare il comportamento dei clienti di alcuni negozi. Tramite le telecamere di sorveglianza, vengono analizzati i movimenti degli acquirenti (entrata e uscita, aree in cui stazionano più e meno) e in seguito i risultati vengono incrociati con quelli del marketing, per tracciare un bilancio ed apportare eventuali miglioramenti.