classe 1999

Le visiere di Marco Sala di Cazzano, quando stampare in 3D salva delle vite

Ha progettato e realizzato visiere anti Covid per medici e personale sanitario. Ne è nata una rete, duecento i pezzi donati. «Pensavo ai dottori, in particolare ad Antonio Loda, tornato dalla pensione»

Le visiere di Marco Sala di Cazzano, quando stampare in 3D salva delle vite
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di Giambattista Gherardi

È un ragazzo del ’99 e, suo malgrado, si è trovato in prima linea in una vera e propria guerra. Non si tratta del ricordo dei diciottenni scaraventati al fronte nel 1917, ma della storia attualissima di un ragazzo della Valle Seriana, Marco Sala, ventun anni compiuti ad aprile. La guerra, evidentemente, è quella che tutti noi ci siamo trovati a combattere contro il Covid 19. Marco l’affrontata con le armi della sua generazione: una stampante 3d e la capacità di lavorare in rete. Gratuitamente.

Con mamma Fulvia e papà Beppe, abile fotografo, Marco vive a Cazzano Sant'Andrea e ha da sempre la passione per la tecnologia, anche se ora, dopo un anno da universitario di Ingegneria, lavora come lattoniere in un’azienda della zona. Lo scorso gennaio si è regalato una stampante 3d: lo ha fatto in senso strettamente letterale, dato che dopo aver acquistato online i vari componenti l’ha costruita in proprio. «Ero francamente un poco scettica riguardo l’opportunità dell’acquisto – sottolinea mamma Fulvia, insegnante – ma già a febbraio ho dovuto ricredermi. Marco ha risposto a un appello lanciato online dalla ML Engraving, che chiedeva la disponibilità a stampatori 3d della Valle per realizzare le valvole utili ad adattare per gli ospedali le maschere da snorkeling. Marco ha risposto alla richiesta e tutto è iniziato».

Nei giorni dell’emergenza è emersa una necessità prima sottovalutata: quella relativa alle visiere, con le quali garantire protezione soprattutto ai medici di base, ai pediatri e più in generale al personale sanitario impegnato nel trattamento dei malati. «Ho progettato la visiera protettiva "A7" - ottimizzando progetti base reperiti in rete e stampando giorno e notte. Nei giorni di lockdown ho sempre pensato ai medici, a come potevo aiutarli ad aiutare, attivandomi concretamente. Conosco medici che in passato si sono presi cura di me e dei miei familiari, persone a cui dobbiamo molto e che si sono trovate ad affrontare in prima persona il rischio del contagio. C’è un medico in particolare, Antonio Loda, un grande amico di famiglia, che tanto ha fatto per mio padre, e che in questi mesi, pur essendo ormai pensionato, ha ripreso la propria attività lavorativa rispondendo alla richiesta di aiuto del Sistema Sanitario lombardo. Questo suo alto senso del dovere ed esemplare altruismo non poteva lasciarmi indifferente».

Le prime visiere vengono prodotte con fogli trasparenti usati da mamma Fulvia per le attività scolastiche, ma con il passare dei giorni e delle notti, si affinano dettagli e materiali, e nasce una piccola catena di montaggio, che coinvolge anche papà Beppe. I volontari della Protezione Civile, che in Val Gandino e non solo diventano preziosi corrieri per materie prime e prodotti finiti da recapitare ai medici di base, a quelli in servizio presso la Guardia Medica e ai pediatri di tutta la Val Seriana.

Online Marco trova la disponibilità di altri “makers” (stampatori 3d) che mettono a disposizione i propri mezzi amatoriali o quelli dell’azienda in cui lavorano per realizzare le “visiere salvavita”. A Marco si sono affiancati Antonio Fulvio Artina, Luca Ceini, Michael Finazzi, Daniele Maffeis, Paolo Sterni, Michele Zenoni, Ambra Suardi e Chiara Devasini. Sono entrati in rete a Costa Volpino, Villa d’Ogna, Leffe, Gandino, Palosco e Zanica. «È stata una lotta contro il tempo - sottolinea Marco - e tutti insieme abbiamo combattuto difficoltà logistiche e anche economiche. Tutte le visiere (complessivamente più di 200) sono state regalate...

L’articolo completo a pagina 25 del PrimaBergamo in edicola fino al 18 giugno, oppure sull'edizione digitale QUI.

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