Lettera di una madre ai suoi figli: «State vincendo la vostra partita più importante»
Daniela Pontiggia ha condiviso con noi delle bellissime parole rivolte ai suoi tre bambini: «Mi manca vedervi correre in campo con i vostri compagni, mi manca sentirvi arrabbiati quando tornate perché non è andata come volevate. Mi manca e so che manca anche a voi»
Queste settimane di isolamento forzato ci stanno mettendo sotto pressione. E, in Bergamasca, la situazione è ancor più difficile. Le tante perdite che molte famiglie hanno dovuto affrontare senza poter elaborare in alcun modo, anche soltanto con la vicinanza delle persone care, il lutto hanno acuito il senso di spaesamento, paura e insofferenza di molti. Tra le "vittime" più ferite da questa situazione, ma anche meno prese in considerazione poiché (fortunatamente) meno toccate dal virus, ci sono i bambini.
Le loro vite sono state messe in stand by, come le nostre, ma con l'aggiunta di un problema di non poco conto: il non capire cosa stia realmente succedendo. Tutti i genitori, in questo periodo, si sono dovuti confrontare con la difficoltà non solo di "riempire" i giorni dei loro piccoli, ma anche di spiegare loro il motivo per cui non possono andare a scuola, vedere i loro amici, uscire a giocare. Una nostra lettrice, Daniela Pontiggia, ci ha scritto una sorta di lettera dedicata ai suoi figli e che tocca proprio questo tema. Residente a Nembro, i tre figli di Daniela giocano nella Nembrese Academy. Ci rivela che la "presenza", sebbene a distanza, dello staff della società sportiva è stata fondamentale per aiutare i bambini ad affrontare con un pizzico di leggerezza in più questo momento difficile.
Riportiamo la sua lettera (e alcune belle foto che lei stessa ci ha inviato), perché crediamo che nelle sue parole si possano ritrovare molti genitori.
Mi sono sempre lamentata, lo ammetto. Perché di inverno si congela e d’estate fa troppo caldo. Perché per portarvi al campo devo fare la strada quattro volte avanti e indietro. E perché dopo tre anni entrate ancora in casa con i tacchetti sporchi e fate la strada di terra come pollicino e rigate il parquet. Perché siete in tre e per vestirvi quando fa freddo ci vuole la pazienza di un monaco buddhista.
Ma mi rendo conto oggi, dopo quasi due mesi senza allenamento, che mi manca tutto. Mi manca vedervi correre in campo con i vostri compagni, mi manca urlare perché siamo quasi sempre al limite dell’orario, mi manca sentirvi arrabbiati quando tornate perché non è andata come volevate voi. Mi manca e so che manca anche a voi. Si vede da come vi brillano gli occhi quando parliamo di calcio o quando la sera arriva il messaggio dai vostri mister con la challenge da preparare per il giorno dopo.
Non mi è mai interessato sapere che siate forti o siate delle schiappe. Ogni volta che vi saluto e vi lascio al campo ci diamo un cinque e vi dico solo "divertitevi", perché alla vostra età è quello che dovete fare. State facendo mille sacrifici anche voi, senza scuola, senza amici e senza sport. Ma devo dire che questa partita, che credo sia quella più importante della vostra vita, la state giocando da veri campioni.