Cento libri d'autore scritti oggi che rimarranno segreti fino al 2114
Cento libri, scritti con cadenza annuale da quest’anno fino al 2114, costituiranno una biblioteca creata per essere letta solo ed esclusivamente dai nostri posteri. L’impresa, che si chiama Future Library Project, è stata avviata dall’artista scozzese Katie Paterson. La aiuta un gruppo di studiosi della letteratura, una vera e propria task force, che ha il compito di nominare, anno dopo anno, gli scrittori chiamati a dare il loro contributo e a controllare che il piano del progetto venga trasmesso di generazione in generazione, senza essere modificato.
Si è cominciato dalle cose essenziali, cioè dalla materia prima. All’inizio del 2014, sono stati infatti piantati mille alberi in Nordmarka, appena fuori Oslo, per fornire la carta necessaria a stampare i cento libri. Questi verranno custoditi gelosamente in una stanza della Deichmanske public library, sempre a Oslo, che aprirà nel 2018. Il locale riservato alla biblioteca del futuro sarà interamente rivestito di legno e vi saranno display su cui si potranno leggere i nomi degli autori con i titoli delle loro opere. Ma non di più. La biblioteca sarà anche dotata di una stampante, per essere sicuri che il comitato organizzativo in carica nel 2114 abbia i mezzi necessari per pubblicare i volumi.
Il primo autore ad essere stato scelto dalla commissione è una donna, Margaret Atwood, vincitrice del Man Booker Prize nel 2000, per L’assassino cieco. Il suo compito, come quello degli scrittori che verranno dopo di lei, è quello di scrivere un libro, di qualsiasi lunghezza, che abbia però qualche attinenza con il tema del tempo. La consegna è prevista per il 2015. A chi le domanda come ci si sente, a scrivere qualcosa che nessuno leggerà prima della sua morte, risponde con un sospiro di sollievo: è ben lieta di non dovere affrontare nessuna campagna promozionale, né i giudizi della critica che, quando sono positivi, lustrano il nome dell’editore e, quando sono negativi, fanno ricadere tutto il biasimo sull’autore. Il Future Library Project, ha commentato la Atwood, «è il genere di cosa a cui dici immediatamente di sì o di no. Non ci pensi su per troppo tempo. Penso che si tratti di qualcosa che risale a quella fase della nostra infanzia, quando seppellivamo piccoli oggetti nel cortile, sperando che qualcuno li avrebbe riportati alla luce, in un tempo lontano nel futuro». «Forse nel 2114 i lettori avranno bisogno di un paleoantropologo, per tradurre alcuni di questi libri», ha aggiunto, pensando ai cambiamenti a cui potrebbe andare incontro l’inglese, da qui a un secolo. Basti pensare che la maggior parte di coloro che vi prenderanno parte deve ancora nascere e che ogni generazione sarà testimone di un’epoca.
Per cento anni, dunque, saremo accompagnati da una narrazione fantasma, un fiume sotterraneo che sgorgherà in superficie solo per i fortunati che ci saranno, nel 2114. E che qualcuno ancora ci sia, e che qualcuno abbia ancora il tempo, e la pace, per leggere, è la bella speranza che anima questo progetto.