Lo Pfand, ovvero: i vuoti resi te li sconto dalla spesa
Pfand, in tedesco, significa "pegno" o "deposito". E indica la buona pratica per cui, in ogni supermercato della Germania, è installato un macchinario a colonnina, entro il quale gettare i vuoti a rendere. Pfand, per essere precisi, è il nome del sovrapprezzo applicato, nel momento della vendita, a ogni bottiglia di plastica, vetro o latta: c'è proprio una voce nello scontrino, che varia da 0,08 euro per ogni contenitore di vetro, a 0,15 euro per la plastica da 0,50 litri, fino a 0,25 euro per le bottiglie di plastica da 1,5 litri. Questo plus di costo viene rimborsato alla restituzione del vuoto: si inserisce la bottiglietta nel dispositivo, si ritira lo scontrino e, alla fine della spesa, si riscuote, in forma di sconto sull'acquisto, la somma dovuta per la propria scelta ecosostenibile.
La pratica, qualcuno si ricorderà, era diffusa anche in Italia, e lo è stata almeno fino agli anni Ottanta, quando fu abbandonata, sull'onda del consumismo e dell'elogio dell'usa-e-getta. Ma in terra tedesca, si iniziava in quel momento la faticosa unione delle due Germanie, con tutta una rinnovata regolamentazione, in cui furono inserite queste lungirmiranti disposizioni: è del 1991 il primo provvedimento legato allo Pfand, poi naturalmente aggiornato, fino all'ultima legge in merito, datata 2006.
Lo Stato in prima persona. In questa conquista di civiltà, lo Stato ha certamente una parte più che attiva, che va ben oltre la mera legislazione: le macchine predisposte alla raccolta, infatti, leggono il logo Pfand stampato sulle bottiglie. E questo perché il governo ha imposto a tutte le industrie produttrici di acqua minerale, o di qualsiasi altro prodotto commercializzato in bottiglia e in lattina, di adeguarsi alla normativa. Tutti i produttori, di conseguenza, sono obbligati, se vogliono mantenere la loro fetta di mercato, a far parte della filiera del riciclo: devono chiedere allo Stato l'autorizzazione per eseguirlo ed essere predisposte per accogliere i vuoti resi, preventivamente sterilizzati da apposite ditte di smaltimento. In aggiunta a questo, negli ultimi anni si sta cercando di disincentivare la produzione di contenitori in plastica, in luogo di altri, meglio riciclabili, in vetro.
Aprendo un ragionamento a latere, si può chiaramente capire come questo costituisca un deterrente al commercio in terra tedesca per le imprese straniere del settore: le ditte estere, per essere in regola, devono già avere un conto corrente e la licenza d'esercizio in Germania; in più, in questo caso, per poter stampare il codice Pfand sulle bottiglie, devono ricevere un'autorizzazione internazionale, previo pagamento di una tassa. Un iter burocratico lungo e costoso, che evidentemente scoraggia l'esportazione straniera e agevola la produzione nazionale tedesca.
I vantaggi dello Pfand. I vantaggi del sistema dello Pfand, comunque, sono intuibili ed evidenti. Innanzitutto per l'ambiente, perché con la stessa quantità di materiale si possono produrre più volte più contenitori, impiegando anche minore energia e generando una ridotta quantità di rifiuti. Ma c'è un guadagno anche per i cittadini: il vuoto a rendere ricompensato si traduce infatti in un risparmio economico, stimolando di fatto una salutare forma di dipendenza da virtù civica. Oppure, in un modo diverso di fare l'elemosina. Non è raro, infatti, vedere, ad esempio a Berlino, bottiglie vuote di birra abbandonate per le strade della città: spesso si tratta di una scelta ragionata, e non di noncuranza. Sono soprattutto i ragazzi a lasciare i vuoti a rendere in zone particolari, perché senzatetto e persone in difficoltà possano raccoglierle e risparmiare sulla loro prossima spesa.
Gli altri Paesi europei. La Germania non è l'unico Paese virtuoso in questo senso, almeno in Europa. Con regole diversificate da Stato a Stato, un sistema simile allo Pfand è diffuso anche in tutta la penisola scandinava, in Olanda, Danimarca, Estonia e Croazia. In Italia è arrivato solo, per iniziativa autonoma delle amministrazioni, in alcuni Comuni del Piemonte, come Alessandria e Valenza. A Bergamo quando?