Intervista a Maurizio Costanzi

Lo splendido vivaio dell'Atalanta «Ci sono almeno altre tre pepite»

Lo splendido vivaio dell'Atalanta «Ci sono almeno altre tre pepite»
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I giovani dell’Atalanta sono sulla bocca di tutti i calciofili. Ne parlano i media italiani, ma pure quelli europei e mondiali. Le imprese della squadra guidata da mister Gian Piero Gasperini sono però frutto anche (o soprattutto) dei tanti ragazzi cresciuti a Zingonia. Abbiamo allora incontrato Maurizio Costanzi, responsabile del settore giovanile atalantino, per farci raccontare come vanno le cose nel vivaio. Negli anni, il serbatoio orobico è stato spesso elogiato, ma analizzare ora la situazione è semplicemente entusiasmante. Il quadro che ne esce è emozionante: l’Atalanta ha una “Cantera” di grande livello e i numeri sono decisamente impor tanti.

Maurizio Costanzi, quando si dice “vivaio nerazzurro”, di cosa si sta parlando?
«Il settore giovanile dell’Atalanta è formato da circa 310 tesserati, considerando le quattordici squadre complessive (abbiamo tutte le categorie, una squadra per annata) di cui nove hanno uno staff al completo. Parliamo quindi di circa cinquanta tecnici, preparatori atletici e preparatori dei portieri che ogni giorno contribuiscono alla crescita dei nostri ragazzi. Tra segnalatori e osservatori, ci sono altre cinquanta figure che vanno sui campi a fare lavoro di scouting: una quarantina di questi battono le zone più vicine, vogliamo essere molto presenti sul territorio, mentre una decina si dividono tra l’Italia e l’estero».

 

 

La prima squadra vola, come si lavora a Zingonia sulla scia dei successi di Gomez e compagni?
«Ovviamente siamo tutti entusiasti, non potrebbe essere altrimenti. Arriviamo da una bellissima annata con i due scudetti conquistati da Allievi e Giovanissimi Nazionali e ora i risultati della prima squadra sono grandiosi e permettono a tutti di continuare a vivere con il massimo dell’entusiasmo ogni giornata di lavoro: la squadra di Gasperini è il motore di tutta la società, si respira grande senso di appartenenza all’Atalanta».

Anche sui ragazzi è forte l’influenza dei risultati della prima squadra?
«I giocatori del vivaio, vedendo i risultati di un progetto così importante che coinvolge i giovani, non possono che sentirsi ancora più protagonisti e vogliosi di imitare i ragazzi che sono arrivati in prima squadra. Lo stimolo è forte, non è affatto lontano e anche il fatto di lavorare su campi attigui qui a Zingonia, quindi vedere e toccare anche i protagonisti della prima squadra, è molto importante. Per tutti».

Ci sono tanti ragazzi che si allenano con Gasperini, poi tornano in Primavera e risultano decisivi.
«Contro il Genoa abbiamo fatto molto bene, ma la prestazione di quelli che si allenano stabilmente oppure hanno già avuto modo di essere coinvolti nel progetto di Gasperini è stata quella che mi aspettavo. Non sono assolutamente sorpreso, devono fare questo fino in fondo. L’impegno deve essere massimo, nella Primavera come in prima squadra, e in tutte le squadre bisogna dare tutto: si pensa alla prossima gara facendo tesoro delle indicazioni dell’ultima gara giocata, guai a gestirsi e a penare di essere arrivati».

 

 

Come sono messi in classifica i nostri ragazzi?
«Siamo ai primi posti in tutte le categorie. Fino a pochi giorni fa eravamo primi con l’Under 17, i ragazzi del 2001 sono primi, i 2002 sono secondi a due punti dall’Inter e i 2003 sono primi in classifica. La Primavera è al secondo posto e quindi direi che, soprattutto per quanto riguarda le categorie dei più grandi, anche i risultati che arrivano sono pienamente soddisfacenti».

Tanti sono già stati anche convocati nelle Nazionali giovanili.
 «Il numero dei convocati può variare ma, considerando le annate più “vecchie”, abbiamo cinque ragazzi del 2002, cinque ragazzi del 2001, cinque ragazzi del 2000 e sei ragazzi del 1999 stabilmente nel giro delle Nazionali (italiane ed estere): sono circa una ventina su quattro squadre, più o meno la metà di ogni squadra base. Un grande risultato».

A gennaio è stato fatto mercato anche per il settore giovanile.
«Il passaggio fatto nell’ultimo mercato con l’inserimento di tanti ragazzi anche tra i giovani è importante, l’Atalanta così può fare un altro saltino in avanti. L’appeal della maglia nerazzurra e il progetto dei nostri giovani permette di arrivare in anticipo su tanti ragazzi e questo aiuta i rapporti con le società senza dimenticare che oggi, un giovane, all’Atalanta ci viene molto volentieri».

 

 

Da dove arrivano i ragazzi che sono nati più lontano da Bergamo?
«Abbiamo un paio di africani che arrivano dal Gambia e quindi parliamo di circa ottomila chilometri da Bergamo. Ci sono poi ghanesi, uno svedese, un cipriota, uno della Repubblica Ceca, un portoghese e molti altri. Complessivamente, solo una trentina di ragazzi arrivano da fuori regione e da altri Paesi e stanno alla Casa del Giovane, tutti gli altri sono di Bergamo, provincia o comunque lombardi».

C’è qualche nome che merita menzione in vista del futuro?
«Non voglio fare nomi e accendere i riflettori su questo o quel giocatore. Non è nel mio modo di fare, lasciamo che chi vede le partite giudichi e si faccia un’idea di quello che vale il settore giovanile dell’Atalanta. Quello che posso dire è questo: il panorama generale è molto buono, i valori sono alti e almeno tre, quattro autentiche pepite d’oro, una per ciascuna delle annate più vicine alla prima squadra, ci sono. Spero che possano sbocciare definitivamente e arrivare in alto».

Si dice che Gasperini sia molto attento ai giovani del vivaio.
«È un allenatore molto curioso, partecipe e interessato al settore giovanile. È una figura fondamentale, vederlo circolare sui campi è una grande cosa per tutti i ragazzi: quando può viene a vedere le partite e gli allenamenti, chiede e si informa parlando con i tecnici, senza troppi giri di parole. I giocatori che gli piacciono e gli interessano, a rotazione li chiama in prima squadra per gli allenamenti. Ovviamente per ora solo della Primavera, ma non si sa mai».

 

 

Lei è più curioso di vedere come andrà a finire, oppure felice e soddisfatto a prescindere?
«Sono prima di tutto curioso, è quella molla che ogni giorno mi permette di andare sul campo con voglia e fame di migliorare. E poi sono soddisfatto e felice di come sta andando, sarebbe incredibile il contrar io».

Il suo prossimo viaggio?
«Ne ho diversi in cantiere, adesso ho molti impegni qui a Zingonia, ma presto tornerò anche a girare. Attualmente abbiamo un nostro uomo in Cile a vedere i Mondiali Under 17, ci muoviamo molto».

Il presidente Percassi, quando la incontra, che cosa le dice?
«“Andate e fate”. È il nostro undicesimo comandamento».

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