Una lezione di realismo

La magnifica risposta del Papa sui fatti di Parigi e sulla libertà

La magnifica risposta del Papa sui fatti di Parigi e sulla libertà
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La domanda che ci assilla mentre il papa vola controsole verso le Filippine è: «Ma questo Francesco, non dorme mai? Ha preso forse un antidoto contro il jet lag?». Anche i giornalisti in aereo gliel’hanno detto: «Noi abbiamo qualche domanda da farle, però, quando vuole andare a riposare, faccia pure. Capiamo». E poi hanno cominciato a interrogarlo amabilmente.

La questione più à la page è stata quella sui recenti fatti parigini:

«Lei ha parlato della libertà religiosa come diritto umano fondamentale. Ma, nel rispetto delle diverse religioni, fino a che punto si può andare contro la libertà di espressione, visto che anche quella è un diritto fondamentale?».

Scusate. Dovremmo essere professionali e obiettivi, dovremmo esser capaci di separare i fatti dalle opinioni, dovremmo fare magari anche qualcos’altro. Però la risposta del papa è stata un fatto prima che la manifestazione del suo pensiero. Un fatto sul quale vorremmo poter esprimere la nostra opinione asetticamente professionale: è magnifica. Quando ha detto che se uno gli offende la madre, un pugno non glielo leva nessuno, ci siamo convinti al di là di ogni ragionevole dubbio di avere un papa come si deve. Qui di seguito il testo della risposta. Il giornalista che gli ha posto la domanda è francese.

«Grazie della domanda. Credo che tutti e due siano diritti fondamentali, sia la libertà religiosa che la libertà di espressione. Lei è francese: andiamo a Parigi. Parliamo chiaro: non si può nascondere la verità: ognuno ha diritto di praticare la propria religione senza offendere. Così facciamo e vogliamo fare tutti. Secondo: non si può fare la guerra o uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio. Di fronte a quello che succede adesso ci si stupisce, ma pensiamo alla nostra storia: quante guerre di religione abbiamo avuto? Lei pensi alla notte di san Bartolomeo.

[per chi fosse stato assente, la Notte di san Bartolomeo, tra il 23 ed il 24 agosto 1572, è quella in cui i cattolici francesi fecero strage degli Ugonotti, come erano chiamati i calvinisti francesi. Per maggiori particolari, vedi qui. La Saint-Barthélemy è da allora uno degli argomenti forti dei laicisti francesi contro la Chiesa Cattolica. Il papa ha proseguito]:

Come può ben comprendere anche noi siamo stati peccatori. [Tradotto: siamo ben coscienti di averne fatte anche noi di cotte e di crude. Ciononostante…]. Ma non si può uccidere in nome di Dio, è una aberrazione.

E ora arriviamo alla libertà di espressione: ognuno non solo ha la libertà, ma anche ha il diritto e l'obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. Pensiamo a un deputato o a un senatore se non dice quale è la vera strada da seguire: non collabora al bene comune. [E qui il nostro pensiero va alle raccomandazioni ripetute durante l’ultimo Sinodo: parlate chiaramente, dite tutto quel che ritenete di dover dire, non abbiate paura di chi sa quali ritorsioni]. Abbiamo l'obbligo di dire apertamente tutto, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente. Però se Gasbarri [il dottor Alberto Gasbarri, direttore amministrativo della Radio Vaticana e  organizzatore dei viaggi papali, che si trovava a fianco del Pontefice] dice una parolaccia contro la mia mamma gli arriva un pugno, è normale.

È la migliore definizione di “normalità” di questo secolo: è vero che certe cose non si possono fare, però è assolutamente “normale” che scappino. Anche a un papa che sa che non si devono dare i pugni. Teologia della misericordia applicata. Realismo integrale. Andiamo avanti:

Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. [“Non si può.., non si può.., non si può..” è un’anafora. Serve a dar peso a una dichiarazione] Benedetto XVI in un suo discorso aveva parlato di mentalità post positivista, della metafisica post positivista che porta a credere che alla fine le religioni e le espressioni religiose siano delle sotto culture, che sono tollerate, e che in fondo sono poca cosa. Non fanno parte della cultura illuminista.

[Come a dire, secondo Benedetto XVI: Il pensiero nato dalla Rivoluzione Francese ritiene che le religioni possano dire quel che vogliono, perché tanto contano zero. Parlino pure, tanto nessuno le ascolta, come succede ai discorsi dei matti].

È una eredità dell'illuminismo se tanta gente sparla delle altre religioni, se ridicolizza la religione degli altri [Francia Repubblicana, non ti distrarre: Sei stata tu a inventare l’insulto religioso moderno]; questi [Ovvero: Charlie Hebdo e i suoi seguaci] provocano. E così può accadere quello che succede se Gasbarri dice qualcosa contro mia mamma. Solo che c'è un limite. [Un pugno, un fallo di reazione, è normale che scappi. Dodici morti sono un po’ eccessivi] Ogni religione ha dignità. Ogni religione che rispetta la vita umana non possiamo prenderla in giro. Questo è il limite. Nella libertà di espressione ci sono limiti, come quello della mia mamma. Non so se sono riuscito a rispondere alla domanda».

Perfettamente, Santità. Perfettamente, a nostro umile parere. E adesso, per favore, si riposi per qualche ora almeno, perché da qui a domenica ne ha di cose da fare!

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