Sanità

Martina Absinta, dalla Bassa bergamasca all’élite mondiale della ricerca

La neurologa di Vidalengo conquista un prestigioso finanziamento europeo da 1,5 milioni per studiare i meccanismi della sclerosi multipla

Martina Absinta, dalla Bassa bergamasca all’élite mondiale della ricerca

Tra i “combattenti” che, armati di microscopio, cercano ogni giorno di decifrare la sclerosi multipla c’è anche una giovane scienziata che porta con sé un pezzo di Bassa bergamasca. Martina Absinta, originaria di Vidalengo di Caravaggio, ha ottenuto uno dei più ambiti riconoscimenti europei: l’Erc Starting Grant 2025, un finanziamento da 1,5 milioni di euro che sosterrà per cinque anni il suo progetto di ricerca sui segreti di questa complessa malattia, come raccontato da PrimaTreviglio.

«La sclerosi multipla è sempre stata un grande interesse per me, perché unisce due campi che mi affascinano sin dai tempi dell’università: Immunologia e Neuroscienze», racconta Absinta, professoressa associata di Neurologia all’Humanitas University di Rozzano e responsabile del laboratorio di Neuropatologia Sperimentale dell’Istituto Clinico Humanitas (Irccs). «Vincere un finanziamento Erc è un’enorme soddisfazione e ci permetterà di portare avanti uno studio ambizioso su una patologia che in Italia coinvolge oltre 144 mila persone, con più di 3.500 nuove diagnosi l’anno».

Il progetto MiST-MS

Con il programma “Microglia Stress response in Multiple Sclerosis” (MiST-MS), la ricercatrice punta a far luce sui meccanismi molecolari alla base della malattia, individuando marcatori prognostici e nuovi bersagli terapeutici. La sclerosi multipla è infatti un disturbo infiammatorio e degenerativo che può interessare cervello, midollo spinale e nervo ottico: le sue cause restano in parte sconosciute, ma i trattamenti oggi disponibili riescono a rallentarne il decorso e a ridurre frequenza e gravità degli attacchi.

Il progetto si articola in due linee principali. La prima studia l’invecchiamento cerebrale precoce legato all’infiammazione cronica: attraverso cellule del sangue o della pelle dei pazienti, riportate allo stadio di staminali e poi trasformate in microglia, sarà possibile osservare i geni e i meccanismi cellulari responsabili della senescenza. La seconda linea, più clinica, nasce da un’osservazione del gruppo di Absinta: alcuni pazienti presentano lesioni croniche attive nel sistema nervoso centrale, associate a un decorso più severo e a minori capacità di riparazione dei tessuti. Comprendere come queste lesioni condizionino la prognosi permetterà di personalizzare le terapie, rendendole più efficaci.

Una carriera internazionale

Dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, Absinta ha conseguito nel 2016 un dottorato di ricerca internazionale in Medicina Molecolare. Tra il 2012 e il 2018 ha lavorato ai National Institutes of Health negli Stati Uniti; poi è stata Assistant Professor alla Johns Hopkins University, responsabile dell’Unità di Neuropatologia Traslazionale all’Irccs San Raffaele e, dal 2024, guida un laboratorio all’Humanitas University. I suoi studi sono apparsi su riviste di rilievo come Nature.

«Fare esperienze all’estero è fondamentale, perché permette di conoscere diversi istituti e costruire collaborazioni»m spiega la scienziata. «Ma la mia scommessa era portare in Italia un laboratorio capace di sviluppare una ricerca di questo livello. Vedere che oggi i pazienti stanno molto meglio rispetto a vent’anni fa è una grande soddisfazione. È importante rivolgersi al neurologo quando compaiono sintomi come perdita improvvisa della vista da un occhio, formicolii persistenti, debolezza o problemi di equilibrio: grazie a diagnosi tempestive possiamo intervenire subito, proteggendo il cervello da ulteriori infiammazioni».