Novità a Bergamo

Nascono le Usca sociali: 7 assistenti sociali al fianco dei medici per aiutare i malati Covid

Affiancano le Usca qualora i medici o gli infermieri rilevino problematiche sociali durante le visite a domicilio. Inoltre, collaborano con gli assistenti sanitari del dipartimento di igiene e prevenzione dell’Ats, sostengono i cittadini bergamaschi in isolamento nei Covid Hotel e monitorano i soggetti potenzialmente vulnerabili

Nascono le Usca sociali: 7 assistenti sociali al fianco dei medici per aiutare i malati Covid
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A Bergamo il servizio delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale impegnate nella lotta al Covid, si arricchisce di nuove professionalità: dall’inizio dell’anno sono entrate infatti in azione anche sette assistenti sociali assunte dall’Ats di Bergamo. Queste nuove “Usca sociali”, che operano nei 14 Ambiti territoriali, già nel primo mese di attività hanno ricevuto numerose richieste di intervento.

«Il loro compito è quello di di favorire il raccordo con i servizi sociali territoriali, affiancando le Usca qualora i medici o gli infermieri delle Asst rilevassero problematiche sociali durante le visite a domicilio – spiega Iorio Riva, sociologo, dirigente dell’ufficio sindaci e coordinatore delle Usca sociali -. Inoltre, collaborano con gli assistenti sanitari del dipartimento di igiene e prevenzione dell’Ats qualora emergessero eventuali criticità sociali durante l’indagine epidemiologica, sostenendo i cittadini bergamaschi in isolamento presso i Covid Hotel e monitorando i soggetti individuati come potenzialmente vulnerabili dal progetto dell’anagrafe della fragilità».

Ad oggi sono oltre 6 mila gli interventi sanitari realizzati a domicilio dalle Usca. Nonostante i dati in provincia di Bergamo parlino di un’epidemia a bassa intensità, al momento, sono «oltre 2.700 le persone da monitorare tra positivi e contatti in isolamento – specifica il direttore generale Massimo Giupponi -, per questa attività sono impegnate quotidianamente le 12 équipes presenti sul territorio con 24 medici, attivi per 12 ore giornaliere, 7 giorni su 7».

«L’attivazione delle Usca sociali rappresenta un altro tassello che va a rinforzare l’assistenza sociosanitaria territoriale – commenta Marcella Messina, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci – L’esperienza nasce dalla trasformazione degli Ambiti territoriali in Utes, ossia Unità territoriali di emergenza sociale, attuata durante il picco della pandemia».

Inoltre, le attività sanitarie territoriali sono state implementate dall’arrivo degli infermieri di famiglia e di comunità delle Asst, che affiancano i medici di medicina generale e le unità speciali nella gestione dei processi infermieristici in ambito familiare. Questa figura porterà in prospettiva un contributo fondamentale all’attività sociosanitaria locale di prossimità, sia per il livello qualitativo dell’assistenza sia per quello quantitativo: a regime infatti saranno 176 gli Infermieri di famiglia impiegati nella rete territoriale bergamasca.

Ora si vuole mettere a frutto quell’esempio di concretezza attraverso il coinvolgimento dell’intera rete territoriale e professionale dell’assistenza sanitaria e sociale: medici di famiglia, medici di continuità assistenziale, psicologi, infermieri di famiglia e comunità, assistenti sanitari, ostetriche, assistenti sociali, educatori professionali, animatori sociali, assistenti socio-assistenziali.

«Dobbiamo guardare oltre il Covid – conclude Iorio Riva -. Oltre naturalmente non significa altrove, bensì mettere in sicurezza la popolazione tramite la vaccinazione e, contemporaneamente, cercare di costruire nuovi modelli assistenziali, dando vita ad una rete di prossimità integrata e attrezzata a rispondere alla rapida evoluzione dei bisogni di salute e di protezione sociale delle persone».

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