Va fortissimo in Cina

Com’è che nel mondo l’italiano è più studiato di francese e tedesco

Com’è che nel mondo l’italiano è più studiato di francese e tedesco
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L’italiano gode di una salute sorprendente. A dispetto di tutte le profezie di declino la nostra lingua sta attirando sempre più persone in ogni angolo del mondo. Secondo i dati resi noti dal nostro ministero degli Esteri, lo scorso anno oltre due milioni e centomila persone hanno deciso di frequentare un corso di italiano all'estero, un quattro per cento in più rispetto alla rilevazione precedente. Esattamente sono stati contati 2.145.093 studenti di italiano dispersi in 115 paesi del mondo. Così ci troviamo davanti ad una situazione decisamente imprevista: nella classifica delle lingue parlate al mondo l’Italia è al ventunesimo posto, ma è al quarto tra quelle più studiate. Arriviamo dopo inglese, spagnolo e cinese, cioè dopo lingue che oggi sono parlate da centinaia di milioni se non di miliardi di persone. L’Italiano che non arriva neanche a cento milioni di parlanti è invece più attrattiva di altre lingue più globali come il francese, il portoghese o il tedesco.

 

 

Come si spiega questo fenomeno? Il motivo è il più antico: l’italiano è associato ad un’idea di bellezza e quindi studiarlo significa poter padroneggiare meglio questa bellezza data dalla nostra grande storia culturale. Si studia l’italiano per familiarizzare meglio con un patrimonio che non ha paragoni al mondo. Lunedì il ministro degli Esteri Enzo Moaveri, aprendo la terza Edizione degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo ha ricordato questo aneddoto: «Il poeta John Keats, aveva scritto alla sorella Fanny sostenendo che nelle scuole britanniche bisognerebbe sostituire il francese con l'italiano, perché il francese non è la lingua della grande poesia e quella italiana suonerebbe musicalissima sulle labbra di chi la parla».

 

 

Ma questa ragione antica ha trovato anche aggiornamenti determinanti: parlano italiano la moda e il design. E parla italiano il mondo dei motori, grazie al prestigio delle Ferrari, un prestigio che non viene intaccata dal lungo digiuno di vittorie mondiali. Si parla italiano nel mondo delle moto, che piace tanto ai giovani. Naturalmente l’italiano è anche la lingua principe nella chiesa, a partire dalle tremila persone di ogni provenienza che lavorano in curia.

 

 

C’è poi da tenere presente il lavoro della rete diplomatico-consolare e degli Istituti italiani di cultura, che ha permesso in questi anni di censire tutti quei contesti di insegnamento autonomi che non vengono compresi nelle statistiche ufficiali. Un lavoro che ha permesso di aprire spazi anche in Cina, dove l’italiano potrebbe diventare una delle lingue straniere obbligatorie nel sistema scolastico, come ha annunciato agli Stati Generali della lingua italiana, Federico Wen, direttore del dipartimento di italianistica della Beijing Foreign Studies University. Già oggi In trentatré università cinesi, situate in diciassette diverse città, si insegna italiano. Tra queste, ventuno offrono corsi di laurea triennale e otto corsi di laurea magistrale.

Infine la nostra lingua ha potuto contare sulla naturale propensione social degli italiani. Stiamo bene quando siamo in relazione con qualcuno, ci piace parlare e raccontare. Così nella rete, da Youtube a Instagram tanti connazionali hanno conquistato milioni di follower; certamente hanno usato l’inglese, ma alla fine hanno acceso una grande curiosità verso la lingua del paese più bello e socievole del mondo.

 

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