Testimonianza

«Ora assaporo ogni momento della mia vita»

Terry Midali, 39enne di Branzi, ha dovuto lottare contro la Malformazione di Chiari. Ha rischiato di morire per un’emorragia cerebrale, ma non ha mai perso la speranza

«Ora assaporo ogni momento della mia vita»
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A luglio del 2019, dopo mesi di dolori lancinanti alla cervicale, decide di farsi una risonanza. Riceve pochi giorni dopo una telefonata: «Si ripresenti in ospedale per ulteriori accertamenti». Il 17 luglio arriva la “sentenza”: Malformazione di Chiari e Siringomielia. «Cose mai sentite  per me – racconta Terry Midali, 39 anni, originaria di Branzi ma da anni residente a Piazza Brembana con Giacomo, il suo compagno -. Ricerche, parole, informazioni cercando di capire cosa mi sta succedendo... e mi rendo conto che tutti i miei malanni e le mie difficoltà combaciano perfettamente con questa malattia. Dopo mesi di attesa in cui la sanità si è bloccata a causa del Covid, finalmente sono stata chiamata. Vengo operata mercoledì 10 febbraio 2021, un lungo intervento alla testa».

Le cose, poi, sono lentamente migliorate. Ma partiamo dall’inizio. La Malformazione di Chiari, o sindrome di Arnold-Chiari, è una rara patologia congenita: Terry l’ha scoperta solo pochi anni fa, a causa di persistenti mal di testa.

È un’alterazione strutturale del cervelletto, caratterizzata da uno spostamento verso il basso, precisamente in direzione del foro occipitale e del canale spinale, della porzione basale degli emisferi cerebellari. «Ho sempre sofferto di tensione e dolore a livello cervicale – ha raccontato a L’Eco di Bergamo -, ma è un sintomo abbastanza comune, che giustificavo con stress e ansia». Ma il dolore per lei è diventato sempre più forte.

La siringomielia è invece un’affezione del midollo spinale caratterizzata dall’infiltrazione del fluido cerebro-spinale (Csf) al suo interno con la formazione di una cavità cistica (siringa), che può provocare compressioni e lesioni alle fibre nervose del midollo stesso.

L’intervento, come detto sopra, è stato rimandato a causa della pandemia. «Non c’è la possibilità di “guarire” completamente, ma da lì in poi i problemi di cervicale e il mal di testa sono molto diminuiti». La riabilitazione è stata lunga.

Sembrava tutto risolto. Invece, mesi dopo, un giorno in cui era appena tornata dal mercato, ha capito che qualcosa non andava. Ha chiamato il suo compagno, che l’ha raggiunta a casa e ha notato che aveva la bocca storta. Ha composto immediatamente il 112. «Avevo in corso un’emorragia cerebrale, i medici se ne sono accorti appena sono arrivata in ospedale. Mi hanno fatto tanti esami tra tac, risonanza e angiografia. Sono rimasta per diversi giorni in terapia intensiva e poi in subintensiva. Sono intervenuti tempestivamente con la fisioterapia e grazie a loro col tempo sono riuscita a recuperare la mobilità della parte sinistra del mio corpo, che era praticamente paralizzata».

Il ritorno alla normalità è durato tre anni. Ora Terry si stanca più facilmente ma ha imparato a riconoscere e non superare i propri limiti. La sua vita è tornata serena. Ora assapora ogni momento, e ama stare con le persone a cui vuole bene. Raccontando la sua storia vuole lanciare un messaggio di speranza a persone che attraversano difficoltà simili alle sue: perché non si lascino andare.

Certo, capita a tutti di lasciarsi sopraffare da difficoltà di questo tenore. Il segreto è affrontarle man mano che si presentano: non tutti gli sforzi sono infatti alla portata di chi è affetto da tali patologie. Programmi e appuntamenti possono saltare: basta non prendersela. Le persone che ha vicino lo sanno e lo accettano. Però, un poco alla volta, Terry si è riconquistata la sua routine e il suo lavoro: «Ho ripreso a camminare, mi ha aiutato dover portare a spasso i miei due cani, ai quali sono molto affezionata. Ho ricominciato a lavorare gradualmente, senza forzare. Mi considero molto fortunata, a mio modo».

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