Nuovo test clinico

Papa Giovanni, studio rivoluzionario per la cura della leucemia linfoblastica acuta di tipo B

La ricerca è stata condotta da Andrea Biondi e da Alessandro Rambaldi, direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia dell'ospedale orobico

Papa Giovanni, studio rivoluzionario per la cura della leucemia linfoblastica acuta di tipo B
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L'ospedale Papa Giovanni di Bergamo pioniere della ricerca. Uno studio clinico di fase uno condotto insieme alla Fondazione Tettamanti di Monza su ventisette pazienti con leucemia linfoblastica acuta tipo B ha dimostrato che la somministrazione di cellule Carcik-Cd19, linfociti T geneticamente modificati per aggredire le cellule malate, è ben tollerata dai pazienti.

Questo perché ben tollerata dai pazienti, grazie a un livello di tossicità molto contenuto e si rivela efficace nel portare a una remissione completa di malattia in oltre il sessanta per cento dei casi. I risultati sono stati presentati a Milano nell'ambito del convegno "Bioskills, terapie avanzate: ricerca, innovazione e risultati clinici", organizzato dalla Fondazione Tettamanti.

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Alessandro Rambaldi

AndreaBiondi_FondazioneTettamanti
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Andrea Biondi

Questo studio segna un ulteriore passo in avanti nello sviluppo delle cellule Carcik, ricavate dal sangue di un donatore sano attraverso un processo più semplice, meno costoso e meno invasivo rispetto alla terapia Car-T. La Fondazione Tettamanti ha sviluppato, insieme all’Ospedale Papa Giovanni XXIII, una piattaforma per la produzione di cellule Carcik che sono utilizzate attualmente come approccio terapeutico per diverse forme di malattie onco-ematologiche recidivanti o refrattarie alle terapie standard e al trapianto di midollo.

Dopo il trattamento una remissione completa di malattia è stata documentata in diciotto pazienti su ventisette (66,7 per cento). Percentuali ancora più alte di remissione di malattia sono state osservate nei pazienti cui sono state somministrate le dosi di cellule più elevate. Le cellule infuse si sono espanse rapidamente in vivo e sono rimaste misurabili nel sangue periferico per molti mesi indicando che le cellule Carcik possono esercitare un controllo della malattia prolungato nel tempo.

Lo studio è stato condotto, nel ruolo di principal investigators da Andrea Biondi, direttore scientifico della Fondazione Tettamanti e dell’Ircss San Gerardo dei Tintori di Monza e da Alessandro Rambaldi, professore di ematologia all'Università Statale di Milano e direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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