Un’idea stupenda

Piccole penne nere crescono nel campo scuola degli alpini

Piccole penne nere crescono nel campo scuola degli alpini
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I bambini ne sono entusiasti. E gli anziani pure, perché i valori di quella penna nera sul cappello in questo modo vengono tramandati alle giovani generazioni. Tutti contenti, quindi, tant’è che il campo scuola degli alpini di Almenno San Bartolomeo, lungo due settimane (quest’anno dal 18 giugno al 3 luglio, nel comune valdimagnino, in località Campino, sulle sponde del fiume Brembo) è il più grande d’Italia: ospita 300 ragazzi dalla terza elementare alla terza media ad Almenno San Bartolomeo, per due settimane, su due turni.

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[ foto di Pio Rota prese dalla pagina Facebook Campo Scuola Giovani Alpini ]

 

Nato sette anni fa. «Ci siamo domandati – si legge sul sito del Gruppo Alpini di Almenno San Bartolomeo - cosa succederà alla nostra organizzazione quando non avremo più le risorse umane in grado di reggere la struttura operativa della Protezione Civile e dei Gruppi Alpini. La leva militare non c’è più, la società fin quando procede su questi valori di consumismo e di esaltazione dell’immagine ma fondamentalmente di poca sostanza, non produrrà ricambi, gli oratori, nel passato, grandi fucine di ragazzi impegnati, oggi cedono il passo alle polisportive, belle associazioni efficienti ma troppo competitive e altamente negative per chi rimane indietro e non tiene il passo, per cui abbiamo pensato di creare questo Campo Suola Giovani Alpini e ricominciare dai più piccoli, dalle generazioni pronte ad assorbire i nostri valori per formare i futuri volontari della Protezione Civile Alpini. Così pensando abbiamo seguito il nostro istinto, il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di amare, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Il nostro Campo Scuola Giovani Alpini prevede che i ragazzi adolescenti, nostri ospiti, non vivano l’esperienza come un semplice weekend in tenda o fruitori di un servizio turistico, ma come protagonisti di un’avventura vissuta in una comunità di coetanei. Certamente coadiuvati ed addestrati da educatori adulti i quali dovranno, pur giocando, dare il senso del dovere e del rispetto delle regole e formarli alle più semplici nozioni di Protezione Civile e di Pronto Soccorso. Il campo “Giovani Alpini” è una proposta fondata su valori “nostrani” nella quale il culto delle cose “alla moda” è sostituito dalle esigenze pratiche della vita di tutti i giorni. Le attività del campo sono regolate dal gioco e dalla competitività tra squadre. La squadra, formata da 12/13 ragazzi, diventa la comunità di riferimento».

Si parte dai «piccoli». «Ad aprire il campo sono i bambini di terza e quarta elementare che hanno trascorso qui due giorni, in seguito nella prima settimana sono stati presenti i ragazzi della quinta elementare, mentre per questa ultima settimana ci saranno i ragazzi di prima e seconda media – ha spiegato Mauro Guazzato, coordinatore della Protezione Civile di Almenno San Bartolomeo, a Bergamonews – I ragazzi di terza media, molti di loro già presenti negli scorsi anni, sono deputati al ruolo di allievi, ruolo che li occupa nelle mansioni domestiche da sbrigare nel campo, mentre i ragazzi di prima superiori sono investiti del grado di prefetti, posti ad aiutare i ragazzi più piccoli come accade in seminario, da qui il termine «prefetto».

L’attenzione alla sicurezza. Il successo del Campo Scuola “Giovani Alpini” è anche l’attenzione per salite e sicurezza: c’è un Pronto Soccorso da campo della sezione di Bergamo degli Alpini, la Croce Azzurra di Almenno San Salvatore attiva 24 ore su 24 e i medici volontari della clinica Humanitas Gavazzeni. Ci si diverte, anche, grazie alla parete da arrampicata, a escursioni organizzate sul territorio e sul fiume, a corsi tenuti da esperti del 118 e dell’esercito. Si parla anche di temi che interessano direttamente gli adolescenti: cyber bullismo, droga e alcolismo.

Dalle 6 del mattino alle 10 di sera. Grande il lavoro dei volontari che si occupano della protezione del campo e della cucina. Preparare colazioni, pranzi, merende e cene per tante centinaia di ragazzi affamati (e di volontari) non è uno scherzo. Però funziona tutto, tant’è che arrivano ragazzi anche dalle provincie di Milano, Como e Varese; e grazie al grande sostegno offerto dalla Regione Lombardia che offre il 90 % del materiale strutturale. Nel futuro si pensa a un’estensione del campo a un mese intero.

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