il riconoscimento Fnopi

Premio agli infermieri di famiglia e comunità del Papa Giovanni per le cure ai pazienti Covid e per i vaccini

Dallo scorso dicembre hanno eseguito a domicilio 1.537 tamponi e visitato oltre 700 persone tra Bergamo e le Valli Brembana e Imagna

Premio agli infermieri di famiglia e comunità del Papa Giovanni per le cure ai pazienti Covid e per i vaccini
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In sei mesi di piena operatività hanno eseguito a domicilio 1.537 tamponi, consigliando alle famiglie come evitare di diffondere il contagio in casa. Ma hanno anche effettuato 566 visite di monitoraggio, curato 65 pazienti Covid dimessi dal pronto soccorso e garantito la presa in cura di 138 persone, oltre ad aver vaccinato decine di migliaia di bergamaschi.

È un primo bilancio dell’attività degli infermieri di famiglia e di comunità in servizio da dicembre all’ospedale Papa Giovanni XXIII, che oggi, venerdì 11 giugno, sono stati premiati dalla Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni infermieristiche (Fnopi).

L’annuncio del riconoscimento è arrivato a Pavia, nel corso della tappa nel Nord-Ovest dell’Italia del Congresso nazionale itinerante di quest’anno, il secondo della Federazione e il primo nell’era Covid. A ritirare il premio erano presenti Cinzia Prometti, coordinatrice infermieristica dell’intero servizio aziendale, e l’infermiera di famiglia e comunità Laura Saladino, in servizio nel polo territoriale della Val Brembana.

«Questa figura professionale sta diventando un riferimento per l’assistenza di prossimità e per le attività di promozione della prevenzione e di stili di vita sani – commenta Simonetta Cesa, direttore delle Professioni sanitarie e sociali dell’Asst Papa Giovanni -. Così si intercettano i bisogni dei pazienti, si ritardano le ospedalizzazioni e si garantisce formazione e affiancamento ai colleghi. L’obiettivo è di avvicinare i servizi e le risorse ai contesti di vita quotidiana della comunità».

Il servizio

Attivato in piena emergenza sanitaria, il servizio degli infermieri di famiglia e di comunità è rapidamente cresciuto. Oggi conta cinque sedi territoriali operative tra Val Brembana, la Valle Imagna e la città di Bergamo, oltre al centro di coordinamento di via Borgo Palazzo.

Grazie a questi infermieri è stato possibile contenere e contrastare la diffusione del virus sul territorio, soprattutto nelle fasi più acute dell’emergenza e alla luce della recente recrudescenza dei contagi che ha riguardato in particolare alcuni Comuni dell’alta Valle Imagna.

Oltre ad effettuare i tamponi a domicilio, in collaborazione con le Usca, gli infermieri di famiglia hanno garantito consulenze e la sorveglianza attiva delle condizioni d’isolamento domiciliare dei pazienti postivi, individuando precocemente eventuali peggioramenti di salute e necessità di ricovero.

«I modelli sanitari cambiano e la figura dell’infermiere ha assunto un ruolo sempre più rilevante per la sanità, dentro l’ospedale e sul territorio – conclude il direttore sociosanitario Fabrizio Limonta -. Questo premio è un riconoscimento anche alla competenza, collaborazione, dedizione e coraggio di cui sono portatori».

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