Lieto fine

Prima il tumore, poi il Covid. Alla fine, però, Rodolfo e Loredana sono riusciti a sposarsi

Lui, direttore delle poste di Carvico ha 62 anni e a gennaio ha scoperto di avere un cancro al colon. A fine febbraio, inoltre, ha preso il coronavirus. Ha lottato, è stato intubato e in coma, è guarito e si è operato per il tumore. Dopo 110 giorni ne è uscito e ha detto sì alla sua dolce metà al Comune di Bergamo

Prima il tumore, poi il Covid. Alla fine, però, Rodolfo e Loredana sono riusciti a sposarsi
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Ha sconfitto il Covid e un tumore e ha trascorso 110 giorni in ospedale senza vedere la luce del sole. Ma la sua dolce metà, anche se non fisicamente, è sempre stata accanto a lui, infondendogli la forza di cui aveva bisogno per non mollare e per rimanere aggrappato a quel dono così prezioso che è la vita. E se oggi che il peggio è passato hanno potuto finalmente coronare il sogno di unirsi in matrimonio, d’ora in avanti la loro storia d’amore avrà un significato tutto nuovo. Questa bellissima e commovente storia l'hanno raccontata i colleghi di PrimaMerate.

Il contagio da Covid e il ricovero in ospedale. È il lieto fine di una brutta vicenda quello che hanno avuto la forza di raccontare Rodolfo Pandini, 62 anni e direttore dell’ufficio di Poste italiane a Carvico, e la sua compagna Loredana Formica, 60 anni. I due vivono insieme da cinque anni nel quartiere di Colognola di Bergamo e giovedì 16 luglio, dopo quattro mesi di inferno trascorsi nella paura di non potersi più riabbracciare, si sono scambiati la fede nuziale promettendosi eterna fedeltà.

La paura di non godersi quel futuro che tanto avevano desiderato di passare l’uno accanto all’altra è iniziato il 28 febbraio, quando Rodolfo ha accusato i primi sintomi del Covid. Poi, l’8 marzo, una crisi respiratoria l’ha convinto a chiamare l’ambulanza e nella stessa giornata è stato ricoverato all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove ha trascorso i successivi cinque giorni. Col passare del tempo le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare e la sua funzionalità polmonare è scesa drasticamente Così, il 13 marzo sera, i medici lo hanno intubato e gli hanno indotto il coma farmacologico, finché il giorno seguente hanno deciso di trasferirlo all’Istituto di cura Città di Pavia, nel reparto di terapia intensiva, e dopo poco più di una settimana lo hanno sottoposto alla tracheotomia. «Sono rimasto in stato comatoso per oltre trenta giorni e in questo periodo i dottori hanno giocato tutte le loro carte - ha raccontato Rodolfo, come se rivivesse quei tragici momenti in terza persona -. Il responsabile del servizio di Anestesia Guido Bellinzona e il suo staff mi hanno offerto un’assistenza impeccabile e si sono dimostrati eccezionali sia dal punto di vista professionale che umano. Ero al limite della sopravvivenza e loro non sapevano più come salvarmi, ma non si sono mai arresi. Altrove mi avrebbero abbandonato…».

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Il tumore e il trasferimento a Bergamo. Dopo tantissimi tentativi, all’inizio di aprile sono arrivati i primi segnali di ripresa e pian piano il direttore delle Poste è riuscito a sconfiggere il Covid. Il 28 dello stesso mese ha quindi lasciato Pavia, ma il momento di tornare a casa dalla sua amata Loredana non era ancora arrivato. A fine gennaio, infatti, gli era stato diagnosticato un tumore al colon che avrebbe potuto trasformarsi in metastasi. «L’operazione era stata fissata per i primi di marzo, ma con il Covid è passata in secondo piano - ha spiegato -. Dall’Istituto di cura sono stato spostato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, prima nel reparto di terapia sub-intensiva e poi in quello di chirurgia, dove il 13 maggio sono stato sottoposto a un intervento». Passati 14 giorni, il 62enne è stato trasferito nuovamente per cominciare la riabilitazione fisica e polmonare e quindi è rimasto fino al 26 giugno nella Casa di cura San Francesco, sempre a Bergamo. Quel giorno, dopo aver trascorso ben 110 giorni in quattro ospedali diversi e aver lottato con tutte le sue forze per la guarigione, sono arrivate le tanto agognate dimissioni e Rodolfo ha potuto finalmente trovare conforto nelle braccia della sua compagna.

L’amore e il sostegno della compagna Loredana. «Loredana ha sofferto tantissimo questa situazione e si è fatta carico di tutti i miei problemi - ha confessato Rodolfo con voce colma di gratitudine -. In questo periodo è sempre stata al mio fianco e mi ha sostenuto spiritualmente con dei gruppi di preghiera in cui ha coinvolto moltissime persone, dai Cappuccini del Convento di Bergamo fino alla Sicilia, sua terra d’origine. Quando ero in coma, questa positività l’ho percepita e sentivo di non essere solo, supporto che per me è stato fondamentale e per questo la ringrazio moltissimo». L’amore che li unisce è così forte da averli aiutati a lasciare alle spalle questa brutta esperienza per concentrarsi sul loro futuro insieme. L’anno scorso, infatti, la coppia aveva deciso di sposarsi e aveva fissato il matrimonio per il 12 giugno 2020. L’epidemia e il tumore che hanno colpito Rodolfo in questi ultimi mesi, però, hanno stroncato i loro piani e li hanno costretti a posticipare la data. «Appena abbiamo saputo quando mi avrebbero dimesso ci siamo messi subito a cercare il primo giorno utile per sposarci - ha proseguito commosso l’uomo -, e alla fine abbiamo scelto il 16 luglio».

Il giorno del matrimonio. Così, finalmente, giovedì 16 luglio è stato il grande giorno. Accompagnati in questo importantissimo momento da una ventina di persone tra parenti e amici più stretti, Rodolfo e Loredana si sono presentati al Comune di Bergamo di fronte al consigliere Massimo Bottaro per vedere riconosciuta dalla legge la loro unione e con gioia immensa hanno giurato di continuare ad amarsi nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia. Poi, concluso il rito, si sono spostati nel giardino di casa per una festicciola. «Sposarmi ha un significato immenso - ha concluso Rodolfo emozionato -. Questa malattia mi ha fatto capire quanto sia importante la vita e sono convinto che bisogna lottare sempre per lei, perché è troppo preziosa». La luna di miele in programma alle Seychelles, purtroppo, è saltata, ma l’intenzione dei novelli sposi è quella di recuperare a settembre con un viaggio in Sardegna.

La dedica degli amici. «Carissimi Loredana e Rodolfo, il vostro matrimonio è per noi motivo di grande gioia e commozione - sono intervenuti gli amici Rosanna e Cesare al matrimonio -. Vi siete temprati attraverso la prova di un lungo periodo di malattia, dolore e sofferenza, ma alla fine il vostro sentimento d’amore ne è uscito ancor più forte e saldo. Preghiamo il Signore Dio perché sempre vigili su di noi, salvaguardi la vostra salute e vi tenga saldamente uniti da un grande amore. Vi auguriamo con tutto il nostro cuore tanti anni di serenità, pieno di tante cose belle e di tante gioia. Con grande affetto e con un abbraccio, Rosanna e Cesare».

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