Da Bergamo a Brescia

Scarpette rosse fatte a mano per combattere la violenza e promuovere l'inclusione

Lunedì (2 ottobre), al Villaggio degli Sposi, arriva l'iniziativa. I lavori verranno poi esposti il 25 novembre nel Centro Culturale di Celadina

Scarpette rosse fatte a mano per combattere la violenza e promuovere l'inclusione
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di Camilla Amendola

Questo progetto parte dal basso. Parte dalle donne. Parte da una stanchezza cronica causata da una situazione perpetrata per troppo tempo e, nonostante sia utopico pensare che sarà questo progetto a mettere la parola "fine", è comunque importante continuare a parlarne, sempre, senza sosta.

Gli uncinetti di Bergamo e di Brescia si erano già uniti nel progetto delle fasce di Viva Vittoria per la catena umana dedicata alla Capitale della Cultura e ora tornano ancora una volta a sferruzzare insieme producendo l’assordante rumore di chi non si arrende.

Lunedì 2 ottobre, alle 15.30, al Cte (Centro per tutte le età) del Villaggio degli Sposi arriverà il progetto "Le scarpette dell’inclusione". Franca Cutillo, responsabile del progetto nel quartiere, ha spiegato: «Verranno realizzate delle scarpette rosse all’uncinetto. La scarpa rossa è il simbolo che in questi anni è stato attribuito alla violenza sulle donne. I lavori verranno poi esposti il 25 novembre nel Centro Culturale di Celadina in via Daste Spalenga 13-15, in onore della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne».

Il progetto, che si estende su Bergamo (centro e provincia) e Brescia, sta interessando tantissime donne: «Sto pensando anche di proporre delle letture, ma è ancora tutto da definire. Quando abbiamo realizzato le fascette eravamo in trenta, spero che questo progetto sia accolto da altrettante persone e spero anche ne prendano parte anche degli uomini». Monica Migliorati, educatrice di comunità per la terza età (attiva su varie zone del territorio), ha commentato: «L’attività non è importante solo per le donne vittime di violenza che ricevono un sostegno simbolico, ma anche per quelle, magari anziane, che si prendono la responsabilità di questo lavoro. Per loro è anche un modo per tenersi occupate e avere qualcosa da fare quando sono a casa da sole».

Questa attività è anche finalizzata alla raccolta di fondi. Infatti, come ha spiegato Carla Coletti, referente bergamasca del progetto per la cooperativa "Generazioni FA" (la quale ha condiviso l’iniziativa a livello territoriale): «I volontari, per produrre le scarpette, acquistano kit di 6,90 euro che contiene un filo rosso di lana di Silke by Arvier. Il ricavato verrà utilizzato per finanziare dei percorsi di formazione per le donne vittime di violenza che, purtroppo, dopo che hanno trovato il coraggio di denunciare, oltre a finire in comunità protette, difficilmente hanno la possibilità concreta di rifarsi una vita. Magari si tratta di donne mature. Noi vogliamo fare in modo di offrirgli la possibilità reale di ricominciale».

«È importante capire che questo progetto parte dal basso, parte dalle donne vittime di violenza che si mettono in gioco, dai volontari che realizzeranno le scarpette rosse, da educatrici ed educatori che proporranno il progetto ai Cte - ha detto ancora Coletti -. È possibile che a questi incontri nei quartieri, come quello che avverrà il 2 ottobre, siano presenti anche operatrici di Generazioni FA e forse qualche donna. Il 25 novembre saremo ovunque. Stiamo pensando a una performance teatrale e creando lavori e progetti in cui c’è molta collaborazione tra operatori e donne fragili, in generale. Ci troveranno dappertutto, sia in città che in provincia!».

Il progetto, realizzato nell’ambito di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura, è stato promosso dalla cooperativa bresciana "Le Scarpette di Maddalina".

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