L'appello

Da Caravaggio a Faenza per fare l'apicoltore, ma l'alluvione gli ha tolto tutto: raccolta fondi per Paolo

Il proprietario del Revel di Treviglio ha lanciato l'iniziativa per aiutare l'amico: casa e laboratorio sommersi dal fango

Da Caravaggio a Faenza per fare l'apicoltore, ma l'alluvione gli ha tolto tutto: raccolta fondi per Paolo
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Si era trasferito da Caravaggio a Faenza per inseguire il suo sogno, allevare le api, ma ora tutto quello che aveva costruito è finito nel fango. Nell'alluvione dell'Emilia-Romagna, Paolo Ferri ha perso fino a ottanta arnie, di cui «una trentina se ne sono andate trascinate via dalla corrente che si è mangiata metà del campo in cui si trovavano, nei pressi di un vicino corso d’acqua». Ora, il suo amico Francesco Evora Galimberti, titolare del Revel di Treviglio, ha deciso di lanciare una raccolta fondi per aiutarlo.

La raccolta fondi

Ai colleghi di Prima Treviglio ha racontato: «Paolo se n’è andato per amore e cambiare vita, ed era riuscito a mettere in piedi una piccolo allevamento di api, la sua passione, un’azienda familiare in cui lavora con la sua compagna. Adesso non ha più niente. Ho pensato di lanciare una raccolta fondi su internet: "Emergenza in Romagna - Bee kind, salviamo le api di Paolo". Ho postato un suo video che è diventato virale e in quattro giorni sono arrivati già ottomila euro. Sto diffondendo volantini nei bar, dove è stampato un QR code e l’Iban dove poter fare un bonifico. Sto anche lasciando una cassettina dove poter mettere il proprio contributo. Se serve è possibile contattarmi al numero 3271648725».

«Abbiamo scritto Sos sul tetto»

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Ferri è stato testimone diretto della tragedia che ha sommerso casa sua e tutto ciò che c'era intorno. Racconta: «Abbiamo tentato di tenere chiuse le porte, ma la corrente era troppo forte. Il primo pensiero è stato mettere al sicuro la mia compagna, le chitarre, raccogliere tutto quello che potevo e i documenti ma in dieci minuti si è allagato tutto il primo piano della casa, e con lei il laboratorio attiguo e gran parte dei macchinari che i trovano all’interno sono stati irrimediabilmente rovinati. Due giorni, in mezzo all’acqua. Abbiamo chiamato i soccorsi, il sindaco e abbiamo persino scritto Sos sul tetto ma gli elicotteri non si fermavano. Per fortuna poi il livello si è abbassato ma è rimasto il fango».

Gli manca tutto, tanto che l'amico Francesco sottolinea: «Sai perché Paolo non può farsela da solo la campagna di raccolta fondi? Perché gli servirebbe una casa, un pc, una connessione e... la corrente elettrica!».

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