Elidor Pàtisserie

La dolcezza di Silvia, che regala pasticcini alle persone sole di Borgo San Leonardo

Mezza francese e mezza friulana, si è innamorata di Città Alta e ha aperto in via Sant’Alessandro. Su Instagram ha lanciato l’hasthag #taölebé

La dolcezza di Silvia, che regala pasticcini alle persone sole di Borgo San Leonardo
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di Heidi Busetti

La dolcezza come antidoto ai mesi bui del Covid. Stiamo parlando di Silvia Di Sopra, 32 anni, occhi azzurri e una famiglia che, da ben quattro generazioni, affonda le radici nel mondo della cucina: la bisnonna francese era la cuoca del Visconte de Coüasnon de La Barillère, mentre la nonna italiana e i genitori avevano un albergo a Lignano Pineta. Un giorno, Silvia viene invitata a Bergamo e si innamora della vista di Città Alta. Così, tempo dopo, aprirà proprio qui la sua pasticceria, in via Sant’Alessandro 13. Le dà un nome evocativo: “Elidor”, trovato in un manoscritto medievale, durante gli studi universitari ad Arezzo. «Quando la città di Bergamo ha chiuso le porte a causa del lockdown, mi sono domandata come potessi rendermi utile. Così ho contattato il Comune e poi varie associazioni, per vedere il da farsi. In breve, mi sono attivata per preparare dolci che venivano poi distribuiti alle famiglie in difficoltà. Li ho donati anche alla prefettura e all’Ats, così che il personale potesse avere un attimo di dolcezza tra un turno massacrante e l’altro».

Silvia cucina senza sosta ma con criterio: sceglie infatti di preparare i dolci che hanno una durata maggiore e che siano facilmente porzionabili, così da poterli confezionare in sacchettini monodose. «Mi sono stati commissionati anche duecento muffin dall’ambasciata canadese, da destinare all’ospedale Papa Giovanni XXIII, imbustati singolarmente per via di precauzioni fondamentali. Di mia volontà ne ho aggiunti altri 80, perché volevo dare il mio supporto in un momento così difficile per la città».

A Silvia viene un’idea e su Instagram lancia un progetto con l’hasthag significativo #taölebé «un piccolo modo per far sapere a Bergamo e ai suoi abitanti che cosa provo per loro - scrive Silvia in tempo di Covid -. In questi giorni ho preparato dei dolci da distribuire agli abitanti soli e in difficoltà del mio vicinato, ma ora ho bisogno del vostro sostegno perché vorrei fare di più. L’importo dei vostri acquisti, unitamente alle spese di consegna, saranno utilizzati per il rifornimento di materie prime destinate a realizzare #taölebé». Giorno dopo giorno, sulla pagina sfilano menù dedicati al progetto: cheesecake alla ricotta, crostate alla marmellata, pere e mandorle, o al caramello salato, torte soffici alle mele, pere e cioccolato, panini al latte, torte salate. Un gesto delicato in linea con la voce gentile della ragazza e il suo volto così elegante.

«Arrivo da dodici anni di viaggi e in effetti sono ritornata da poco in Italia - racconta la pasticcera, per metà francese e per metà friulana -. Ho qui una cara amica che mi aveva invitato a trascorrere a Bergamo qualche giorno, e quando ha visto il mio stupore mi ha invitato a rimanere. All'epoca vivevo a Birmingham, in Inghilterra, arrivata da un periodo passato nelle cucine di un hotel nel cuore di Parigi. Ma mi ero un po’ stancata e desideravo tornare in Italia. Ho sempre subito il fascino delle città in collina e così... eccomi qua!».

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