"A place to be"

Tutti i mondi dell'Università di Bergamo raccontati in una nuova e viva web radio

Abbiamo passato una giornata negli studi dove vanno "on air" i programmi, le rubriche e la musica del progetto avviato il 20 marzo dall'ateneo

Tutti i mondi dell'Università di Bergamo raccontati in una nuova e viva web radio
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di Paolo Aresi

«Ci siamo trovati un anno fa con alcuni colleghi e con il rettore e ci siamo detti che bisognava fare qualcosa perché l’Università era ancora vuota, l’ombra del Covid continuava a pesare. Bisognava fare in modo di andare oltre quella situazione, oltre l’abitudine di tanti ragazzi di seguire le lezioni sul computer. Perché l’Università è qualcosa di vivo, che non si esaurisce in una lezioncina o in un esame, ma che dipende dai rapporti, da tanti iniziative, relazioni… Così abbiamo pensato alla Web Radio, per cercare di ricreare un senso di comunità».

Fabio Cleto, docente di Storia della cultura e di Letteratura inglese, parla nello studiolo di Radio Web UniBg, la radio dell’ateneo bergamasco inaugurata lo scorso 20 marzo che al momento coinvolge circa settanta studenti e che trasmette per ventiquattro ore al giorno, con diversi programmi in diretta. Cleto è il docente di riferimento dell’emittente, che si trova nella sede di via Salvecchio. Spiega Cleto che una Web Radio esisteva già nel 2007 e che l’iniziativa era guidata dalla docente Francesca Pasquali, che oggi è prorettrice per la Comunicazione. Quella radio visse per cinque anni, poi si spense. Ma da quella iniziativa emersero dei giovani che poi hanno proseguito, come Mattia Brena a Radio Montecarlo e Yuri Battistin a Rtl 102.5, o ancora Tiffany Pesenti che ha poi aperto una sua agenzia di comunicazione.

Una programmazione già ricca

La nuova Web Radio può venire seguita attraverso il computer (unibgonair.it) o anche mediante una app per lo smartphone, che si chiama "UNIBGONAIR". Spiega Cleto: «Siamo in fase ancora di messa a punto, ma abbiamo già la programmazione musicale e alcuni programmi in diretta e delle rubriche. Stiamo preparando una serie di podcast. Per esempio avremo un podcast dove alcuni dottorandi raccontano in forma narrativa quello che stanno studiando. C'è poi una dottoranda che si occupa di “antispecismo”, un approccio al mondo che cerca di andare oltre la visione dell’uomo al centro, la quale ci racconta l’intelligenza dei polpi. Un altro podcast è tenuto dai ragazzi che si trovano in Erasmus e che ci raccontano la loro esperienza. Questo podcast lo chiamiamo Oltre il giardino. Ne abbiamo un altro che si chiama Girlz dove le ragazze parlano di questioni legate al mondo femminile…».

Nella radio si trovano anche rubriche del tipo Quello che succede in università. Spiega Stefania Fabiani, che è studente di Economia e partecipa alla radio: «L’Università è un mondo, noi studenti siamo 22 mila… Ci sono un sacco di cose da raccontare, un mare di iniziative di cui nessuno sa niente. Per esempio nemmeno noi sapevamo che l’università ha un coro». Nicla Dell’Onore e Giorgia Trezzi trasmettono in diretta: «Raccontiamo diverse cose, all’inizio c’è sempre un po’ di panico, però poi si va. Dobbiamo ancora imparare molto. Prima stavamo raccontando di una pista ciclabile che ha un fondo speciale che riesce a immagazzinare la luce, un po’ come la fosforescenza, e poi di notte brilla… Parlavamo in diretta, gli ascoltatori possono intervenire, ma solo attraverso messaggi WhatsApp per ora».

Un mondo da scoprire

Il professor Cleto e alcune collaboratrici della Web Radio

Ogni sabato mattina i ragazzi della radio si riuniscono: «È un gruppo molto bello - dice Stefania -, veniamo da diverse facoltà, in molti non ci conosciamo, è un’occasione di incontro, impariamo a fare gruppo, è un’esperienza nuova. È anche un modo per fare conoscere l’Università sia dentro che all’esterno. Ci sono tante iniziative interne che nemmeno noi conosciamo, figuriamoci all’esterno. Prendiamo l’esempio del coro, non lo sapevo nemmeno io».

Sabato 22 aprile, alla sera, proprio il coro si esibirà al Teatro Sociale insieme ai gruppi canori di altre venticinque università italiane, un evento che rientra in questi mesi di Capitale della Cultura, e che ha un valore simbolico non indifferente: fare sentire la propria voce seguendo melodia e armonia.

Oltre uno schermo

Insomma, l’Università è un mondo, ribadisce il professor Cleto, e un mondo è fatto di cuori pulsanti, di sguardi, di strette di mano. Un mondo non può semplicemente apparire su un video, non è riducibile a una corrente di elettroni. «Un anno fa - dice Cleto - facevamo ancora lezione davanti a tre studenti in aula, perché gli altri erano ancora rinchiusi nelle loro case davanti a un video. No, non era una situazione sostenibile». La Web Radio è nata grazie anche alla collaborazione con Luca Viscardi di Rtl, con il giornalista Antonio Dini, con Mirko Rossi che ha realizzato il logo con il motto, il “liner”: «A place to be», un posto per essere. Che significa anche “un posto dove stare”. Insomma, un posto dove trovare il proprio senso, dove realizzarsi.

Tra le rubriche della radio universitaria ci sono Cose che non sai, Mai ’na gioia, La parola del giorno… Pillole di due, tre minuti. E poi ci sono le notizie raccolte in Uniweek, Unitoday, Unitomorrow. Conclude Cleto: «C’è tanto entusiasmo, abbiamo appena iniziato, siamo partiti con una “biblioteca” di duemila canzon che ora cerchiamo di ampliare in modo da dare la possibilità di esprimere al meglio i gusti di chi collabora alla radio». Tutti i ragazzi e i docenti che partecipano lo fanno a titolo volontario. Ultima nota: “mai ’na gioia” è la rubrica dedicata alle buone notizie. Quelle che l’informazione, in genere, trascura.

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