"Canone Infinito" al Papa Giovanni

Ospedale, un suono tenue e delicato per chi trepida per i malati gravi

Ospedale, un suono tenue e delicato per chi trepida per i malati gravi
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Un suono tenue e delicato che si attiva ad intermittenza, accompagnando chi lavora, così come i parenti e gli amici in attesa di ricevere riscontri positivi rispetto alle condizioni di salute dei loro cari. È Canone Infinito, l’installazione sonora che da martedì segue la vita del reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Giovanni XXIII. L’ha realizzata un artista-musicista-compositore in prima linea sulla ricerca sonora, Lorenzo Senni. Ed un’opera che pone l’ospedale bergamasco anche in questo campo all’avanguardia: l’arte infatti non è solo un gradito abbellimento degli ambienti sanitari, ma entra in campo con una funzione di accompagnamento e di supporto ai percorsi terapeutici.

Esistono alcuni esempi di installazioni nei medesimi reparti, come al The Royal London Hospital, ma si tratta sempre di rappresentazioni visive. «Questa invece», spiegano i curatori del progetto, Stefano Raimondi e Claudia Santeroni, «è la prima volta che si procede in una direzione di ineffabilità, evidenziando con questo termine la natura stessa della musica, capace di sollecitare una dimensione più profonda che, come è stato notato, non si identifica in una rappresentazione ma coincide con quello che in noi c’è di più irriducibile, in un certo senso con lo scarto che c'è tra noi e ciò che sappiamo di noi, quindi con l'utopia di noi stessi».

 

 

L’opera di Lorenzo Senni si configura come una delicata e poetica accoglienza sonora destinata ai famigliari dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive e allestita nei corridoi adiacenti. «Ho composto Canone Infinito dopo aver trascorso ore nel reparto di Terapia Intensiva, studiando come rapportarmi a un contesto tanto delicato», ha spiegato Senni. «La traccia è delicata, pensata per accompagnare chi transita per i corridoi di questo reparto, pazienti, medici, infermieri, personale dell’azienda sanitaria, ma soprattutto parenti e amici in attesa di ricevere notizie sui loro cari ricoverati».

Il lavoro è stato pensato con un percorso comune che ha visto coinvolti in particolare Maria Simonetta Spada, direttore dell’Unità di Psicologia, e Santo Radici, già direttore delle Risorse Umane dell’Ospedale, appassionato d’arte e referente per le installazioni artistiche nella struttura sanitaria. Si è partiti dall’analisi delle particolari esigenze che il contesto del reparto di Terapia Intensiva richiede. La scelta di usare il mezzo sonoro rispondeva all’esigenza di proporre un’opera che è percepibile ma che non vuole diventare un invasivo sfondo visivo per le persone che si trovano in attesa nei corridoi. Canone Infinito è dunque un suono che accompagna le persone durante tutta la giornata, udibile nei punti di transito dei lunghi corridoi, ma lontana dai luoghi di permanenza e di cura. «È proprio questa sua immaterialità che le permette di diventare elemento di empatia e di accompagnamento», spiegano Stefano Raimondi e Claudia Santeroni, che sono i promotori di un centro di produzione artistica di eccellenza come l’associazione culturale The Blank.

 

 

Così Canone Infinito va ad aggiungersi alle altre opere di Stefano Arienti, Francesco Garutti, Michelangelo Pistoletto, Andrea Mastrovito e dei Ferrario Freres. Opere che simbolicamente abbracciano le diecimila persone che ogni giorno transitano per l'Ospedale di Bergamo, compresi i quattromila operatori che al Papa Giovanni lavorano.

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