Accordo di tre anni

Una alleanza tra Comune di Mozzo e Caritas per combattere le fragilità sociali

Firmata una convenzione che istituisce un presidio di ascolto e sostegno. L’ente potrà erogare direttamente aiuti nei casi più urgenti

Una alleanza tra Comune di Mozzo e Caritas per combattere le fragilità sociali
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di Dino Ubiali

Un gesto concreto, costruito con pazienza e visione condivisa: il Comune di Mozzo e la Caritas parrocchiale locale hanno firmato una convenzione triennale che istituisce un presidio territoriale di ascolto e sostegno rivolto alle persone e alle famiglie del territorio in condizione di fragilità. Il progetto, in vigore dal 2025 al 2027, si propone di dare una risposta tempestiva, coordinata e umana a chi vive situazioni di disagio economico, emergenze abitative o momenti di esclusione sociale.

L’accordo nasce dalla consapevolezza che molte situazioni di bisogno non trovano risposte immediate nei tempi e nei modi dell’amministrazione pubblica. Il Comune, attraverso il Servizio sociale, ha individuato nella Caritas un interlocutore privilegiato per costruire insieme un modello di aiuto che vada oltre la semplice erogazione di aiuti economici. L’obiettivo è duplice: affrontare le urgenze (come l’interruzione delle utenze domestiche, l’impossibilità di acquistare farmaci o pagare piccole spese impreviste), ma anche avviare percorsi personalizzati di accompagnamento, che favoriscano il recupero dell’autonomia e l’inserimento attivo nella comunità.

«Lavoriamo ogni giorno con persone che non chiedono solo soldi, ma attenzione, rispetto, fiducia - spiega don Giulio Albani, parroco e rappresentante legale della Caritas di Mozzo -. Con questo presidio vogliamo costruire relazioni di prossimità, restituendo dignità alle persone».

Il cuore del progetto è il “Centro di ascolto”, uno spazio dedicato dove operatori e volontari Caritas accoglieranno le persone in difficoltà, in stretto raccordo con gli assistenti sociali del Comune. Il punto di forza dell’accordo è la rapidità: Caritas, grazie a un contributo annuo comunale di tremila euro (con possibilità di integrazione), potrà intervenire tempestivamente nei casi più urgenti, superando i limiti burocratici della macchina pubblica. L’individuazione dei beneficiari sarà a cura dei Servizi sociali, ma la Caritas potrà segnalare nuovi casi, anche di persone che non si sono mai rivolte agli uffici comunali.

«È un modello flessibile e intelligente - commenta Antonello Manenti, responsabile dei Servizi alla persona del Comune -. Ci permette di non perdere tempo quando questo fa la differenza. Ma non ci limitiamo all’emergenza: pensiamo a percorsi di sostegno più lunghi, personalizzati, condivisi».

L’accordo prevede che Caritas possa erogare direttamente aiuti economici, per un massimo di tremila euro all’anno, rendicontando le spese al Comune. È prevista anche una piccola quota forfettaria (pari al 7 per cento del contributo) per coprire le spese generali e valorizzare l’opera del volontariato. (...)

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